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mercoledì 28 agosto 2019

Quel cardinale nel sionismo cristiano

Ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio che mi ha segnalato questo stralcio di un'analisi sul sionismo cristiano, da “International Christian Embassy Jerusalem":

"Durante i potenti risvegli che percorsero l’Inghilterra e l’America nel diciottesimo e nel diciannovesimo secolo, i predicatori cristiani annunciavano che la riunione degli Ebrei in Israele sarebbe stato un segno anticipatore degli ultimi giorni e dell’imminente ritorno del Messia.Eminenti personalità ecclesiastiche e politiche come Lord Palmerston e Lord Shaftesbury dichiararono che soprattutto l’Inghilterra era stata prescelta da Dio per favorire l’insediamento degli Ebrei in Medio Oriente. Nel 1891, sei anni prima del primo Congresso Sionista, Blackstone presentò una petizione al Presidente americano Benjamin Harrison in cui si chiedeva di riportare gli Ebrei in Israele. Tra i firmatari c’erano il cardinal Gibbons, John Rockefeller, J.P. Morgan e più di 400 preminenti americani.".

Ora, è da mettere in risalto la presenza del cardinale americano James Gibbons (23 luglio 1834-24 marzo 1921) che firmò la petizione al presidente americano Benjamin Harrison con cui si chiese agli USA di riportare gli ebrei nella loro terra.
Gibbons fu un grande uomo anche di spessore politico.
Egli diceva spesso: "Perché l'America accetti il Cattolicesimo, la Chiesa deve accettare l'America".
In una sua lettera pastorale del 1884, egli scrisse: "Un cattolico si sente a casa negli Stati Uniti, per l'influenza che la Chiesa ha sempre esercitato in favore dei diritti individuali e delle libertà del popolo. Un americano coscienzioso non può sentirsi a suo agio da nessuna parte più che nella Chiesa cattolica, perché da nessun'altra parte può respirare liberamente l'atmosfera della divina verità, che sola può renderlo libero".
Dunque, questo cardinale fu una figura chiave anche del sionismo cristiano.
Ora, egli ebbe la lungimiranza nel capire che gli ebrei dovevano tornare a Gerusalemme e in quella terra che fu indebitamente chiamata "Palestina".
Infatti, con gli ebrei, anche le comunità cristiane presenti in quelle zone avrebbero tratto un giovamento.
Effettivamente, così è oggi.
I cristiani nello Stato di Israele godono di diritti.
Invece, nei vicini Paesi musulmani e nella sedicente "Palestina" (West Bank e Striscia di Gaza) i cristiani non godono di diritti.
Dunque, certi cattolici di oggi farebbero bene a riflettere.
Infatti, scegliendo la causa dei "Palestinesi"  (che in realtà sono arabi) essi vanno contro sé stessi.

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