Su "Atlantico Quotidiano", vi è un bell'articolo di Daniele Meloni che è intitolato "Il fallimento dei 5 Stelle e una Terza Repubblica mai nata: un sistema politico alla deriva".
Ne riporto questo stralcio:
Negli anni della Prima Repubblica – l’unica vera che abbiamo mai avuto, nata con l’entrata in vigore della Costituzione il 1° gennaio 1948 – il sistema politico italiano era solidissimo ma i governi erano fragili. Il baricentro del sistema era la Democrazia Cristiana (vero e proprio partito-stato), il collante l’anti-comunismo. Dopo la rivoluzione giudiziaria del biennio 1992-1994, fu Silvio Berlusconi a ereditare il ruolo: o si era con lui o contro di lui. Le elezioni del 4 marzo 2018 davano questo compito al Movimento 5 Stelle, sorta di Balena Bianca 2.0, e partito-camaleonte capace di calamitare intorno a sé i voti degli scontenti di un po’ tutto il sistema. Con oltre il 32 per cento dei parlamentari i grillini si sono rivelati l’asse attorno al quale ruota la legislatura, ma non sono riusciti a emergere come nuovo baricentro politico di un sistema, che, difatti, è fragilissimo. In primis, nel giro di soli due anni il loro consenso si è dimezzato. Inoltre, la mancanza di radicamento del Movimento sul territorio ha portato a risultati disastrosi nelle elezioni regionali e ad amministrazioni locali che non si sono distinte certamente per il buon governo".
Prima di cominciare a commentare, faccio i miei sentiti auguri di buon compleanno all'autore.
Io mi ricordo molto bene di quando il Movimento 5 Stelle si proponeva come "alternativa al vecchio sistema dei partiti corrotti".
I suoi militanti dicevano di proporre un nuovo sistema fondato sulla "democrazia diretta" ed attaccavano gli altri, dicendo: "Destra e sinistra sono uguali, noi siamo il cambiamento!".
Mi ricordo di Beppe Grillo che dalla piazza di Bologna mandava tutti a quel paese.
All'epoca, io militai in Forza Italia, fino al 2008, e poi nel Popolo della Libertà, dal 2008 al 2013, anno in cui ci fu la scissione che portò alla nascita del Nuovo Centrodestra e di Forza Italia.
Io aderii a quest'ultima e continuai sostenerla, con non pochi mal di pancia, fino a due anni fa.
Oggi, simpatizzo per Fratelli d'Italia.
Di certo, non diedi mai credito a Grillo, come non ne do tuttora.
I fatti mi danno ragione.
Ora, il fallimento del Movimento 5 Stelle sta nel fatto di essere nato come un partito di protesta senza una vera proposta e nell'avere abbracciato delle teorie assurde, come quella della "decrescita felice".
La classe dirigente del Movimento 5 Stelle è scelta in base a criteri che ancora oggi ci sono oscuri.
Infatti, ci si deve chiedere come sia possibile che un personaggio come Luigi Di Maio, un bibitaro che non sa parlare manco l'italiano, sia ministro degli Esteri.
Negli Stati Uniti d'America, per esempio, vi è un segretario di Stato, equivalente del nostro ministro degli Esteri, che ha un curriculum di tutto rispetto.
Il signor Mike Pompeo ha due lauree, una in Ingegneria Gestionale ed una in Legge, oltre ad avere un'esperienza militare ed essere membro di un'associazione come L'Italian-American Congressional Delegation.
Al contrario, ci sarebbe da chiedersi quali siano le esperienze di Di Maio, uno che ha scritto che la Russia è un Paese mediterraneo, quando non è così, e che un giorno sì e l'altro pure sbaglia i congiuntivi.
Di primo acchito, questo errore può fare sorridere.
Però, guardando bene le cose, questo è preoccupante.
Affidare il Ministero degli Esteri a questa persona è come fare guidare un pullman a chi non ha la patente.
Questa persona è stata alla leadership del Movimento 5 Stelle e al ministero degli Esteri.
Chi ha messo uno come Di Maio alla leadership del Movimento 5 Stelle?
Egli è stato votato come capo politico del Movimento 5 Stelle dal sistema informatico "Rousseau".
Di certo, "Rousseau" non è democratico.
Basti pensare al fatto che i votanti siano poche migliaia.
Ora, un partito serio si fonda su una piattaforma ideologica.
Per esempio, il Partito Democratico si rifà ad un'ideologia socialista e Fratelli d'Italia si ispira alle varie idee di destra.
Il Movimento 5 Stelle non ha tutto ed il contrario di tutto.
Questa è la chiave del fallimento di quel partito che oggi pensa solo a mantenere le poltrone a scapito del nostro Paese.
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