The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
domenica 17 marzo 2019
L'Ambasciatore Italiano candidato con il PD a Firenze? Dovrebbe dimettersi!
venerdì 14 settembre 2018
Partito Democratico razzista...contro gli italiani!
martedì 12 giugno 2018
venerdì 9 gennaio 2015
Canada, festa di San Gabriele dell'Addolorata ad Hamilton
leggete l'articolo de "L'Eco di San Gabriele" che è intitolato "Hamilton-festa di San Gabriele".
giovedì 1 gennaio 2015
E l'Ambasciata Italiana in Santo Domingo chiude
Cari amici ed amiche,
leggete l'articolo del sito "Italia chiama Italia" che è intitolato "Santo Domingo, Ambasciata d’Italia addio: dal 1 gennaio sezione distaccata di Panama nella Repubblicana Domenicana".
venerdì 22 agosto 2014
Addio Columbus Day?
leggete l'articolo scritto da Roberto Zanni su "Italia chiama Italia" che è intitolato "Italiani all’estero, addio al Columbus Day".
mercoledì 11 giugno 2014
Si spendono soldi per gli immigrati clandestini...mentre degli italiani tutti se ne fregano!
Cari amici ed amiche.
Sul sito dell'AISE (Agenzia Internazionale Stampa Estero) è comparso un articolo intitolato "Consolato Montevideo/ Merlo e Borghese: "Follia chiudere in una città con più di 120.000 connazionali".
martedì 9 luglio 2013
sabato 23 febbraio 2013
Italiani all'estero? Esempio di solidarietà nel mondo!
Prima di cominciare, tengo a volere fare gli auguri ad una persona che mi segue sempre, Stephanie Caracciolo Arriera Tamagno, una ragazza che vive in Uruguay.
mercoledì 28 luglio 2010
NON DIMENTICHIAMOCI DEGLI ITALIANI DI TACUAREMBO'...E NON SOLO!
Vorrei ricordare nuovamente gli italiani residenti a Tacuarembò, nella Repubblica dell'Uruguay.
Come ho già scritto altre volte, nel febbraio del 2008, sul sito dell'Associazione dei Mantovani nel Mondo, lessi una lettera con cui si denunciò lo stato di abbandono in cui versava la comunità italiana.
Tale denuncia fu scritta dalla signora Marta Rosa Martinez Ambrosini che portò all'attenzione la carenza di strutture del nostro Paese sul territorio interno della reppublica uruguaiana.
Ad esempio, denunciò il fatto che le strutture consolari fossero solo a Montevideo e a Melo.
Io iniziai a fare una campagna di sensibilizzazione.
Io spero che tutto ciò vada all'attenzione di chi di dovere.
Già è stato fatto qualcosa.
Infatti, vi sono stati dei miglioramenti a livello informatico.
E' già qualcosa di positivo.
Però, bisogna anche riorganizzare le strutture italiane all'estero (togliendo il superfluo e creando strutture ove mancano) e creare delle migliori sinergie tra l'Italia e le comunità italiane nel mondo, compresa, ovviamente, quella di Tacuarembò.
Per esempio, si potrebbero creare viaggi-studio in Italia per i giovani italo-discendenti e metterli a confronto con i loro coetanei residenti nel nostro Paese.
Si potrebbe fare un'esperienza simile a quella di cui parlai due anni fa nel link http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11323/2008-10-13.html.
Gli italiani all'estero fanno parte A PIENO TITOLO del nostro Paese.
Sono nostri concittadini.
Cordiali saluti.
lunedì 5 luglio 2010
IO, L'ITALIA E L'URUGUAY
giovedì 10 giugno 2010
UN VIAGGIO NELL'ITALIANA BUENOS AIRES
mercoledì 19 maggio 2010
ARGENTINA? UNA NAZIONE ITALIANA!
Cari amici ed amiche.
Il giornalista Marcello De Cecco de La Repubblica diceva:
"Gli italiani, si sa, furono una nazione di emigranti. In molti secoli si sparsero in tutti e quattro gli angoli della terra. Solo in due Paesi essi tuttavia costituiscono la maggioranza della popolazione: in Italia e in Argentina."
Viste le mie posizioni politiche, è raro che io sia d'accordo con un giornalista de "La Repubblica" ma De Cecco ha scritto una grande verità.
Il "caso argentino" è forse più unico che raro. Qui non vi fu solo un fenomeno di emigrazione ma una vera e propria "colonizzazione" di terre.
Già dalla seconda metà del XVIII, molti italiani vennero in Argentina. Pensiamo ai numerosi patrioti argentini, come Manuel Belgrano o José Manuel Castelli, che (visti anche i cognomi) furono di origini italiane.
Se oggi c'è l'Argentina fu merito anche degli Italiani.
In pratica, gli italiani non emigrarono in un Paese esistente ma contribuirono a costruire un nuovo Paese.
L'emigrazione italiana in Argentina si fece particolarmente massiccia tra il 1880 ed il 1929, con una differenza.
Tra il 1880 ed il 1884 il 59% degli italiani emigrati provenne dal Nord. Poi, questa percentuale decrebbe e tra il 1925 ed il 1929 le percentuali si ribaltarono. Infatti, su 235.065 italiani, solo il 14,40 % venne dal Nord mentre il 33,10% venne dal Centro ed il 52,50 venne dal Sud, dalla Sardegna e dalla Sicilia.
L'emigrazione proseguì fino al 1976.
Oggi, circa il 50% degli argentini è di origini italiane. A Buenos Aires due terzi della popolazione è di origini italiane. Si calcola che più 20000000 di argentini abbia ascendenze italiane.
Molti di questi parlano spagnolo perché nel XIX secolo non vi era ancora l'italiano standardizzato ma i dialetti.
E così si formarono gerghi come il "sicignolu" (che citai quando parlai degli italiani in Uruguay) o il "lunfardo", una lingua ibrida tra spagnolo e lombardo.
Molti furono i siciliani a emigrare in Argentina.
Io ho conosciuto alcuni discendenti di galatesi (persone di Galati Mamertino, Comune della Provincia di Messina e paese d'origine di mia madre) che raccontavano delle loro attività in Argentina.
Secondo le stime di Ethnologue, circa 1500000 di italo-argentini sono italofoni, tra questi, oltre 500000 sono italiani censiti dall'AIRE. Di questi circa il 63% ha partecipato alle elezioni politiche del 2008. Quindi, hanno interesse verso le questioni del nostro Paese. Inoltre, vi sono molti giornali di lingua italiana.
La presenza italiana, lasciò la sua influenza anche nella cucina argentina. Essa contempla i tallarines (tagliatelle), ravioles (ravioli), canelones (cannelloni), il pesto, il chitroncelo (il limoncello) e la fainà (un piatto simile alla farinata ligure, pietanza fatta con faerina di ceci).
Inoltre, l'influenza italiana si vede nella cultura argentina. Addirittura, gli italiani furono importanti anche nella storia del calcio argentino. Pensiamo ai giocatori con cognomi come Esteban Cambiasso, Javier Zanetti, Javier Pastore o Nicolas Burdisso o anche alla fondazione di clubs importanti come il Boca Juniors. Questo club fu fondato da dei genovesi . Infatti, quelli del Boca sono chiamati xeneizes, ossia genovesi.
Pensiamo anche a figure il vescovo Jorge Mario Bergoglio o il compositore Carlos D'Alessio.
Inoltre, fatemelo dire, non posso non citare Pablo Miroli e Silvia Beatriz Quadranti, che collaborano in questo blog.
Possiamo quindi dire che gli italiani furono un elemento costitutivo dell'Argentina.
Anzi, furono un ELEMENTO FONDANTE di quel Paese sudamericano.
Cordiali saluti.
venerdì 14 maggio 2010
URUGUAY-ITALIA, UN RAPPORTO STORICO
Vi parlo del tema che mi spinse in modo decisivo verso verso l'impegno politico, la questione degli italiani all'estero
E' una questione che mi è spesso interessata, avendo anch'io parenti all'estero.
In particolare, nel febbraio 2008, iniziai una sorta di "campagna di sensibilizzazione" a favore di una comunità italiana che viveva in difficoltà.
Proprio nel febbrario 2008, sul sito dell'Associazione dei Mantovani nel Mondo (http://www.mantovaninelmondo.org/), lessi una denuncia fatta dalla signora Marta Rosa Martinez Ambrosini, segretaria del Circolo italiano di Tacuarembò, Uruguay.
La signora Martinez Ambrosini, denunciò delle carenze strutturali che creavano difficoltà alla comunità italiana residente in quella cittadina uruguaiana.
Denunciò ma carenza di una struttura consolare vicina a luogo e ciò rendeva scomodo e problematico l'accesso ai documenti e ai servizi.
Infatti, le uniche strutture consolari (il Consolato di Montevideo ed il Vice-Consolato di Melo) erano fuori mano.
E così iniziai una campagna di sensibilizzazione, contattando politici e giornali (come "Italia chiama Italia" http://www.italiachiamaitalia.net/) specie in rete.
Debbo dire che da tutto ciò ho imparato molte cose.
Infatti, la presenza italiana in Uruguay ha lasciato molti segni.
Pensiamo, ad esempio, ai cognomi di personaggi noti, come i calciatori Edinson Cavani e Fabian Carini, come lo scrittore Mario Benedetti o come gli storici Presidenti Alfredo Baldomir Ferrari, Gabriel Terra e Julio Maria Sanguinetti.
Si calcola che quasi il 40% degli uruguaiani sia di origini italiane.
Questo lega i due Paesi.
I primi italiani approdarono in Uruguay nel XVI secolo.
In quel periodo il Paese era una colonia spagnola.
Poi nel secolo XIX l'immigrazione crebbe.
Tanti furono i lombardi, i liguri, gli emiliani, i trentini, i piemontesi, i veneti, gli abruzzesi, i campani, i pugliesi, i calabresi ed i siciliani che emigrarono dall'Italia e andarono a Montevideo, a Salto, a Tacuarembò o a Paysandù.
Mi permetto di fare una nota "personale".
Molti siciliani della provincia di Messina partirono per il Sud America.
Tra questi, potrebbero esservi stati molti galatesi, di Galati Mamertino, comune della provincia di Messina che è la terra d'origine di mia madre.
Quindi, chissà, se ho parenti in Germania e negli USA, potrei averne anche in Sud America, magari proprio a Montevideo o in qualsiasi altra parte dell'Uruguay.
Detto questo.
La presenza italiana lasciò un segno nella storia e nella cultura del Paese.
Anche quel Giuseppe Garibaldi, che qualcuno ha ribattezzato "L'eroe dei due mondi", costituì un tassello fondamentale nella storia di quel Paese incuneato tra Brasile ed Argentina.
Inoltre, vi sono anche idiomi come il sicignolu, una lingua mista tra spagnolo e siciliano.
Quindi, trovo giuste iniziative, come quella promossa dal Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli di rendere le patenti italiane ultilizzabili anche in Uruguay.
Sono lodevoli anche le iniziative promosse da associazioni italiane ed istituzioni come le regioni che sono atte a creare maggiori sinergie tra l'Italia e gli italiani residenti in Uruguay, come in altre parti del mondo.
La Lombardia è un esempio di ciò e vi è molto impegno.
Tra l'altro, io stesso avevo promosso un interscambio il comune di Roncoferraro ( Mantova) e Tacuarembò.
Gli italiani nel mondo sono i nostri "veri ambasciatori" e noi che stiamo qui in Italia dobbiamo farli sentire vicini ad un Paese che è anche il loro.
Cordiali saluti.
lunedì 14 settembre 2009
Italiani nel mondo, più italiani di molti italiani.
Il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini definì gli immigrati "più italiani dei discendenti degli italiani all'estero". A lui voglio rispondere dicendo che questi ultimi sono più italiani di molti italiani che vivono qui in in Italia.
Anzi, sull'italianità, i nostri connazionali emigrati ed i loro discendenti hanno molto da insegnare a molti italiani che stanno qui in Italia.
Questi ultimi sono presi da un lato ad esasperati, gretti ed anche stupidi campanilismi, che nulla hanno a che fare con il sano federalismo, che impediscono (ad esempio) la realizzazione di opere importanti (come le autostrade, la TAV o le centrali elettriche) e che portano ad una mentalità chiusa e provinciale, e dall'altro ad un'eccessiva apertura che porta quasi ad un'abiura delle tradizioni. Nessuno di questi due atteggiamenti sono indice di italianità.
Al contrario, gli italiani all'estero hanno saputo aprirsi al mondo (integrandosi nella società del Paese che li ospita) ma senza rinnegare le loro tradizioni.
Questo è essere italiani.
Al presidente della Camera vorrei dire che farebbe una cosa commendevole se proponesse un provvedimento per fare in modo che molti cittadini italiani all'estero non perdano la loro cittadinanza...anziché favorire il possesso di cittadinanza italiana agli immigrati.
Cordiali saluti.
venerdì 4 settembre 2009
Onorevole Fini si scusi con gli italiani all'estero!
Oggi ho letto un articolo su "Italia chiama Italia" (http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/17312/2009-09-04.html) in cui è citata un'affermazione del Presidente della Camera, onorevole Gianfranco Fini.
Con tutto il rispetto per la persona e per la carica che ricopre, definisco questa sua affermazione molto discutibile.
Con essa, l'onorevole Fini definisce gli immigrati "più italiani dei nipoti degli italiani all'estero".
Io non mi riconosco in questa sua affermazione che non è condivisibile.
Come persona interessata verso gli italiani all'estero e che ne segue le vicende e che ha anche dei parenti emigrati sono sorpreso, in modo molto negativo, da quanto detto dall'onorevole Fini a cui chiedo, se è possibile, di scusarsi con gli italiani all'estero e loro discendenti che hanno sempre rivendicato la loro italianità.
Com'è noto, io seguo in particolare le vicende della comunità italiana di Tacuarembò, Uruguay.
Essi, questi italiani ed italo-discendenti, vogliono sentirsi italiani ed è anche per questo che io ho proposto un interscambio culturale con Roncoferraro, in provincia di Mantova.
Come loro, molti altri italiani ed italo-discendenti che stanno il altri Paesi, come Argentina, Brasile e come anche i miei parenti che stanno all'estero vorrebbero essere più vicini al Paese dei loro avi.
Le parole dell'onorevole non rispecchiano la realtà e né tengono conto della sensibilità delle persone.
Cordiali saluti.
martedì 30 giugno 2009
Avvisi dall'Uruguay
Diffondo un avviso inviatomi dal signor Daniele Marconcini, presidente dell'Associazione dei Mantovani nel mondo, diffuso il 24/06/2009 e tuttora valido.
La controversia ambientalista in atto tra Uruguay ed Argentina, per via della costruzione di fabbriche di cellulosa nella zona di frontiera, ha causato negli ultimi tre anni blocchi sui ponti sul fiume Uruguay. Nonostante ad oggi la situazione sui ponti di Salto e di Paysandù sia migliorata, potrebbero esserci dei problemi su quello che unisce la cittadina uruguaiana di Fray Bentos a quella argentina di Puerto Unzuè. Pertanto, prima di mettersi in viaggio, si consiglia ai nostri connazionali di informarsi quanto prima sulla transitabilità delle strade tra i due Paesi. Si consiglia inoltre di registrare i dati relativi al viaggio sul sito www.dovesiamonelmondo.it. Riguardo l'influenza "A/H1N1" (influenza suina) si consiglia di consultare il "Focus" sulla home del succitato sito.
Cordiali saluti.
domenica 24 maggio 2009
Italiani all'estero, una vera risorsa.
Io sono sempre convinto del fatto che gli italiani all'estero siano una risorsa, una risorsa spesso molto trascurata in passato. Qui in Italia si è sempre avuta la visione sbagliata in cui gli italiani residenti all'estero vengono visti come distanti. Di conseguenza, essi sono stati a lungo esclusi dal nostro contesto nazionale. A questo si aggiunge il paradosso in cui gli immigrati stranieri che vengono a vivere qui in Italia abbiano più coperture e tutele di quanto non ne abbiano gli italiani residenti all'estero. E' una sorta di "razzismo al contrario". E così vi sono casi di italiani residenti all'estero che sono di fatto abbandonati a loro stessi. Un esempio di ciò, è la comunità di italiani residenti a Tacuarembò, Uruguay. Ora, situazioni come queste non possono più passare inosservate. E' ora di ridare agli italiani all'estero la dignità che spetta a loro. Bisogna riallacciare tutte le sinergie tra l'Italia e gli italiani nel mondo, a cominciare da noi giovani.
Cordiali saluti.
Translate
Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.