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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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domenica 5 luglio 2015

domenica 29 agosto 2010

CONCORDIA SAGITTARIA, UN TESORO ANTICO DA SCOPRIRE


Cari amici ed amiche.
Per la gioia dell'amica Francesca Padovese (titolare del blog http://mamagrizzlies.blogspot.com/ che è interessante perché ha delle attività molto importanti), parlo del suo Paese, Concordia Sagittaria, un comune della provincia di Venezia.
Questo paese, che forse oggi potrebbe essere ignoto a molti, in realtà è un tesoro formidabile di storia e di cultura.
Fondato dai Romani (presumibilmente nel 42 BC), questo centro aveva il nome di Iulia Concordia.
Molto probabilmente, il suo nome d'origine fu legato a Giulio Cesare. Del resto lo stesso Friuli fu legato a questo personaggio. Il nome latino, infatti, fu "Forum Iulii".
Fece parte della Regio X Venetia et Histria.
Il termine "sagittaria" venne aggiunto poi, per il fatto che a Concordia vi fosse stata una fabbrica di frecce.
In latino "sagitta" significa freccia.
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 AD), il suo territorio vide le scorrerie barbariche (tra cui quella degli Unni di Attila) e, con l'arrivo dei Longobardi, fu unito al Ducato di Cividale.
In seguito, passò alla Marca del Friuli e poi al Patriacato di Aquileia.
Nel 1438, Concordia Sagittaria fu assoggettato a Venezia e, con il trattato di Campoformido (17 ottobre 1797-26 vendemmiaio anno VI), passò all'Austria e vi rimase fino al 1866, quando passò all'Italia.
Nel 1838, Concordia Sagittaria fu scorporata dal Friuli e passò alla provincia di Venezia.
Di friulano vi è rimasto, però, il dialetto ladino.
Del suo glorioso passato è rimasto molto.
Nella zona vi sono molti reperti romani, come statue, capitelli di colonne e marmi.
Vi sono anche i resti di un ponte romano che può essere datato tra il II ed il III secolo.
Inoltre, vi è la Via Postumia che fu costruita nel 148 BC dal console Postumo Albinio e che unisce Genova ad Aquileia, passando per la Pianura Padana e per la provincia di Mantova.
Concordia Sagittaria è anche sede vescovile.
Fin dal Medioevo vi è questa sede anche se nella Diocesi di Concordia-Pordenone ad esercitare la primazia è quest'ultima.
Per via di questo ruolo, vi sono dei monumenti importanti come la Cattedrale di Santo Stefano Protomartire.
L'attuale edificio fu costruito nel 1466 da Antonio Feletto, sui resti di precedenti costruzioni.
La prima chiesa fu una basilica paleocristiana che fu distrutta dagli Unni nel 425 AD.
Quella successiva fu sommersa da una piena del fiume Lemene nel VI secolo.
Altre chiese furono costruite nel XI e nel XIV secolo.
L'attuale chiesa fu terminata nel XIX secolo, con la realizzazione del coro.
E' caratteristico anche il Battistero dell'XI secolo (nella foto).
Per alcuni versi, esso ricorda certe chiese bizantine.
In fondo, Concordia Sagittaria è prossima all'Oriente.
Vi sono anche il Trichora Martyrium del 350 AD ed il Palazzo Vescovile del XV secolo.
Concordia Sagittaria è un piccolo tesoro tutto da scoprire.
I concordiesi hanno tutto il diritto di vantarsene.
Cordiali saluti.

venerdì 18 giugno 2010

FONTHILL ABBEY, SOGNO, PAZZIA O AVANGUARDIA?


Cari amici ed amiche.
Mettete insieme tanti soldi ed una mente eccentrica. A quest'ultima date carta bianca e vedrete cosa succederà. Accanto a risultati sorprendenti, tipiche del genio unito alla sregolatezza, vi sono anche clamorosi fallimenti ed opere fallaci.
Fu proprio il caso di William Beckford, possidente inglese vissuto tra il XVIII ed il XIX secolo.
All'età di dieci anni, Beckford ereditò un'importante ricchezza (ottenuta dalle piantagioni di canna da zucchero in Giamaica) e ricevette un 'educazione principesca.
Studiò musica con Mozart ed architettura con William Cozens, progettista della Somerset House di Londra.
All'età di ventuno anni scrisse Vathek, un libro romantico lodato dal poeta George Gordon Byron.
Lui affermò di averlo scritto in francese in una sola notte.
Viaggiò in lungo e in largo per l'Europa. Venne anche in Italia.
Certo, la sua mente fu davvero eccentrica.
Lo dimostrò, proprio con l'opera a cui dal 1794 iniziò a dedicarsi.
Si trattò di "Fonthill Abbey", un'abbazia neogotica che lui volle fare costruire nella sua tenuta di Fonthill, nel Wiltshire.
Fin dai preparativi di quest'opera iniziarono a vedersi le sue stranezze. Quando voleva passeggiare per la tenuta, faceva lavorare i contadini tutta la notte, perché tagliassero gli alberi sul sentiero che intendeva percorrere.
Intorno alla proprietà fece erigere un muro alto tre metri, per tenere lontani gli occhi indiscreti.
Quando iniziarono i lavori, egli costrinse i muratori a lavorare giorno e notte.
Non contento, prelevò altri quattrocento operai dal cantiere della Saint George's Chapel di Windsor (cappella ove sono sepolti i re Enrico VIII e Carlo I Stuart) e nessuno poté lavorare in pace.
Lui fu molto impaziente di vedere il "capolavoro" completato.
Somministrò così forti dosi di alcol agli operai, facendoli ubriacare.
Questa impazienza fu un male.
Non fece fare le fondamenta adeguate e fece costruire l'abbazia su quelle della preesistente casa di campagna.
Beckford giurò di consumare il pranzo di Natale nell'abbazia.
Riuscì a finirla in quel periodo. Era un edificio magnifico ed imponente, con torri altere, guglie, statue e pinnacoli.
Al centro aveva una grande torre ottagonale.
Riuscì a consumare il pranzo di Natale in quell'abbazia ma subito dopo la festa la sensazione che essa non avrebbe retto divenne reale.
I locali crollarono.
Nel 1800 crollò anche la torre ottagonale, che fu ricostruita.
Secondo la descrizione di un contemporaneo di Beckford, Fonthill Abbey fu "un deserto di magnificenza, uno scintillante spreco di ozio laborioso, una cattedrale trasformata in trastullo".
Ventidue anni dopo il crollo della torre, Beckford si ridusse sull'orlo del fallimento e perse due proprietà per un'azione legale.
Dovette vendere così il suo "capolavoro" ma forse ci guadagnò.
Appena il nuovo proprietario andò nell' "abbazia", la torre crollò nuovamente.
Oggi, di quest'opera resta poco.
A prescindere di questo risultato così poco lusinghiero, Beckford rispecchiò la "sete di Medioevo" di quegli anni, come se fosse stata una reazione all'Illuminismo.
Inoltre, egli fu un "apripista" del Romanticismo, che fu ricco di spiritualità e di voglia di riscoprire le epoche passate.
Nel Romanticismo si fecero edifici in stile neobizantino, neoromanico, neogotico e neo rinascimentale, quasi a volere rievocare le epoche e le civiltà precedenti.
Inoltre, in Europa si rivalutò molto anche la spiritualità cristiana, in contrapposizione al deismo e al razionalismo illuminista.
Forse, se oggi ci sono edifici come il Palazzo di Westminster (a Londra), la Cattedrale di La Plata (in Argentina), la Chiesa del Sacré Coeur a Moulins (Francia), il Palazzo episcopale di Astorga (in Spagna), la Cappella dell'Ospedale Militare nel quartiere Baggio (Milano), la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio a Roma, il Palazzo municipale di Cagliari, la Chiesa anglicana di Napoli, quella di Palermo e tanti altri edifici pregevoli il merito fu anche di Beckford.
Inoltre, anche Antoni Gaudì (che realizzò la "Sagrada Familia" a Barcellona), deve qualcosa anche a questo pazzerello possidente inglese che ebbe un sogno giusto ma che lo realizzò nel peggiore dei modi.
Cordiali saluti.

domenica 6 giugno 2010

ARTE NORMANNA, UN'ARTE CHE UNISCE











Cari amici ed amiche.
I Normanni furono il popolo che riuscì ad unire realmante l'Europa, anche con l'arte.
Essa ebbe la sua influenza dall'Inghilterra alla Sicilia, passando per la Francia e per il Sud dell'Italia.
In essa si sintetizza tutto ciò che c'è nel Medioevo ma, soprattutto, non fu un'arte che distrusse quella dei popoli delle terre conquistate dai Normanni ma, anzi, la arricchì e la migliorò.
Ad, esempio, in Francia essa migliorò molto l'arte carolingia che fu a sua volta una sintesi dell'architettura romana e barbarica.
Un esempio, fu l'Abbazia di Cluny (nella foto) che fu fondata il 02 settebre 910.
Qui vi fu un'evoluzione dell'arte carolingio-ottoniana.
Infatti, si creò un'arte propria, in cui si sintetizzarono proprio tutti i concetti del Medioevo.
Si sintetizzarono la civilità romana, quella dei barbari, quella dei bizantini e degli arabi e ciascuna di esse prevalse a seconda dei posti.
Ad esempio, in Sicilia prevalse "l'aspetto arabo-bizantino".
Un esempio è il Palazzo dei Normanni a Palermo.
Qui venne usato l'arco a sesto acuto che però non è da confondersi con quello dello stile gotico ma che fu degli Arabi.
Inoltre, anche gli interni ricordano le strutture orientali.
Un esempio?
Proprio nel Palazzo dei Normanni vi è la Cappella Palatina.
Essa ha le caratteristiche proprie delle moschee arabe (negli archi) e delle chiese bizantine (nei mosaici e delle decorazioni).
In altre parti, invece, prevalse l'aspetto "romanico", ossia nato dalla fusione tra lo stile romano e quello barbarico.
Esempi sono la già citata Abbazia di Cluny, quella di Jumieges (che si trova sempre in Francia e che oggi è un rudere), la Cappella della Torre di Londra o la chiesa di Romsey (in Gran Bretagna).
Di quest'ultima vi è un particolare raffigurato nella foto.
Questa chiesa, in origine chiesa abbaziale e oggi parrocchia anglicana, ha tutti i particolari dell'arte romanica come l'uso di grandi pilastri, l'arco a tutto sesto.
Particolare è il doppio arco che separa il coro dal resto della chiesa.
Nonostante tutto, l'arte normanna ha elementi comuni in qualsiasi zona.
Esempi, sono elementi architettonici come i capitelli.
Ad esempio, se provate ad entrare nella cripta della gotica Cattedrale di Canterbury (di cui un particolare è nella foto) noterete che i capitelli delle colonne hanno elementi simili a quelli di chiese francesi e siciliane.
Quindi, si può dire che quella normanna fu un'arte che seppe rispettare il luogo in cui si insediò e che nel contempo seppe unire popoli diversi.
Fu un'arte "veramente europea".
Cordiali saluti.









venerdì 4 giugno 2010

ROTONDA DI SAN LORENZO, PUO' ESSERE UN EDIFICIO TEMPLARE




Cari amici ed amiche.




Mantova è una città ricca di storia e di cultura.
Durante il periodo dei Gonzaga fu un vivace centro culturale.
Pensiamo alla fiorente comunità ebraica che costituì una parte fondamentale dell'intelligentia mantovana. Pensiamo ai vari studi come quelli sulla medicina e la Qabbalah.
Pensiamo agli artisti che vi lavorarono (come Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti e Giulio Romano).
Pensiamo anche al fatto che Mantova era (ed è tuttora) un importante centro di culto, ospitando il Preziosissimo Sangue di Cristo, nella Basilica di Sant'Andrea.
Vicino alla Basilica di Sant'Andrea, in Piazza delle Erbe, vi è un'altra chiesa che può essere molto importante per capire la storia di Mantova.
Si tratta della Rotonda di San Lorenzo.
Questa è una chiesa romanica di pianta circolare. Fu voluta da Matilde di Canossa (1046-24 luglio 1115). Fu realizzata sulle rovine di un precedente edificio romano, come testimoniano alcune pietre con cui è stata costruita.
Essa si sviluppa su due livelli. In quello superiore vi è il matroneo.
Fu decorata con affreschi bizantineggianti, dei quali oggi restano alcune parti.
Fu completata con un abside semicircolare.
Durante il Rinascimento, ci furono dei progetti di trasformazione, di Leon Battista Alberti prima e di Giulio Romano dopo, che però non vennero mai attuati.
Nel 1579, questa chiesa fu dismessa su disposizione del duca Guglielmo Gonzaga, perché nella vicina Piazza delle Erbe (che in origine era chiamata Piazzetta dell'Aglio) vi furono i mercati.
Una volta scoperchiata, la chiesa venne trasformata in un cortile del ghetto ebraico e fu inglobata in altri edifici.
Solo nel 1908, la Rotonda di San Lorenzo fu riscoperta, espropriata e restaurata. Nel 1926 venne riaperta al culto cattolico.
Ora, questa chiesa può essere la testimonianza della presenza dei Cavalieri Templari a Mantova.
Infatti, già altre chiese a pianta circolare ( simile) sono riconducibili a questi monaci-cavalieri.
Esempi, sono la Rotonda di Montesiepi (in provincia di Siena), la chiesa di Tomar (in Portogallo) e la Temple Church di Londra.
Perché questo?
Per alcuni pare che questo modo di costruire le chiese si rifacesse al mito della "Tavola Rotonda" del ciclo bretone (re Artù).
Secondo altri, pare che indicasse il Santo Graal.
Effettivamente, la Rotonda di San Lorenzo si trova vicino alla Basilica di Sant'Andrea, che fu costruita sul luogo in cui fu trovato il Preziosissimo Sangue di Cristo (che fu portato lì da Longino, il centurione che colpì Gesù crocifisso con la lancia e che poi diventò primo vescovo di Mantova) e che tuttora ospita questa reliquia.
Quindi, non è casuale.
Secondo altri ancora, la pianta della chiesa doveva richiamare l'Anastasis, l'edicola che protegge il Santo Sepolcro a Gerusalemme, o la moschea della Cupola della Roccia, che si trova sempre a Gerusalemme, che fu costruita ove si trovava il Tempio di re Salomone e che durante il periodo delle Crociate fu trasformata in chiesa con il nome "Templum domini".
Fu anche il quartier generale dei Cavalieri Templari.
Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che in varie zone del Mantovano ci furono movimenti ereticali come quello dei catari.
Pensiamo alle zone di Roncoferraro e Bagnolo San Vito.
Quindi, è possibile che i Cavalieri Templari fossero lì per proteggere il Preziosissimo Sangue di Cristo e che lì avessero avuto una precettoria.
Sarebbe una teoria affascinante che farebbe conoscere meglio Mantova.
Tra l'altro, sotto Piazza Mantegna, ove si trova la Basilica di Sant'Andrea, vi sono delle gallerie sotterranee.
Una di queste sbuca nei gradini della succitata basilica.
Inoltre, la Rotonda di San Lorenzo è posta più in basso rispetto il piano del resto della Piazza delle Erbe.
Ciò testimonia che Mantova è uno scrigno di storia.
Cordiali saluti.





mercoledì 2 giugno 2010

DALLA ROMAGNA ALL'ABRUZZO, UN PICCOLO ITINERARIO






















Cari amici ed amiche.


Vorrei proporvi un piccolo itinerario per l'estate.
E' un intinerario ricco di arte di storia e di leggende.
Esso parte dalla Romagna e finisce in Abruzzo.
Incominciamo subito il viaggio, partendo da Sarsina, in provincia di Forlì-Cesena.
In questo borgo nacque il commediografo latino Tito Maccio Plauto (l'autore dell'opera Menecmi).
Qui vi sono resti di catacombe romane (raccolte in un museo) e la Concattedrale in stile pre-romanico.
In questa chiesa dedicata a San Vicinio, si può ricevere una particolare benedizione.
Essa viene fatta con il "Collare di San Vicinio" e si dice che essa abbia fatto anche degli esorcismi.
Anch'io, che andai a Sarsina nel 1996, ricevetti questa benedizione.
Sulla Valle del Marecchia, in territorio sempre romagnolo (ma vicino al confine con le Marche), adagiato su un blocco di roccia, vi è il il borgo di San Leo, con il forte.
Costruito nel Medioevo, sui resti di un fortilizio romano, il forte di San Leo fu simbolo della signoria dei Montefeltro. Nel 1441, Federico da Montefeltro migliorò la rocca costruendo possenti mura e quattro torrioni, dei quali oggi ne restano due. Tali opere furono dell'architetto Francesco di Giorgio Martini, lo stesso che fece la cittadella di Torino.
Con il passaggio allo Stato Pontificio (XVII secolo) la rocca servì da prigione.
Qui vi fu imprigionato anche l'avventuriero settecentesco Cagliostro.
Altre cose da vedere a San Leo sono il duomo, la pieve ed il convento di Sant'Igne, tutti capolavori di arte romanica e gotica primitiva.
Da San Leo si può raggiungere Rimini con il suo famoso Tempio Malatestiano o cattedrale di Santa Colomba.
In origine fu una chiesa gotica dedicata a San Francesco e retta dai francescani che per volere di Sigismondo Malatesta venne modificata e resa simile ad un tempio romano nel 1447.
A fare ciò contribuì un fior d'architetto come Leon Battista Alberti, lo stesso che realizzò la basilica di Sant'Andrea a Mantova.
L'opera rimase incompiuta ma ha il suo fascino nelle sculture al suo interno.
In esso sono sepolti Sigismondo e sua moglie ed anche il filosofo bizantino Giorgio Gemisto Pletone.
Andando più a sud e andando nelle Marche, troviamo il Castello di Gradara.
Esso fu erettto tra il XIII ed il XIV secolo.
Fu dei Malatesta e fu teatro di una grande tragedia, quella di Paolo e Francesca.
La vicenda risalì alla fine del XIII secolo e fu la storia di un amore finito in tragedia.
Francesca, della signoria dei Da Polenta, dovette sposare Gianciotto Malatesta.
Questi, però, era deforme e brutto e allora mandò da lei suo fratello Paolo.
Ci fu il matrimonio che fu per procura ed il procuratore fu proprio Paolo.
Qui avvenne la tragedia. Francesca si innamorò di Paolo (che la ricambiò) e tradì Gianciotto.
Quest'ultimo scoprì il tradimento e fece uccidere i due amanti.
La leggenda vuole che durante le notti di plenilunio nel castello compaiano il fantasma di Paolo e Francesca.
La tragedia è citata anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri, Canto V dell'Inferno.
Da lì si può andare a Frasassi (in provincia di Ancona) e visitare le celebri grotte.
Andando più a sud troviamo Ancona, con la sua "Fontana dalle Tredici Cannelle" ed il duomo di San Ciriaco. Suggestivo è anche il promontorio del Conèro.
Da lì si può andare a Loreto ove vi è la celebre basilica mariana, con una Madonna nera e che ospita la Casa di Maria.
Pare che essa fosse stata portata proprio dalla Terra Santa dai Cavalieri Templari.
Le piccole croci rosse di stoffa che sono state trovate lì sembrano confermare ciò.
Dalle Marche andiamo in Abruzzo, nella Provincia di Teramo.
Non può mancare una visita al Santuario di San Gabriele dell'Addolorata.
Posto sulle pendici del Gran Sasso d'Italia, esso fu costruito su un precedente convento francescano a partire dal XIX secolo.
All'interno della Chiesa antica vi sono la Tomba di San Gabriele (ove avvennero molti miracoli) ed una cappella in stile gotico-vittoriano che ospitava l'urna con le spoglie del Santo, oggi ospitate nella cripta della Chiesa nuova, un costruzione in cemento armato del XX secolo. Non lontano dal santuario vi è il borgo di Castelli con le sue ceramiche che lo decorano.
Scusate se la carrellata è stata breve ma se avessi detto tutto non sarebbe bastato questo blog per spiegare.
E poi, è meglio vedere le cose di persona.
Cordiali saluti.








sabato 29 maggio 2010

IL TEMPIETTO DI CIVIDALE DEL FRIULI, UN MONUMENTO CON UN NUOVO SIGNIFICATO


Cari amici ed amiche.
Vorrei parlarvi del Tempietto longobardo che si trova a Cividale del Friuli, un Comune che si trova vicino al fiume Natisone.
Questo luogo sacro è molto caratteristico per tanti motivi.
Il primo, è il fatto che esso è uno dei monumenti di epoca longobarda nel miglior stato di conservazione.
Il Tempietto, infatti, fu realizzato come cappella palatina della "Gastaldia" (Palazzo del signore della città).
Esso fu voluto da Astolfo, duca di Friuli dal 744 al 749 e re dei Longobardi dal 749 al 756.
In seguito, la Gastaldia venne trasformata in un monastero ed il Tempietto assunse una denominazione mariana.
Il secondo è rappresentato dalle decorazioni.
Esso consta di un'aula a base quadrata coperta da volte a crociera, con un presbiterio più basso e diviso da coppie di colonne in un loggiato a tre campate con volte a botte.
La chiesa ha il presbiterio orientato ad est.
Dal lato opposto a quello del presbiterio si entra nella chiesa. Su questa parete restano parti di affreschi e di stucchi.
La lunetta della porta è decorata con stucchi raffiguranti viti e fogliame, simboli di Gesù Cristo.
Al centro vi è raffigurato lo stesso Cristo tra gli angeli Michele e Gabriele.
A livello superiore, vi sono dei fregi molto caratteristici.
Qui vi sono delle raffigurazioni a rilievo di sante. Esse ricordano molto le decorazioni in stile bizantino.
Molto belli sono anche gli affreschi del presbiterio, al centro del quale vi è raffigurato un Cristo Pantocratore nella "Mistica Mandorla".
Caratteristico è il pavimento.
Qui, infatti, vi sono raffigurate in rilievo delle Stelle di Davide.
Il significato è controverso.
In origine, poteva essere un segno di disprezzo, in quanto gli ebrei venivano visti come gli assassini di Cristo.
Infatti, il pavimento viene calpestato.
Oggi, gli si potrebbe un altro significato.
Infatti, il pavimento è la terra e dalla terra traggono la vita le piante.
Ora, nella tradizione giudaica affondano anche le nostre radici.
Mi permetto di imitare il pensatore cattolico ultramontanista vissuto tra il XVIII ed XIX secolo Joseph De Maistre della situazione, dicendo che senza Ebraismo non può esserci il Cristianesimo e senza il Cristianesimo non può esserci la nostra religione, né il papa, né la Chiesa e né la conoscenza di quel Dio venerato dagli ebrei.
Forse, questa potrebbe essere una chiave di lettura di questo monumento che dal marzo 2008 è nella lista del dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco.
Cordiali saluti.

martedì 11 maggio 2010

PALAZZO TE, ARTE E MISTERO




Cari amici ed amiche.





Se venite a Manatova, oltre il Palazzo ducale, il Duomo, la Sinagoga Norsa, la Rotonda di San Lorenzo, il Palazzo d'Arco e la Basilica di Sant'Andrea, visitate il Palazzo Te.


Esso fu edificato su un'isola lacustre tra il 1525 ed il 1534 su commissione del duca Federico II Gonzaga.


Il nome deriva dal luogo chiamato Tejeto (ossia "luogo delle capanne").


Quest'opera fu fatta da Giulio Romano.


Il Palazzo Te ricorda le antiche ville romane. E' a pianta quadrata un'esedra sul lato orientale. Grazioso è il bugnato all'esterno.


I suoi portici sono sostenuti da colonne tuscaniche ruvide.


Belle sono le decorazioni degli ambienti.


Molto graziosa è la "Loggia d'onore", con affreschi che raccontano la storia biblica di re Davide.


Tra le sale, non sono da perdere la "Sala dei Cavalli" (i cui affreschi mostrano i cavalli della scuderia dei Gonzaga), la "Sala di Amore Psiche" (il cui tema degli affreschi è il mito di Amore e Psiche), la "Sala delle Aquile" (sulla cui volta è affrescata la storia della caduta di Fetonte), la "Sala dei Cesari" (con i bassorilievi) e la "Sala dei Giganti".


Quest'ultima (nella foto) mostra la storia della caduta dei Giganti dall'Olimpo.


E' molto bella ed ha un soffitto a cupola. In origine non aveva finestre e l'unica luce fu quella del caminetto.


I suoi affreschi narranno della caduta dei Giganti dal Monte Olimpo. E' chiaro il riferimento all'imperatore Carlo V.


I personaggi sono tutti disposti su una spirale che parte dalla base dei muri e finisce al centro della volta, ove è raffigurato Giove che scaglia i fulmini contro i Giganti che sono schiacciati dagli edifici che crollano.


Incise sulle pareti questa sala, sui disegni sono state trovate delle scritte particolari, alcune esoteriche.
Una di queste è il monogramma di Cristo, ossia "IHS" (Iesus Homini Salvator) e un'altra recita "Hic fuit rex Mathias" (Qui fu re Mattia), anche se non risulta che l'imperatore Mattia II d'Asburgo (1557-1619) fosse mai venuto a Mantova.
Oltre a ciò, altri luoghi hanno cose "misteriose".
In uno dei loggiati vi sono affreschi con geroglifici egizi. Secondo il pensiero rinascimentale, il geroglifico è la lingua di Dio.
Inoltre, il luogo più caratteristico è la Grotta. Questo ambiente, usato come stanza da bagno. era decorato con conchiglie e giochi d'acqua, che oggi non ci sono più.
In realtà, pare che questo luogo avesse avuto a che fare con Vincenzo I Gonzaga e la sua mania dell'alchimia, cosa di cui ho parlato nel post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/05/alchimia-la-radice-della-chimica.html.
Lì pare che ci fossero stati molti alchimisti.
La simbologia della stanza lo dimostra.
Il Palazzo Te è un vero e proprio libro sulla mantalità del Rinascimento, con tutte le sue contraddizioni.
Cordiali saluti.

giovedì 12 novembre 2009

Rosslyn, una Bibbia di pietra!

Cari amici ed amiche.

Leggete il link http://santagatando.wordpress.com/2009/11/05/rosslyn-chapel-un-grande-e-misterioso-libro-di-pietra/.
In questo link dell'Associazione Agorà, ho parlato della celeberrima Cappella di Rosslyn (che si trova in Scozia) con la sua architettura misteriosa che, per molti versi è un vero e proprio rebus.
Forse, io ho trovato una soluzione ad esso.
Premetto a me piace l'arte, specie quella del Medioevo, come quella bizantina, romanica e gotica.
Per l'appunto, la Cappella di Rosslyn è di stile tardo-gotico.
Molti ci hanno fatto delle speculazioni e teoremi su questo "rebus" ma forse non è così difficile.
Io credo che quella chiesa sia una verace espressione di fede cristiana, che per molti versi è popolare.
Infatti, il suo "soffitto indecifrabile", potrebbe non essere tale, se si leggesse la Bibbia.
Il soffitto della chiesa è decorato con stelle, rose e gigli scolpiti.
Le stelle sono citate nella Bibbia. Nell'Antico Testamento vi è un versetto in cui Dio disse ad Abramo :" Guarda in cielo e conta le stelle, se le puoi contare" ; soggiunse " Tale sarà la tua discendenza".
Forse, le stelle possono indicare la discendenza di Abramo.
Le rose potrebbero indicare i santi ed i gigli la Vergine Maria, la cui statua campeggia sopra tra i due archi gotici sopra l'altare.
Quanto alla Colonna dell'Apprendista, alcuni sostengono che essa rappresenti "l' Yggdrasill", frassino della mitologia norrena.
Io, ho un'altra teoria.
La decorazione a motivo vegetale della colonna potrebbe rappresentare la minaccia a cui era sottoposta la Chiesa del periodo.
Infatti, la Cappella di Rosslyn fu fondata in un periodo turbolento per la Chiesa cattolica. Ci furono infatti la "Cattività avignonese" dei Papi (1309-1378) e lo "Scisma d'Occidente" (1378-1417). Inoltre, ci fu anche la minaccia dei Turchi Ottomani che nel 1453 conquistarono Costantinopoli.
Quindi, l'albero della colonna potrebbe rappresentare la Chiesa ed i draghi (che ne rosicchiano le radici) le minacce esterne ed interne.
Inoltre, l'albero della colonna potrebbe rappresentare anche la vita umana, continuamente minacciata.
Ricordo, infatti che nel secolo XIV ci fu una grande pestilenza che colpì tutta l'Europa e che, solo in Italia, fece morire circa due terzi della popolazione.
Quanto agli "Omini verdi", si può dire che essi siano decorazioni molto comuni in quell'epoca.
Infatti, nel Medioevo vi era il "gusto del mostruoso" per scacciare il male. Anche qui in Italia vi sono situazioni simili. Ad esempio, nel Santuario della Beata Vergine di Grazie (a Curtatone, in provincia di Mantova) vi è un coccodrillo incatenato ed appeso alla volta.
Questo coccodrillo (vero) ha proprio la funzione di tenere lontano il male.
Nella Cappella di Rosslyn vi è anche una scultura di un angelo legato a testa in giù. Il suo significato è esplicito poiché sta ad indicare Lucifero. E' un monito. Il fedele deve comportarsi bene agli occhi di Dio.
Quanto alle "pannocchie scolpite", ho una mia teoria.
Infatti, già prima di Cristoforo Colombo ci furono viaggi nell'Oceano Atlantico. Mi viene in mente San Brendano di Clonfert, un santo irlandese.
Anche William Saint Clair, colui che volle la cappella, viaggiò. Con lui ci fu il veneziano Antonio Zeno.
Può darsi che siano stati anche in America, senza saperlo.
Vi sono anche sculture di due cavalieri su un cavallo. Questo tipo di iconografia è riconducibile all'Ordine dei Templari.
Quella di Saint Clair fu una famiglia di cavalieri, pare legata ai Templari.
Secondo alcuni, pare che la Scozia fosse diventata un luogo di rifugio per gli ultimi Templari, il cui ordine fu disciolto nel 1312.
Questa teoria venne avallata dal fatto che i rapporti tra Chiesa cattolica la Scozia non siano sempre stati buoni. Durante la distruzione dell'Ordine dei Templari, in Scozia regnò re Roberto I detto "Bruce" (1274-1329) che fu scomunicato, per un omicidio avvenuto in una chiesa.
Comunque, questa è una teoria da verificare.
Vi è qualche raffigurazione di calici. Qualcuno dice che abbia a che fare con il "Santo Graal" . Io credo, invece, che sia un simbolo biblico. Del resto, i calici sono citati sia nell'Antico Testamento (ad esempio nel Salmo 22) che nel Nuovo Testamento.
Possiamo dire che la Rosslyn Chapel sia una "Bibbia di pietra". Tra l'altro, nella mia poesia initolata "LEGHJE U LIBRU DI ROSSLYN" ho esposto questa mia chiave di lettura di questo enigma vecchio di seicento anni.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.