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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 29 agosto 2020

martedì 17 aprile 2012

IGNAVIA, UN MALE MOLTO ATTUALE

Cari amici ed amiche.

Tra tutti i mali possibili, l'ignavia è uno dei peggiori.
Nella sua "Divina Commedia", Dante Alighieri, ad esempio, mise gli ignavi all'Inferno.
Il canto III, il grande poeta fiorentino ne parla in questo modo:

"E io ch'avea d'error la testa cinta,


dissi: "Maestro, che è quel ch'i' odo?
e che gent'è che par nel duol sì vinta?".

Ed elli a me: "Questo misero modo
tegnon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.

Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli".

E io: "Maestro, che è tanto greve
a lor che lamentar li fa sì forte?".
Rispuose: "Dicerolti molto breve.

Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.

Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
"

Gli ignavi sono coloro che non si schierano.
Alcuni lo fanno per accidia, per pigrizia. Altri lo fanno per paura ed altri ancora lo fanno per opportunismo.
Vi racconto la mia esperienza.
Io, ad esempio,qui a Roncoferraro (in Provincia di Mantova) mi impegno pubblicamente, facendo proposte (è famosa quella degli impianti di illuminazione a diodi LED ma non c'è solo quella).
Tuttavia, c'è chi mi dice frasi come "Ma che te lo fa fare?", "Lascia lì!", "Pensa ai tuoi interessi!", "Io non mi schiero e non farlo anche tu!", "Se ti schieri, ti metti contro troppe persone", "Se ti schieri, non lavorerai mai!" e via dicendo.
Queste frasi sono prodotti dell'ignavia, un'ignavia spesso causata dall'opportunismo.
Intendiamoci, io non voglio mettermi contro nessuno, né voglio fare la guerra a nessuno, ma ritengo che l'uomo sia stato creato libero da Dio e  proprio perché libero, ritengo che egli abbia il diritto di schierarsi e di prendere posizione.
Mi sono messo contro qualche persona e quando ho fatto un cosa giusta me ne sono preso il merito e quando ho sbagliato ho sempre chiesto scusa ma ho fatto quello che ho ritenuto giusto e la mia coscienza è a posto.
Gli ignavi, invece, non si schierano.
Anzi, a mio giudizio, sono peggiori anche di chi mostra apertamente delle idee malvagie e sbagliate.
Io penso, ad esempio, che  forme di criminalità organizzata (come la camorra, la 'ndrangheta e la mafia)  non siano forti per le loro armi ma per il silenzio di molti.
Lo stesso vale per i totalitarismi, come nazismo e comunismo, o per quei regimi che perseguitano i cristiani.
Il male non vince per a sua forza ma per il silenzio di chi dovrebbe parlare.
Mi viene in mente, di nuovo quel film horror che non mi piace e di cui ho fatto una recensione poco lusinghiera (perché a mio modo di vedere è blasfemo ed antisemita, poiché Dagon era la divinità dei Filistei, un popolo nemico degli antichi Ebrei), "Dagon-la mutazione del male" .
Mi viene in mente il vecchio Ezequiel (il personaggio interpretato dal compianto Paco Rabal) che, mentre raccontava al protagonista, Paul Marsh (che è stato interpretato da Ezra Godden), il segreto e la maledizione di Inboca, ad un certo punto disse: "Tutti dovevano adorare Dagon o morivano".
Questa frase è emblematica dell'orrore che può portare l'ignavia.
In pratica, l'ignavo va a seconda di come tira il vento o, per dirla in mantovano, "due agh'è al formenton", in italiano "dove c'è il granoturco".
Lo stesso discorso può valere per quegli angeli che non si schierarono con Lucifero né con Dio.
Essi si sarebbero schierati con chi avrebbe vinto.
Termino con una mia poesia:

LI IGNAVI 


"E io ch'avea d'error la testa cinta,


  dissi: "Maestro che è quel ch'io odo?
  e che gent'è che par nel duol sì vinta?"".


Nec omini di lu diavulu...nec santi...
di palori...accussì nto lu Nfernu mittìu...
di 'ntellettu lu pueta Danti.
et comu ficiru...accussì fanu camora a Diu...
raggia a tutti li cosi gravi...
chisti sunt omini di morti...picchì lu mali ùn cummattunu...
chisti sunt tristi l'omini ignavi.




Cordiali saluti. 









domenica 25 marzo 2012

IL TURCO A VIENNA, UN COMMENTO




Cari amici ed amiche.




Vi invito a leggere il libro scritto da Franco Cardini e pubblicato dalla casa editrice "Laterza" e che inititolato "Il turco a Vienna".


Su di esso si dice:




"La capitale dell'impero, l'esercito cristiano contro l'esercito turco, due mesi di assedio, una splendida domenica di gloria.«Cominciò così la grande battaglia attorno alle mura di Vienna. Era il 12, nel giorno di domenica benaugurante per i cristiani. Alle quattro del mattino, re Giovanni insieme con il figlio Jakub servì personalmente e con devozione la messa celebrata da frate Marco nella cappella camaldolese. Lo scontro si protrasse fino a sera per concludersi trionfalmente in Vienna liberata; all'alba del giorno dopo, sotto il ricco padiglione del gran visir conquistato dalle sue truppe che stavano saccheggiando il campo ottomano, Giovanni III poteva scrivere una trionfante lettera alla sua regale consorte. Terminava così, dopo due lunghi mesi, l'incubo dell'assedio alla prima città del Sacro Romano Impero e capitale della compagine territoriale ereditaria asburgica. Con esso, l'ultima Grande Paura provocata da un assalto ottomano a una Cristianità peraltro tutto meno che unita.»
La Francia del Re Sole è restata in disparte, ostile. La Russia di Pietro il Grande ha assistito guardinga. L'Inghilterra, il mondo baltico, la stessa cattolicissima Spagna si sono mantenuti lontani dal teatro di guerra che ha visto la croce lottare contro la mezzaluna. Solo un monarca musulmano, lo shah di Persia, sembra esultare senza riserve per la sconfitta del collega ottomano.È stata davvero una grande giornata, quel 12 settembre 1683, fondamentale per la storia dell'Europa moderna.".




Il testo è stato preso dal sito della casa editrice "Laterza Editori", http://www.laterza.it/.


Ringrazio l'amica Irene Bertoglio che ha messo il link dell'articolo su Facebook.


Quanto successe nel 1683 fu l'ultimo assedio da parte dei Turchi al cuore dell'Europa.


Già in passato, i musulmani minacciarono il nostro continente.


Basti pensare agli Arabi che nel 732 furono fermati a Poitiers dai Franchi di Carlo Martello.


Basti pensare anche al 1453, quando i Turchi conquistarono Costantinpooli, e al 1480, quando i gli stessi attaccarono Otranto. Basti pensare anche al 1571, quando gli stessi Turchi presero Cipro e puntarono a conquistare tutti i territori che erano del vecchio califfato arabo, in seguito ad una fatwa del muftì di Istanbul.


L'Europa seppe reagire anche in forza delle sue radici giudaico-cristiane.


Oggi, con questa secolarizzazione c'è il rischio che l'ondata islamica possa sommergere l'Europa.


Mentre molte chiese chiudono, si aprono molte moschee.


Inoltre, c'è chi vorrebbe togliere i simboli delle nostre feste "per non offendere chi non è cristiano" e c'è chi vorrebbe che valgano solo le feste civili.


Qui è a rischio la nostra identità culturale.


Allora, riflettiamo.


Cordiali saluti.


mercoledì 16 marzo 2011

SPEDIZIONE DEI MILLE? UN'OPERAZIONE DI INTELLIGENCE!

Cari amici ed amiche.

Oggi, giovedì 17 marzo cade il 150° anno dell' unità d'Italia.
Oggi è anche il giorno di San Patrizio, grande "Apostolo d'Irlanda" e simbolo delle genti di quel Paese.
Intorno alla figura di San Patrizio, tutti gli irlandesi, cattolici o anglicani che siano, si uniscono.
San Patrizio è un simbolo di un popolo anche perché sta al di sopra delle differenze confessionali che, nei secoli passati, insanguinarono l'Irlanda.
Lo stesso non si può dire per Giuseppe Garibaldi e vi spiego il perché.
La "Spedizione dei Mille", infatti, fu un pretesto per muovere guerra al Regno delle Due Sicilie e poterlo annettere al Regno di Sardegna.
Il Regno di Sardegna aveva il progetto di creare uno Stato italiano sotto la guida dei Savoia.
Per farlo, però, avrebbe dovuto muovere guerra agli altri Stati italiani, come lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie.
Allora, iniziò una serie di contatti, grazie a Cavour, ed il pretesto fu fornito proprio da Garibaldi che il 5 maggio 1860 partì da Quarto (Genova), insieme a più di 1000 uomini. Questo gruppo fu molto eterogeneo e tra le cose che lo tennero insieme ci fu l'anticlericalismo.
Pensiamo anche ad alcuni preti, come Alessandro Gavazzi, sacerdote giansenista, che divenne protestante.
L'11 maggio 1860 arrivò a Marsala e qui sfruttò il malcontento del popolo verso il governo napoletano, che fu figlio anche della fiera volontà di indipendenza siciliana, provocando, di fatto, la fine del Regno delle Due Sicilie.
Fu questo il pretesto che cercava il Regno di Sardegna che, così, poté annettersi il Regno delle De Sicilie.
La "Spedizione dei Mille" fu, di fatto, un'operazione di intelligence atta a destabilizzare il Regno delle Due Sicilie, che, in quanto Stato sovrano, non poteva essere attaccato. Con la scusa di rimettere l'ordine, il Regno di Sardegna ebbe la "benedizione" di tutti e poté annettersi il Regno delle Due Sicilie.
Oggi, una cosa del genere sarebbe inaccettabile.
Sarebbe come se noi italiani, oggi, facessimo una spedizione simile in Svizzera, per creare disordine e, con la scusa di rimettere le cose a posto, ci annettessimo il Paese elvetico.
E' solo un esempio, per farvi capire meglio.
Garibaldi è, quindi, una figura che ancora oggi divide. Chi lo ammira lo ritiene un esempio e chi lo osteggia.
Io penso che l'Italia esistesse da molto tempo prima di Garibaldi.
La storia lo dimostra, come scrissi nell'articolo intitolato "I simboli dell'Italia unita", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/02/i-simboli-dellitalia-unita.html.
Forse, i regnanti e le genti del tempo non lo capirono. Se lo avessero capito, non ci sarebbe stato bisogno di Garibaldi.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.