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giovedì 6 gennaio 2011

DA BUENOS AIRES ALLA SICILIA,L'ARTE E LA DEVOZIONE

Cari amici ed amiche.


Prima di incominciare, faccio gli auguri di un Santo Natale sereno ai nostri fratelli ortodossi.
Che la loro devozione, unita alla nostra, possa essere di aiuto per tutti.
La devozione si esprime con le opere, la fede, i gesti e l'arte.
E' proprio così, la devozione si esprime anche tramite l'arte.
In fondo, Dio sta anche in tutte le belle cose.
Molto spesso, l'arte ha la funzione di educare l'uomo anche alla fede ed essa non si trova solo nel fasto delle belle chiese o dei musei ma anche in eventi culturali e nei parchi a tema.
Un esempio mi è stata segnalato dall'amica Silvia Beatriz Quadranti di San Nicolas (Argentina) che mi ha inviato delle foto di un parco a tema realizzato a Buenos Aires che mostra le vicende di Cristo in Terra Santa. Una di quelle foto è qui illustrata.
Esso è un revival di opere molto più antiche, come il Sacro Monte di Varallo Sesia (in Provincia di Vercelli).
Quest'opera fu fatta dal frate francescano Padre Bernardino Caimi (1425-1500) e tratta le vicende della Passione e della Crocifissione di Cristo, fino alla Pasqua.
Essa è raccontata da statue lignee e di terracotta ed è divisa in 45 cappelle sistemate in un percorso che porta alla Chiesa della Madonna del Cuore.
Vi sono raccontate le vicende di Cristo, come anche quelle di San Francesco d'Assisi. Tra angeli, demoni e genti varie, quel frate vissuto tra il XV ed il XVI secolo volle portare la Terra Santa in Piemonte.
Lo stesso si può dire degli autori del parco a tema in Buenos Aires.
Un altro esempio di arte pedagogica e devozionale è il Santuario della Beata Vergine Maria di Grazie che si trova nel Comune di Curtatone, in Provincia di Mantova.
Ne parlai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/santuario-della-beata-vergine-di-grazie.html.
Le sue statue (che sono ex voto) incutono timore e rispetto, per la sacralità del luogo. Di fronte a questa sacralità, tutti sono eguali e tutti possono aspirare alla Salvezza.
Infatti, in quel luogo coesistono le statue di persone che uccisero altre persone come dei soldati e perfino quella di un boia che popolarmente è ricordato con il nome in dialetto mantovano "Giuanin d'la Masoeula" , che significa "Giovanni della Mazza".
Vi sono statue di persone umili e quella di potenti, tra i quali cito l'imperatore Carlo V d'Asburgo.
Di fronte alla sacralità del luogo tutti possono aspirare alla Salvezza, il giusto come il peccatore, l'umile come il potente.
Anche in Sicilia, vi sono esempi di arte devozionale, che spesso sfociano in leggende.
Una di queste tratta la statua di San Giacomo Maggiore Apostolo che si trova nella Chiesa parrocchiale dell'Assunta di Galati Mamertino, in Provincia di Messina.
Per la cronaca, in quella chiesa si sposarono i miei genitori.
Intorno a quella statua vi è una leggenda che dice che essa fu voluta dai contadini.
Il principe, che secoli fa governava la zona, la concesse ma pose delle condizioni.
La prima fu quella di essere devoti al Santo.
La seconda fu quella di esporre la statua in occasione di calamità naturali.
La terza fu quella di portare il santo per tre volte l'anno in processione per tutto il paese.
All'inizio, la devozione fu grande e le processioni furono partecipate.
Poi, però, la devozione si affievolì e ci fu chi rifiutò di portare la statua in processione, adducendo al suo peso.
Io, che nel 2000 fui a Galati Mamertino e presenziai alla processione, posso confermare.
La statua doveva essere portata da ventiquattro uomini. sei per ogni braccio della portantina.
Tenete conto del fatto che il paese si trova su un colle ed è pieno di viuzze con sali e scendi.
Quindi, servono quasi una cinquantina di uomini per portare quella statua.
Tornando alla storia, un giorno, il sacrestano aprì la chiesa e non trovò la statua.
Chiamò il prete e cominciò a chiedere se fosse stata rubata.
A un certo punto, arrivò una signora che disse di avere visto la statua che aveva vita propria e che camminava. Si stava allontando da Galati Mamertino.
Era arrabbiato con i galatesi che l'avevano abbandonato.
La gente lo implorava e gli chiedeva di fermarsi. Lui andava avanti.
Ad un certo punto arrivò il prete che gli urlò:
"Fermati Giacomo, in nome del Signore Gesù!".
Il Santo si fermò e rimase a Galati Mamertino, ove potrete ammirarlo.
L'arte può essere una testimonianza di fede e può avere una funzione pedagogica.
Ho portato all'attenzione solo alcune delle bellezze di questo tipo ma ve ne sono altre.
Guarda caso, queste testimonianze sono molto presenti in Italia e ove sono gli italiani.
Sarà un caso?
Cordiali saluti.





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Ringrazio l'amico Morris Sonnino dello screenshot del quotidiano " La Verità ".