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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 10 aprile 2016

Monumento nazionale delle Marche



Castelfidardo, Monumento Nazionale delle Marche, realizzato magnificamente da Vito Pardo, 1912. ll monumento commemora la liberazione delle Marche e dell'Umbria, avvenuta in seguito alla Battaglia di Castelfidardo del 1860, atto conclusivo del Risorgimento che portò in breve all'unificazione della Patria.

venerdì 8 aprile 2011

LA ROCCHETTA MATTEI, IL SIMBOLO DI UN'ERA

Cari amici ed amiche. Da appassionato di arte, quale sono, domenica scorsa ho visto una puntata di "Passepartout", una trasmissione condotta da Philippe Daverio che va in onda su RAI3. E' una delle poche trasmissioni che vedo su quella rete. In quella puntata di "Passepartout", ho visto una cosa molto interessante, la Rocchetta Mattei. Essa si trova sull'Appennino Tosco-Emiliano , a Grizzana Morandi, un Comune della Provincia di Bologna. La sua fama è legata al conte Cesare Mattei (1809-1896) che fu un ricco possidente della Bologna papalina e che da Papa Pio IX ebbe il titolo di conte e lo fece deputato, dopo che questi gi donò un castello a Comacchio, castello con cui il Papa difese lo Stato Pontificio dagli Austriaci. In seguito alla morte della madre (che avvenne a causa di un tumore), Mattei lasciò la politica e si dedicò alla medicina. Fu lui colui che diede inzio all'elettromeopatia e studiò le erbe. Con i soldi che ebbe, Mattei acquistò i terreni della rocca di Savignano, una rocca in rovina che fu prima ancora un santuario di Matilde di Canossa ed il 05 novembre dello stesso anno pose la prima pietra della sua opera, per l'appunto, la Rocchetta Mattei. In essa confluiscono tutti gli stili delle epoche passate e di luoghi esotici. In questa opera si possono vedere i particolari di tutti gli stili, dai portali romanici agli archi gotici, fino ad arrivare ai merli, agli archi moreschi e alle cupole a forma di cipolla, tipiche del mondo orientale indo-islamico. All'interno vi sono finti soffitti lignei che in realtà sono fatti di carta. Purtroppo, la II Guerra Mondiale fece danni. Essa si trova vicino a quella che era la "Linea gotica" ed i tedeschi fecero razzie. Questo edificio non deve essere visto come l'opera di un eccentrico riccone ma come qualcosa di più "profondo". In essa vi sono tutte le inquietudini ed i pensieri dell'uomo nell'epoca del Romanticismo, movimento artistico che si diffuse nel XIX secolo. Il Romanticismo fu molto complesso. Esso si contrappose all'Illuminismo. Mentre quest'ultimo premiava la ragione, il Romanticismo premiava il sentimento. Esso fu una vera e propria "reazione" all'Illuminismo e alla cultura portata dalla Rivoluzione francese. Mentre l'Illuminismo si rifaceva al razionalismo, spesso usato in chiave antireligiosa, il Romanticismo premiava la religione. Inoltre, sul piano artistico, l'Illuminismo era legato al mondo classico mentre nel Romanticismo venivano rivalutati gli stili e le culture del Medio Evo, come lo stile bizantino, quello romanico e quello gotico. Sorse così nuove cattedrali e monasteri gotici. Un esempio fu l'abbazia di Fonthill, in Inghilterra, di cui scrissi nell'articolo che potrete leggere, seguendo il link http://thecandelabra.blogspot.com/2010/06/fonthill-abbey-sogno-pazzia-o.html. Di certo, molte di queste arti furono frutto di menti visionarie che però vollero recuperare quel patrimonio che l'Illuminismo e la Rivoluzione francese tentarono di distruggere. Tra l'altro, nel Romanticismo vi erano più tensioni e ciò si vide nell'arte. Dal un lato, vi era il nazionalismo. Ad esempio, i fratelli Grimm fecero dei libri prendendo spunto di antiche fiabe tedesche. Dall'altro, vi era la volontà di esotismo. Provate a guardare il quadro di Eugene Delacroix che è intitolato "La morte di Sardanapalo" o la stessa Rocchetta Mattei. Nei Paesi anglosassoni si sviluppò il romanzo gotico che portò all'attenzione l'aspetto del soprannaturale e che ebbe un rapporto particolare con il cattolicesimo. Ci fu anche un intreccio particolare con la massoneria. Infatti, molti di coloro che fecero grandi opere monumentali erano massoni. Lo stesso conte Mattei era un "franco muratore". Del resto, la massoneria nacque nel Medio Evo, tra le gilde degli architetti che costruivano le cattedrali. Pensiamo alla compagnia di Padre Soubise, compagnia che contribuì a fare la cattedrale di Chartres. Se guardiamo oggi quel periodo, sembra che vi fosse stata una sovrapposizione tra l'Essere Supremo e il Dio cristiano che è fonte di amore. Certo, è fondamentalmente questo il punto di divisione tra i massoni e noi cristiani. Per i massoni, Dio è il "Grande Architetto dell'Universo" o l'"Essere Supremo". In questo senso, si può essere d'accordo con i massoni. Dio, infatti, è Creatore e, come tale, è un essere pensante e che progetta. Per noi cristiani, però, Dio non è solo il Creatore ma è anche Colui che, per amore verso l'umanità, diede il suo unico Figlio in sacrificio e che punta alla Salvezza dell'uomo. Nella massoneria non c'è questo concetto. Eppure ci furono massoni cattolici, come il poeta inglese Alexander Pope (1688-1744) e ci furono architetti massoni che fecero chiese, come Christopher Wren (1632-1723), a cui dedicai una poesia che potete leggere, seguendo il link http://thecandelabra.blogspot.com/2009/10/littera-di-mastru-christopher.html. Quindi, la Rocchetta Maffei è un simbolo di tutte la complessità del Romanticismo, un movimento che va rivalatato. Del resto, quel movimento fece capire che l'uomo non può avere solo una mente razionale ma anche un sentimento, come la gioia, la rabbia, l'inquietudine, la pace, la paura e l'ambizione. Personalmente, non posso dare torto al conte Mattei. Egli ebbe il sogno di volere avere tutto il mondo vicino a sé. Anch'io provo la stessa cosa, ad esempio, quando guardo la mia collezione di monete ed aggiungo un pezzo nuovo ad essa o quando leggo un libro interessante. Questo sentimento si chiama curiosità e quando questa manca vi è una vera e propria cecità, quella cecità di cui parlava il Vangelo di domenica scorsa, che è citato anche nell'articolo intitolato "Commento alle letture della IV domenica di Quaresima", http://thecandelabra.blogspot.com/2011/04/commento-alle-letture-della-iv-domenica.html. Io non voglio diventare cieco. Cordali saluti.

domenica 1 agosto 2010

SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DI GRAZIE, UN PATRIMONIO DA SALVAGUARDARE


Cari amici ed amiche.

Voglio parlare del Santuario della Beata Vergine di Grazie, chiesa importantissima che si trova a Curtatone, comune della provincia di Mantova.
E' a circa 20 Km da casa mia.
Questo santuario sorge ove vi era un'immagine della Madonna con il Bambino, tra i canneti della riva del fiume Mincio.
Questo luogo fu già sacro in epoca antica, anche per i pagani, che qui eressero un sacello.
Poi ci fu, per l'appunto il capitello con la Madonna con il Bambino.
Qui ci furono episodi miracolosi.
Poi, verso la fine del XIV secolo fu eretta il santuario, per volere di Francesco Gonzaga, in seguito ad una grazia ricevuta, grazia che fece finire le pestilenze.
Vi è anche un'altra versione che dice che Francesco avesse fatto erigere la chiesa per chiedere perdono di un grave delitto, l'uccisione della moglie Agnese Visconti.
Quindi, i lavori furono affidati a Bartolino da Novara che eresse una chiesa in stile gotico-lombardo.
L'interno è a una navata coperta da volte a crociera e con delle cappelle che si aprono ai lati.
La chiesa fu consacrata nel Ferragosto del 1406.
Dal XVI secolo, la chiesa fu adornata con statue che sono ancora oggi visibili. Esse raffigurano i miracolati e che rappresentano uno spaccato della società dell'epoca.
Sono statue lignee e fatte con materiali poveri, come il legno di pioppo, la carta pesta e la colla animale.
Vi sono raffigurati anche personaggi importanti come l'imperatore Carlo V ed il re di Spagna Filippo II, suo figlio.
Nel 1930 lo studioso inglese James Gow Mann scoprì che alcune statue indossavano armature vere che oggi sono esposte nel Museo Diocesano di Mantova.
Queste statue ricoprono le pareti originariamente affrescate con raffigurazioni di scuola nordica.
In queste raffigurazioni (oggi solo parzialmente visibili) vi sono cardinali dell'Ordine Francscano, ordine che fino alle soppressioni napoleoniche gestiva la chiesa.
Durante questo periodo, ci furono numerosi saccheggi. In fondo alla chiesa, vi è l'abside con l'altare maggiore barocco, che fu rifatto nel 1646, con l'immagine della Madonna con il Bambino.
Rispetto alla chiesa, l'abside è eccentrica, spostata a sinistra di chi guarda l'altare.
L'immagine della Madonna era dapprima collocata in una cappella (costruita in epoca posteriore) che si apre sulla destra e che accoglie i numerosi ex-voto.
Tra gli ex-voto ci sono molte stampelle e vi è perfino un pallone usato dal Mantova nei suoi anni d'oro.
Gli stalli che ospitano le statue sono decorati con raffigurazioni di mammelle, occhi e mani in preghiera.
Anch'essi sono ex-voto.
Sulla volta vi è appeso l'elemento più caratteristico, il coccodrillo.
Di esso, si sa che fu voluto dai Gonzaga, come animale del parco acquatico.
Successivamente, la bestia fuggì e si imbatté in due fratelli.
Uno venne ucciso dall'animale ma l'altro lo sconfisse chiedendo un'intercessione alla Vergine.
La bestia venne imbalsamata ed incatenata alla volta della chiesa.
Essa ha anche un valore simbolico.
Infatti, il coccodrillo è usato come simbolo del diavolo sconfitto.
Infatti, nel bestiario medioevale, i rettili simboleggiano il diavolo.
Quindi, ha la funzione di scacciare il male dalla Chiesa, intesa sia come edificio che come istituzione.
Questo santuario è un patrimonio molto importante per noi mantovani e lombardi e sia per l'Italia.
Insieme a luoghi di culto come la Basilica di Loreto o il Santuario della Madonna di Tindari esso è importante per la devozione mariana.
E' quindi un patrimonio da salvaguardare.
Tra l'altro, in questo mese, proprio a Grazie, ci sarà la fiera dedicata all'Assunta, a cui è intitolata la chiesa.
Vorrei invitare gli organizzatori di tale evento a puntare più sulla spiritualità di questo luogo e, magari, meno all'aspetto godereccio.
Bisogna riscoprire il vero senso di quel luogo che esprime la spiritualità e la cultura mantovana e non solo.
Magari, parte dei ricavati potrebbero essere ai preti che gesticono la chiesa, sia per il restauro della stessa che per opere sociali.
Sarebbe una bella cosa.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.