Come ho scritto anche nel succitato articolo, la sensazione dei cittadini è quella di stanchezza verso l'attuale sistema. Non ne possono più di governi retti da maggioranze non nate da elezioni.
Dal 2011 ad oggi si sono affermati governi non retti da maggioranze nate da elezioni ma da accordi dentro i palazzi.
Ora, qualcuno potrebbe dire: "Si faceva così anche nella I Repubblica".
A prescindere dal fatto che la I Repubblica non sia da "santificare", va detto che nel suo periodo i politici, i partiti ed i cittadini stessi erano diversi da quelli di oggi.
I partiti avevano un altro spessore.
Oggi, invece, è tutto più "volatile".
I partiti non incarnano più idee ma sembrano gruppi interessati solo alle poltrone.
Il Movimento 5 Stelle è il paradigma di ciò.
Esso è nato come "movimento anti-casta" e oggi vuole fare un accordo con un partito che rappresenta pienamente la "casta", come il Partito Democratico.
La nostra democrazia corre un grosso rischio.
Non penso che a mettere a rischio la democrazia sia il fascismo, perché manca il "catalizzatore".
Prima dell'avvento del fascismo, il "catalizzatore" fu Benito Mussolini, il quale seppe accattivarsi il consenso degli italiani cavalcando le loro paure.
Matteo Salvini non è certo un novello Mussolini.
Anzi, è anche amico di Israele.
Il pericolo per la nostra democrazia si chiama tecnocrazia europea, ossia quel sistema di potere europeo che non tiene conto del volere dei cittadini e che si muove secondo logiche estranee ad essi.
Un governo Movimento 5 Stelle-Partito Democratico aprirebbe la strada alla tecnocrazia europea.
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