Ora, esprimo una mia opinione.
Parto da questo presupposto: sono contrario ai preti sposati dopo l'ordinazione, cosa che avviene nelle Chiese protestanti, così come sono contrario ai vescovi sposati.
Riguardo agli uomini sposati che ad un certo punto decidono di farsi preti non ho pregiudizi.
Un caso è quello dell'ordinario di Nostra Signora di Walsingham, monsignor Keith Newton.
Monsignor Newton (nella foto) era un vescovo anglicano ammogliato e con figli che ad un certo punto ha scelto di convertirsi al cattolicesimo.
Egli è stato vescovo anglicano dal 2002 al 2010 di Richborough.
Nel 2010, ha rassegnato le dimissioni dall'episcopato anglicano e si è convertito al cattolicesimo.
Nel 2010, Papa Benedetto XVI ha emanato la Costituzione Apostolica "Anglicanorum Coetibus", la quale ha permesso ai preti anglicani (anche sposati e con figli) di entrare nella Chiesa cattolica.
Tuttavia, i vescovi anglicani sposati non possono mantenere l'episcopato nella Chiesa cattolica. Possono operare come preti.
Nel caso di monsignor Newton, va detto che egli ha il privilegio di celebrare i pontificali con l'anello vescovile, la mitra e la croce pettorale, in quanto protonotario apostolico soprannumerario.
Però, non può ordinare vescovi, poiché non è vescovo.
Come ho scritto prima, non ho pregiudizi verso i preti come monsignor Newton.
Io prenderei la Comunione da un prete come lui come da qualsiasi altro sacerdote della Chiesa cattolica.
Mi viene in mente il buon padre Attilio Belladelli, che per lungo tempo ha operato nella zona di Firenze e che oggi, che è pensionato, opera qui a Roncoferraro, al posto del parroco che è malato.
Mi ricordo che durante una messa padre Belladelli ha citato i preti ortodossi, i quali possono essere uomini sposati che ricevono l'ordinazione dopo il matrimonio.
Nemmeno questi ultimi possono diventare vescovi.
Del resto, sempre padre Belladelli ha raccontato più volte la sua storia in cui dovette scegliere tra l'ordinazione sacerdotale e farsi una famiglia, di sua madre che gli disse: "Tu sei più suo (di Dio) che mio", e della fidanzata che lasciò ma con la quale mantenne un rapporto fraterno, perché scelse di farsi prete.
Farsi prete nella Chiesa cattolica comporta il sacrificio di dovere rinunziare a farsi una famiglia ma fa accettare la comunità come famiglia.
Infatti, il prete diventa spiritualmente "padre" di tutti.
Dunque, riprendendo quanto scritto prima, io non ho pregiudizi verso i preti cattolici sposati.
Però, qualche domanda me la pongo.
Propongo un caso ipotetico: io sono un uomo sposato ma ad un certo punto prendo una sbandata e tradisco mia moglie.
Mi confesso dal prete sposato ma anche questi ha preso una sbandata e tradisce la propria moglie.
Come potrebbe questo prete condannare il mio peccato e dirmi di lasciare l'amante se anche lui fosse nella mia medesima condizione?
Certo, qualcuno potrebbe obiettare e dirmi che anche i preti celibi possono andare con le donne, magari sposate.
Il prete è un uomo e anche lui può avere le sue debolezze.
Però, proprio per il ruolo che egli ricopre, il sacerdote è sempre tenuto "sotto osservazione".
A mio modo di vedere, un prete sposato rischia davvero di essere "due volte sotto osservazione".
Per esempio, un prete sposato che picchia la moglie non potrebbe essere considerato un esempio di cristianità.
Oppure, se il matrimonio dovesse fallire e finire con un divorzio, ci sarebbero dei problemi per l'esercizio del ministero?
Queste sono domande che mi pongo.
Certamente, le vie del Signore sono infinite.
Secondo me, un buon prete deve avere un condotta esemplare.
Un buon prete sposato e con figli non deve avere una condotta degna come sacerdote ma anche come marito e come padre.
Termino, con un appunto: chi collega la pedofilia dei preti cattolici al celibato dice una grande sciocchezza.
Infatti, ci sono uomini sposati che praticano questo sporco abominio.
Quindi, non buttiamo tutto nel becero anticlericalismo.
Nessun commento:
Posta un commento