leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Il compagno non paga i debiti e l'Italia ci rimette 24 miliardi".
Le promesse elettorali costano e quelle di Syriza non fanno eccezione. Unico particolare: il conto della "Tsipranomics" rischiano di pagarlo, non tanto gli elettori che hanno portato la sinistra al governo il giovane ex no global (che ha scelto di allearsi con la destra anti-Euro), quanto gli altri contribuenti europei, italiani in testa.
Già si può ipotizzare una cifra di quanto ci potrebbe costare il voto ellenico: 24.000.000.000 di euro. Più di due anni di coperture del bonus Renzi, un anno di gettito delle odiatissime tasse comunali sulla casa, Imu e Tasi, sacrificati sull'altare dell'ennesimo ritorno della sinistra.
Il rischio che ciò accada è alto.
Tra prestiti bilaterali tra Italia e Grecia e la quota che l'Italia paga per il fondo "salva-Stati" dell'Unione Europea l'Italia, è esposta al rischio di dovere pagare per Atene.
Nei rapporti tra Roma ed Atene "ballano" circa 40.000.000.000 di Euro.
Nei rapporti tra Roma ed Atene "ballano" circa 40.000.000.000 di Euro.
Quindi, se Tsipras decidesse di non pagare il debito greco o di rinegoziarlo, a pagare sarebbero i Paesi che hanno dato fiducia alla Grecia, Italia compresa.
Anzi, l'Italia è uno dei Paesi più esposti a questo rischio.
In pratica, con le nostre tasche noi pagheremmo per i greci.
Il vero problema sta in questo Euro e Tsipras ha detto che non lo abbandonerà, pur essendosi alleato con un partito di destra anti-Euro.
Se questo è il "nuovo che avanza" siamo fregati.
Cordiali saluti.
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