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mercoledì 28 gennaio 2015

Re Enrico VIII, un'analisi post mortem




Cari amici ed amiche,

il 28 gennaio 1547, morì il re d'Inghilterra Enrico VIII Tudor (nato il 28 giugno 1491).

Ora, facciamo una sorta di "analisi post-mortem" delle sue condizioni.
A livello familiare, va notata prima di tutto una cosa.
Ad eccezione della regina Elisabetta I (1533-1603), che morì a settanta anni, tutti i monarchi della famiglia Tudor morirono relativamente giovani.
Re Enrico VII (28 gennaio 1457-21 aprile 1509) morì a cinquantadue anni, di tubercolosi.
Re Enrico VIII morì a cinquantasei anni non ancora compiuti.
Re Edoardo VI (12 ottobre 1537-6 luglio 1553) morì a quindici anni, sempre di tubercolosi o forse di vaiolo.
La regina Maria I (18 febbraio 1516-17 novembre 1558) morì a quarantadue anni, di cancro allo stomaco.
Inoltre, è storicamente provato che i Tudor non abbiano goduto di buona salute.
Certamente, le condizioni igieniche di allora non furono buone.
Malattie come la tubercolosi (di cui morirono re Enrico VII e re Edoardo VI) ed il colera si diffondevano.
Ricordo, infatti, che la Londra del XVI secolo era diversa da quella di oggi.
La Londra del XVI secolo era caratterizzata da piccoli fiumi che confluivano nel Tamigi.
Questi piccoli fiumi (che oggi risultano canalizzati) erano delle vere e proprie fogne a cielo aperto.
Batteri come il Vibrione del colera si diffondevano facilmente.
Addirittura, secondo quanto si dice, ai bambini non veniva data l'acqua ma la birra.
Ora, analizziamo re Enrico VIII.
Da giovane, re Enrico VIII fu brillante nella mente ed atletico nel fisico.
A differenza di suo padre, re Enrico VII, egli non fu oculato nelle spese ma fu amante del lusso e dello sfarzo.
Dal periodo della "Guerra delle due Rose" (precisamente dal 1485) fino quasi alla fine del XVI secolo, si diffuse in Inghilterra una malattia chiamata "malattia del sudore" .
Per qualcuno, essa fu identificata con il tifo.
Questa malattia portava febbri ed era mortale.
Questa malattia portò alla morte anche il Principe del Galles Arturo (20 settembre 1486-2 aprile 1502).
Arturo era il fratello maggiore di re Enrico VIII.
Enrico sopravvisse a questa febbre e sopravvisse anche al vaiolo e al morbillo, di cui si ammalò a ventitré anni.
Tuttavia, egli ebbe altri problemi, tutti causati dal suo stile di vita.
Già nel 1532, re Enrico VIII non godeva di buona salute.
La sua alimentazione era a base di carni, cacciagione e cibi molto grassi.
Egli mangiava e beveva molto.
Addirittura si faceva mandare il vino dalla Toscana.
Questo portò a grossi problemi.
La carne, come il vino, è ricca di purine.
Le purine vengono metabolizzate e diventano acido urico.
L'acido urico si deposita nei tessuti e genera una malattia chiamata gotta.
La gotta genera dei noduli più o meno dolorosi alle articolazioni, i tofi.
Il dolore che avrà provato re Enrico VIII sarà stato fortissimo.
Nel 1535, un cronaca di allora riporta: "Il re non può concedere udienze perché affetto da raucedine e cattiva salute".
Potrebbe essere stata una semplice influenza o qualcosa di assai più grave?
Nel 1536, il re era a Greenwich e stava partecipando ad una giostra, un torneo.
Egli cadde da cavallo e si ferì ad una gamba.
Per due ore, secondo le cronache, non dette segni di vita.
Iniziò ad avere ulcere nelle gambe ed egli iniziò a farsi fabbricare (e a fabbricare lui stesso) intrugli per cercare di guarire.
A peggiorare le cose, ci furono gli affari di cuore e quelli di Stato.
Il re aspettava un figlio maschio.
Fu questa spasmodica attesa a portarlo all'atto scellerato di separare la Chiesa inglese da Roma nel 1534.
Quando sua moglie (sposata in seconde nozze) Anna Bolena partorì una bambina, egli disse: "Una femmina! A me! Avrei preferito un figlio cieco, sordo, storpio, imbecille, ma maschio! Mi avete dato una figlia e mi svergognerete!".
Intanto, la sua salute peggiorò.
Poiché non mangiò molta frutta e la sua alimentazione fu prevalentemente di carne, secondo alcuni, egli potrebbe essersi ammalato si scorbuto, una malattia causata dalla carenza di vitamina C.
Non sono smentite le voci secondo cui egli avrebbe contratto la sifilide, una malattia che si trasmette per via sessuale ed il cui agente eziologico è il Treponema pallidum.
I problemi alle gambe lo resero sedentario.
Divenne obeso.
Il re era alto 1,80 metri. Nei suoi ultimi anni, egli pesava 185 Kg.
Anche il suo carattere peggiorò.
Il suo divenne un regno di terrore.
Protestanti, cattolici e persone che semplicemente non la pensavano come lui finivano al patibolo con una certa facilità.
Io, però, avrei anche un sospetto.
Come ho già scritto, il re si faceva fabbricare e si fabbricava da solo intrugli con cui cercava di guarire.
Io sospetto che egli possa essersi intossicato con il mercurio.
Capitava, infatti, che i sovrani si facessero fabbricare i farmaci da alchimisti.
Re Enrico VIII potrebbe non avere fatto eccezione.
Da qui potrebbe essere nata la sua paranoia, paranoia che fu accresciuta dalla questione della successione al trono.
Un articolo de "Il Corriere della Sera" riporta una ricerca fatta da Kyra Kramer e Catrina Banks Whitley, due dottoresse della Southern Methodist University of Dallas.
Secondo questa ricerca il sovrano era portatore di un gruppo di antigeni (proteine) sulla superficie dei globuli rossi, chiamati Kell: si tratta di antigeni che si comportano più o meno come il fattore Rh del sangue. Se un uomo positivo per questi antigeni genera un figlio con una donna negativa, alla prima gravidanza non succede nulla, nel senso che il neonato nasce sano. Successivamente, però, la donna produce anticorpi anti-Kell che aggrediranno il feto nel caso di gravidanze successive. Oggi si può correre ai ripari, ma un tempo non si sopravviveva a questi scherzi della genetica. Enrico VIII aveva quasi 18 anni quando sposò la ventitreenne Caterina d’Aragona: la loro primogenita nacque morta. Il secondo, un maschio, sopravvisse soltanto 52 giorni. Seguirono altre quattro gravidanze, ma tre dei figli nacquero morti o morirono subito dopo la nascita. L'unica superstite, nata da questo matrimonio, fu Maria (il perché fosse nata sana sarebbe spiegato dal fatto che aveva ereditato dal padre uno dei cromosomi senza il gene Kell). "Il gene che codifica per l'antigene Kell — spiega Paolo Vezzoni, ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche, all'Istituto Humanitas di Milano — si trova sul cromosoma 7 ed è dominante, nel senso che basta ereditare un solo gene mutato per diventare Kell positivi, mentre se non si eredita si è negativi". La seconda moglie fu Anna Bolena e, sottolineano i ricercatori, le sue gravidanze furono un esempio da "manuale di alloimmunizzazione Kell", cioè di come l'organismo della madre "accetti" il primo figlio e "rigetti" i successivi, come fossero un trapianto. La prima gravidanza portò, infatti, alla nascita di una femmina sana, tutte quelle che seguirono, nel tentativo di dare un erede maschio al sovrano, si risolsero in una lunga serie di aborti
Il re morì il 28 gennaio 1547.
Secondo una tradizione, il suo feretro cadde durante la processione e la cassa si spaccò.
Dalla crepa uscì un liquido, forse pus o liquidi di putrefazione che un cane leccò.
A questo fatto è dedicata la mia poesia qui sotto:

LU FUNIRALI DU RE ARRICU VIII

Com'a viviri appi...
comu visti pì iddu lu 'Nfernu...
du Kent la virgini...quannu cuntru lu Papa si maritau...
accussì re Arricu murìu...
rossu et malatu 'n carni...cà ci manciau lu mali...
et puru cascau la so cascia cà si rumpìu...
et lu so sangu bivìu lu cani...ca fici lu funirali!

Italiano:

IL FUNERALE DI RE ENRICO VIII

Com'ebbe a vivere...
come vide per egli l'Inferno...
del Kent la vergine...quando contro il Papa si maritò...
così re Enrico morì...
grosso e malato in carne...che gli mangiò il male...
e cascò pure la sua cassa che si ruppe...
e il suo sangue bevve il cane...che fece il funerale. 


Servirebbe un'analisi sul corpo ma ad oggi non vi è ancora stata un'autorizzazione da parte della Casa Reale britannica ai ricercatori.
Cordiali saluti.

Fonti: http://benessere.paginemediche.it/it/244/storia-della-medicina/genetica-medica/storia-della-medicina/detail_151451_enrico-viii-sindrome-di-mcleod.aspx?c1=36&c2=397.







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Ringrazio un caro amico di questa foto.