Lei è bergamasca e parla un dialetto lombardo a pieno titolo.
Invece, vari studiosi hanno dubbi sul mantovano.
Guardando questa cartina, si vede la Lombardia.
L'area del dialetto lombardo occidentale è classificata con la sigla L01.
L'area del dialetto lombardo orientale è caratterizzata con la sigla L02.
L'area del dialetto lombardo meridionale è caratterizzata con la sigla L03.
L'area del dialetto lombardo alpino è classificata con la sigla L04.
La Provincia di Mantova (cerchiata di rosso) non è classificata.
Ora, secondo il "Saggio dei dialetti gallo-italici", redatto da Bernardino Biondelli, il mantovano non sarebbe classificato come lombardo ma come dialetto emiliano.
La famiglia dei dialetti gallo-italici raccoglie i dialetti parlati in Piemonte, nelle zone italofone della Svizzera, in Lombardia, in Liguria, in Emilia-Romagna, in parte del Trentino-Alto Adige, nella zona gardesana del Veneto e in alcune zone della Toscana e delle Marche.
Dunque, secondo Biondelli, il dialetto mantovano sarebbe un dialetto gallo-italico ma non lombardo.
Infatti, sarebbe classificato come un dialetto emiliano.
Effettivamente, ci sono delle affinità con i dialetti dell'Emilia-Romagna.
Per esempio, il nome della centro abitato di Suzzara, in mantovano si dice Süsèra.
Uno dei Comuni limitrofi è quello di Luzzara, in Provincia di Reggio Emilia.
Nel dialetto locale, Luzzara si pronuncia Lüsèra.
Per contro, il dialetto mantovano non ha la "z" che invece hanno i dialetti emiliani.
Per esempio, la calza, in mantovano è chiamata "calsét". Questo è tipicamente lombardo.
Nei dialetti emiliani mancano le "Ö" e le "Ü", che invece nel mantovano sono molto presenti e sono tipicamente lombarde.
Il mantovano non è uguale in tutta la Provincia.
Nell'Alto Mantovano, vicino alla Provincia di Brescia, si parla un dialetto marcatamente lombardo, in quanto simile al bresciano, con elementi veneti.
Nelle zone di Roverbella, Castelbelforte, Castel d'Ario e Villimpenta si parla un dialetto che tende al veronese, dato che questi Comuni confinano con la Provincia di Verona.
Me ne accorgo io.
Roncoferraro e Villimpenta distano 7 Km.
Fino a Pradello, frazione del Comune di Villimpenta, si parla mantovano.
Da Pradello al capoluogo comunale si parla veneto.
Nella zona al di là del Po, l'influsso emiliano è fortissimo.
Dunque, possiamo definire il mantovano come una sorta di "trait d'union" tra le parlate lombarde, quelle venete e quelle emiliane.
La querelle tra chi considera tale dialetto come "lombardo" e chi lo considera "emiliano" è tutt'altro che risolta.
Per esempio, se Biondelli lo considerò emiliano, altri studiosi lo considerarono lombardo.
Ancora oggi è così.
Penso a Claudio Quarenghi, del Cenacolo dialettale mantovano "Al Fogolèr".
Conosco quest'ultimo, avendo frequentato quell'associazione, in alcuni eventi.
Quello che è certo è che il dialetto mantovano continua a risultarmi un po' indigesto, con tutto il rispetto.
Non avendolo mai parlato in famiglia e non avendo mai avuto una rete di amici fissa a Roncoferraro, qualche problemino con quel dialetto c'è.
Basti pensare alle volte in cui vado al Comitato Manifestazioni Roncoferraro, i cui membri più anziani parlano tra loro in dialetto stretto e quando si rivolgono a me sono costretti a parlare in italiano.
Mi ricordo di quando mi avevano chiesto di prendere la "granera" per le pulizie.
Non sapevo cosa fosse una "granera".
Avevo capito solo dopo che mi avevano indicato la scopa di saggina.
Forse, anche se si è tra amici, è meglio sfruttare la lingua di padre Dante...per evitare equivoci e di essere fraintesi.
Io abito a Suzzara, non ho problemi a capire un mantovano (ovviamente, 25 km), un reggiano (45 km), un modenese (60 km) e un ferrarese che pur distando 85 km risulta essere, dal mio punto vista, tra i dialetti più orecchiabili. Ho riscontrato invece enormi difficoltà, sempre per esperienze personali, a comprendere un mantovano del nord (Castel Goffredo, Castiglione delle Stiviere, Asola, ...): lì si sente che l'influenza della Lombardia è molto forte, mi sembra quasi che il loro dialetto provenga da un altro pianeta..
RispondiEliminaNoto invece relativamente poche differenze tra il mantovano centrale e il mantovano della bassa. Tra le poche differenze cito la formazione dei plurali femminili (scragna --> scragne nel mantovano e scragna --> scragni nella bassa) e l'aggiunta, sempre a sud del Po, di alcune "emilianate" (disdòt diventa dasdòt, dismisiat diventa dasmisiat, crepà diventa carpà, vulér diventa vrér/vlér, cunòsar diventa cnòsar/cgnòsar) ma in realtà i due dialetti sono completamente sovrapponibili.
Tecnicamente, il mantovano fa parte della famiglia dell'emiliano.
EliminaLe suggerisco quanto scritto da Beniamino Biondelli.