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sabato 24 agosto 2019

La notte di San Bartolomeo

In Francia, nella notte tra il 23 ed il 24 agosto 1572, ci fu un fatto di inaudita gravità che passò alla storia come strage di San Bartolomeo.
Il fatto accadde a Parigi e fu nell'ambito delle guerre di religione che insanguinarono la Francia tra il 1562 ed il 1598.
Infatti, in Francia nacque una frazione protestante di ispirazione calvinista.
Proprio Giovanni Calvino (10 luglio 1509-27 maggio 1564) nacque in Francia.
Il volume II della "Cronaca universale e della città di Mantova (redatta da Federigo Amadei) parla di lui in questo modo:

"Parimenti in questo stesso anno insorse l'eresiarca Calvino, nato da un Gherardo nella città di Noyon in Francia, e cominciò a piantar li primi fondamenti di sue eresie in un giardino di Poitiers istituendo una nuova comunione chiamata da'  suoi settari  La Cena".

Una delle differenza principale tra il protestantesimo calvinista e quello luterano sta nel fatto che il primo non riconosca la presenza reale di Cristo nell'Eucaristia.
Il calvinismo trovò nella città svizzera di Ginevra la sua "Roma".
L'8 agosto 1533, sotto la predicazione del luterano Guglielmo Farel (1489-16 settembre 1565), i protestanti ginevrini insorsero contro il vescovo locale Pierre de La Baume (1477-4 maggio 1544) che già due anni prima fu costretto a lasciare la città svizzera.
Nonostante il divieto dei magistrati, attaccarono la cattedrale di San Pietro e ne distrussero le opere d'arte, durante il vespro.
Due giorni dopo, la messa cattolica fu proibita.
Nel 1536, Farel convinse Calvino a restare a Ginevra, ove era di passaggio, a portare avanti le sue teorie.
Calvino sostenne anche la teoria della doppia predestinazione e ritenne che anche il successo negli affari fosse un segno di Dio.
Il calvinismo si diffuse in Francia, in certe aree della Germania, nei Paesi Bassi e nelle Isole Britanniche.
Ora, il protestantesimo fu anche un fattore politico.
Esso vinse ove trovò l'appoggio dei governi e dei monarchi, i quali lo sfruttarono per consolidare il loro potere.
In Francia, invece, i monarchi avevano già un forte appoggio nella Chiesa gallicana, la Chiesa cattolica di Francia.
Dunque, ad essi non interessava cambiare religione.
Così, il protestantesimo in Francia si radicò in certi ceti nobili e borghesi ostili al potere monarchico.
Esso arrivò a dividere le stesse famiglie nobili più importanti.
In questo contesto, ci fu uno scontro di potere tra le varie fazioni, dietro le quali vi erano anche interessi stranieri.
Per esempio, dietro alla fazione cattolica dei Guisa, si muovevano anche gli interessi spagnoli.
Dietro alla fazione dei protestanti, detti ugonotti, si muovevano anche interessi di altri Stati, come l'Inghilterra della regina Elisabetta I (7 settembre 1533-24 marzo 1603)
Dunque, la Strage di San Bartolomeo rientrò in questo scontro di potere che terminò nel 1598, quando il re di Navarra Enrico di Borbone (13 dicembre 1553-14 maggio 1610), che nel 1589 divenne re di Francia con il nome di Enrico IV, emanò l'Editto di Nantes, che garantì tolleranza ai protestanti.
Quest'ultimo era protestante ma si convertì al cattolicesimo, anche se (secondo i suoi detrattori) questa conversione fu di facciata.
Proprio lui, per certi versi, fu coinvolto in questa strage.
Infatti, la regina Caterina de' Medici (13 aprile 1519-5 gennaio 1589) fece sposare sua figlia, la principessa Margherita di Valois (14 maggio 1553-27 maggio 1615) proprio ad Enrico di Borbone.
Il padre di Margherita fu il re Enrico II di Valois (31 maggio 1519-10 luglio 1559) e questo matrimonio avrebbe dovuto mettere insieme i Valois ed i Borbone, i quali erano un ramo della famiglia reale dei Capetingi.
Questo avrebbe dovuto risolvere il problema religioso.
Enrico di Navarra era protestante e Margherita era cattolica.
Questo intento di pace fu apparente.
In realtà, Caterina volle eliminare i capi della fazione protestante.
Il matrimonio era previsto nel giorno 18 agosto 1572.
Molti protestanti accorsero a Parigi per le nozze.
Così, nella notte tra il 23 ed il 24 agosto 1572, ci fu il massacro.
Lo diresse il duca di Guisa Enrico lo Sfregiato (31 dicembre 1550-23 dicembre 1588) che fu sostenuto dalla Spagna di re Filippo II d' Asburgo ( 21 maggio 1527-13 settembre 1598) (.
I morti furono tra i 5.000 ed i 30.000.
La vittima più illustre fu Gaspard de Coligny (16 febbraio 1519-24 agosto 1572) che fu colonnello generale di fanteria e gentiluomo ordinario della camera del re durante il regno di Enrico II.
Già il 22 agosto, Gaspard de Coligny fu ferito in un attentato fatto da Charles de Louviers (morto nel 1583).
Il mandante potrebbe essere stato il duca di Alba Fernando Álvarez de Toledo (29 ottobre 1507-24 agosto 1572), che fu governatore dei Paesi Bassi per conto del re di Spagna, Enrico di Guisa o la stessa regina Caterina.
Dunque, questa guerra non fu solo di religione ma fu anche politica.
Se i protestanti avessero vinto, la Francia sarebbe finita sotto l'influenza inglese, dato che i sovrani d'Inghilterra rivendicavano il titolo di re di Francia fin dal 1340.
Se avessero vinto i Guisa, la Francia sarebbe caduta sotto l'influenza spagnola.
L'incoronazione di Enrico di Borbone fu una sorta compromesso.
Infatti, re Enrico III (19 settembre 1551-2 agosto 1589) era disposto a riconoscere Enrico di Borbone come suo successore a patto che si convertisse al cattolicesimo.
Così avvenne  e,  nel 1589, dopo l'uccisione di re Enrico III per mano di un frate di nome Jacques Clément (1567-1° agosto 1589), Enrico di Borbone divenne re con il nome di Enrico IV.
In questo contesto, egli avrebbe detto: "Parigi vale bene una messa".
In questo modo, egli spezzò la Lega cattolica organizzata da Enrico di Guisa e sostenuta da Papa Sisto V (Felice Piergentile, 13 dicembre 1521-27 agosto 1590)  e dal re di Spagna.
Applicò così il vecchio gioco del "divide et impera".
Nel 1598, egli emanò l'Editto di Nantes, con cui garantì la tolleranza ai protestanti.
L'editto fu poi revocato dal suo nipote e successore, re Luigi XIV (5 settembre 1638-1° settembre 1715).
Fatta salva la parentesi rivoluzionaria compresa tra il 1792 ed il 1814, la casata dei Borboni rimase al potere in Francia fino al 1830, anno in cui re Carlo X (9 ottobre 1757-6 novembre 1836)  fu deposto dal trono.
Il suo posto fu preso da Luigi Filippo d'Orleans (6 ottobre 1773-26 agosto 1850) che fece parte di un ramo cadetto dei Borboni.
Nel 1848, anche questi fu deposto e fu istituita la II Repubblica Francese.
Questa è un altro capitolo della storia francese.



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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.