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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 13 dicembre 2014

sabato 19 luglio 2014

venerdì 31 maggio 2013

SARS, non c'è complotto!

Cari amici ed amiche.

E' ricomparsa la Severe Acute Respiratory Syndrome (SARS) e subito ci sono quelli che parlano di complotti orditi dagli Stati Uniti d'America, dagli ebrei, la massoneria e da chissà quali altre figure!

lunedì 7 gennaio 2013

L'atomo? E' un segno del genio creativo di Dio!

Cari amici ed amiche.

Guardate il video qui sopra.
Esso mostra un episodio della serie di fantascienza "Stargate SG1", serie TV il cui cast menziona attori Richard Dean Anderson (nei panni del colonnello Jack O'Neal), Amanda Tapping (che impersona il maggiore Samantha Carter), Michael Shanks (che impersona il dottor Daniel Jackson), Christopher Judge (che impersona il jaffa Teal'c) Don S. Davis (che impersona il generale George Hammond) e J.R. Bourne (che impersona il tok'ra Martouf).

venerdì 3 agosto 2012

La patata e la storia




Cari amici ed amiche.

Guardate questo video.
Esso mostra uno spezzone del VII episodio dell'VIII stagione di "Hell's Kitchen", il noto reality show condotto da Gordon Ramsay.
In questo spezzone, il cuoco di origine russa Boris Poleshuk  parla delle patate.
Ora, la patata è un prodotto della terra che merita attenzione.
Il suo nome scientifico è Solanum tuberosum e proviene dalle Americhe, precisamente dalle Ande.
Qui, le popolazioni le essiccavano e le tenevano come scorta.
Con la scoperta del Nuovo Mondo (1492) la patata si diffuse in Europa.
All'inizio fu vista con sospetto,  poiché coltivata sotto terra.
In Spagna, però, la patata fu conosciuta nel 1539, dopo dei viaggi in Perù ma non destarono interesse. In Italia, invece, ci fu l'interesse.
Tuttavia, in Spagna si iniziarono a mangiare le patate.
La dimostrazione fu proprio il fatto che alcuni carichi di patate fossero stati presenti nelle navi dell'Invencible Armada che fu sconfitta dagli Inglesi nel 1588.
Qui ci fu la coltivazione di massa.
Infatti,   alcuni carichi di di patate finirono sulla costa irlandese.
Sir Walter Raleigh (1552-1618)  notò ciò ed introdusse la coltivazione di patate, specie in Irlanda.
Esse permisero agli Irlandesi di sfamarsi.
Sir Adam Smith (1723-1790) parlò della patata nella sua opera intitolata "An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations" .
Nel 1666, la patata si diffuse in Francia, nel Delfinato.
Nel 1680 arrivò in Lorena, dove nel 1787 fu descritta come cibo principale dei contadini.
In seguito, la patata penetrò anche in Germania e in Svezia.
Qui fu coltivata molto perché la sua coltivazione fu facile.
Fu però, l'agronomo francese Antoine Parmentier (1737-1813) a fare sì che la patata potesse entrare nel menù di tutti,  ricchi e poveri.
Durante la sua detenzione in Prussia (a causa della Guerra dei Trent'anni) egli scoprì le proprietà nutritive.
In effetti, la patata sfamò molte generazioni di europei.
In Irlanda, la sua coltivazione fu fondamentale, tanto che nel 1845 ci fu una calamità.
Un fungo, la Peronospora, colpì tutte le coltivazioni di patate irlandesi.
Ci fu una carestia e tanta gente morì.
Molti irlandesi dovettero scappare negli USA.
Come ha detto il cuoco Boris Poleschuk (nella foto qui sotto), con le patate si può vivere.

Ora, io vi voglio suggerire qualche ricetta con le patate.
Una è una ricetta di mia madre, il Gateau di patate. 
Questo piatto è tipico della cucina napoletana e siciliana.
Gli ingredienti sono:

1Kg di patate, 70 g di burro, 1 bicchiere di latte, 2 uova, 2 o 3 rametti di prezzemolo, 800 ml. di salsa di pomodoro, 300 g di carne macinata (misto manzo, vitello e maiale), 1 carota, 1 costola di sedano, 2 spicchi d'aglio, 1/2 cipolla grande,  1 bicchiere di brodo di carne, 300g di salame, 300 g di piselli,  1 bicchiere di vino banco, 400 g di caciocavallo siciliano, 2 uova sode, olio d'oliva, 300 g di formaggio Parmigiano-Reggiano grattugiato, 1 foglia d'alloro, 300g di pangrattato, noce moscata e sale q.b. 

Per la preparazione:

Prendete le patate e fatele lessare in acqua salata, sbucciatele e fatene un purè, al quale dovrete unire il latte e 50 g di burro, un pizzico di noce moscata grattugiata e 100 grammi di formaggio Parmigiano Reggiano grattugiato.
Unite al purè uno spicchio d'aglio ed il prezzemolo tritati e le uova.
Fate il ragù, facendo soffriggere in un po' di olio d'oliva il sedano tagliato a cubetti , la carota tagliata a rondelle, la 1/2 cipolla tagliata a cubetti, la foglia di alloro e lo spicchio d'aglio intero. Togliete lo spicchio d'aglio e poi aggiungetevi la carne ed i piselli.
Aggiungete il vino bianco e fate rosolare la carne per circa 2 minuti.
Aggiungete poi il brodo e la salsa di pomodoro e fate cuocere il ragù a fuoco basso.
Quindi, vi conviene fare prima il ragù che dovrà essere aggiustato di sale.
Prendete una teglia ed imburratela con 10 g di burro.
Mettetevi un po' di pangrattato sul fondo e sulle pareti.
Poi mettete sul fondo della teglia uno strato di purè.
Sopra questo strato di purè, mettete un po' di ragù, delle fette di caciocavallo, le uova sode affettate, del formaggio Parmigiano-Reggiano grattugiato e del salame tagliato a fette.
Ripetete l'operazione fino all'esaurimento del purè.
Quando si è arrivati in cima, bisogna mettere del pangrattato, del burro a fiocchetti ed il formaggio Parmigiano che resta.
Mettetelo in forno a 180 °C per 15 minuti e poi a 200°C per altri 15 minuti.
Lasciatelo intiepidire per circa 10-15 minuti e poi servitelo.


Un'altra ricetta è quella del Baccalà con le patate, tipico piatto della cucina del Lazio.
L'ho trovata sulla pagina di Facebook "Frascati-Provincia di Roma". 
Essa è la seguente:

Baccalà in umido con patate
Ingredienti per 4 persone
6 tranci baccalà, 10 pomodori ciliegino, 15 olive verdi, 3 patate, 1 bicchiere vino bianco secco, 1 manciata pinoli, 1 cipolla, aglio, prezzemolo, rosmarino, olio extravergine d'oliva, peperoncino, sale.
Preparazione "Baccalà in umido con patate"

Ammollate il baccalà in acqua per una notte.
Soffriggete olio ,aglio, cipolla, prezzemolo e rosmarino tritato in una casseruola larga.
Adagiate il baccalà tagliato a pezzettini nella casseruola e rosolate a fuoco lento, dopo qualche minuto sfumate con vino bianco e fate evaporare.
Aggiungete i pomodorini, una manciata di pinoli, le olive tagliate a rondelle e cuocete per 10 minuti.
Aggiungete le patate tagliate a pezzi grossi.
Salate le patate in quanto il baccalà è molto saporito.
Aggiungete peperoncino a piacere.
Aggiungete un pò d'acqua bollente per non fare seccare il sughetto del baccalà e continuate la cottura finchè le patate sono cotte.



La patata è un prodotto della terra che all'inizio fu vituperato ma poi divenne importante per l'alimentazione di tutti.
Essa può sostituire il pane. 
Cordiali saluti.











sabato 28 gennaio 2012

TERREMOTI E VULCANI, COSA POTREBBE SUCCEDERE?


Cari amici ed amiche.

Da giorni, qui nel nord dell'Italia, vi sono scosse di terremoto.
Ieri ve n'è stata una nel Parmense che si è sentita anche qui nel Mantovano e in altre parti.
L'intensita è stata di magnitaudo 5.4.
In realtà, vi sono situazioni ben peggiori.
Prendiamo, ad esempio, la Cintura di Fuoco, ossia quell'insieme di faglie che si trovano intorno all'Oceano Pacifico.
Qui vi sono i più pericolosi vulcani, come il Tambora (Indonesia), l'Augustin ed il Saint Helens (Stati Uniti d'America) ed il Popocateptl (Messico).
Ci sono anche forti terremoti.
Cito, ad esempio quello che l'anno scorso colpì il Giappone.
Come mai vi sono questi pericolosi eventi?
Il motivo è semplice.
L'attività è causata da moltemplici fattori.
Tra questi va citata la subduzione, ossia il movimento della placca oceanica che si infila sotto quella continentale.
La placca oceanica porta con sé acqua che, evaporando in contatto con il magma, fa aumentare la pressione dello stesso quando risale nei camini vulcanici.
In pratica , i vulcani sono come delle bottiglie di spumante piene di gas.
Più c'è gas, più forte è la pressione. Pù forte è la pressione più forte sarà l'eruzione, che sarà a carattere esplosivo.
A ciò, si unisce anche il tipo di lava.
Le lave di quei vulcani sono lave ricche di silice (SiO2, biossido di silicio).
Le lave ricche di silice (dette lave acide) sono molto viscose.
Questo favorisce la formazione degli stratovulcani, ossia i vulcani con il caratteristico monte a cono.
La lava viscosa fatica ad uscire e ciò contribuisce ad aumentare la pressione.
Questo rende forti anche i terremoti.
La situazione va studiata fino in fondo.
Ciò vale anche per altre aree del nostro pianeta.
Prendiamo, ad esempio, l'Italia, con il Vesuvio, i Campi Flegrei e l'Etna.
Capendo le cose, si potrà essere più attenti a certi fenomeni e, forse, evitare certe disgrazie.
Cordiali saluti.

venerdì 7 ottobre 2011

SALE DI CERVIA

Cari amici ed amiche.

Voglio parlarvi di una tipica specialità italiana, il sale di Cervia.
Cervia è un paese che si trova a ridosso della costa romagnola, in Provincia di Ravenna.
Già gli Etruschi ed i Romani usavano prendere il sale dal Mare Adriatico, attraverso le saline di Cervia.
Così fece anche il Papa, nello Stato Pontificio.
In passato, il sale era prezioso (tanto da essere definito "oro bianco") , perché esso veniva usato per conservare i cibi, come le carni.
Per questo motivo, nacque la superstizione che diche che porti male versare il sale sulla tavola.
Il sale di Cervia viene definito "dolce".
Il motivo è molto semplice.
Nell'acqua del mare vi sono vari ioni, come il sodio, il potassio, il magnesio, il calcio, l'idrogenocarbonato, il cloruro, il bromuro e lo ioduro.
Grazie al particolare principio di evaporazione nelle saline, il sale viene purificato e privato di tutti quei "sali amari", come i sali di magnesio e di potassio.
In pratica, resta il cloruro di sodio (NaCl) , che nel sale di Cervia rappresenta circa il 97%.
Questo conferisce al sale un sapore delicato, quasi dolce, tanto da entrare anche nel cioccolato.
Inoltre, esso viene usato anche nei centri benessere, come le stanze del sale. In questi luoghi, grazie agli aereosol di acqua marina e a una temperatura di 26-27 gradi si possono trarre dei benefici a livello della salute psico-fisica.
Consultate il sito della Salina di Cervia.
Il sale di Cervia è una risorsa per il nostro Paese. Valorizziamola.
Cordiali saluti.

giovedì 17 febbraio 2011

EPIDEMIE, MA QUALE COMPLOTTO...

Cari amici ed amiche.

Quest'anno l'influenza è stata forte. Purtroppo, c'è stato qualche decesso, dovuto più alle complicanze, come la broncopolmonite, o alle condizioni della persona, come l'età o lo stato di salute precario.
Il virus che causa questa malattia fa parte della famiglia delle Orthomixoviridae (nella foto) ed è un virus ad RNA-. Per capire meglio, rileggete l'articolo intitolato "Cos'è un virus'?", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/09/cose-un-virus.html.
Come spesso accade, quando ci sono delle epidemie o pandemie, c'è chi parla di "complotti" fatti da chissà quale potere occulto che mette in giro dei microrganismi.
Capisco che a certe persone piacciano le storie di complotti, i romanzi polizieschi e quant'altro ma dire che le epidemie siano frutto di complotti mi sembra davvero esagerato.
Infatti, la storia è sempre stata costellata di epidemie e pandemie.
Prendiamo, ad esempio, la caduta dell'Impero romano che avvenne nel 476 AD.
Di ciò scrissi nell'articolo intitolato "La fine dell'Impero romano d'Occidente", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/11/la-fine-dellimpero-romano-doccidente.html.
Oltre le cause politiche, a fare cadere l'Impero romano d'Occidente furono anche le malattie, come il vaiolo, la lebbra e la peste.
Infatti, espandendosi, l'impero venne a contatto con altri popoli e con malattie che i Romani non conoscevano e che in Italia non ebbero mai visto.
Essi non svilupparono le giuste difese immunitarie e né le contromisure atte ad affrontare le epidemie.
Scrissi anche un altro articolo che fu intitolato "Storia e malattie", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/storia-e-malattie.html.
Una cosa analoga avvenne nel XVI secolo, quando gli Europei sbarcarono nelle Americhe.
Gli indigeni non furono sterminati tanto dalle armi quanto dalle malattie.
Gli Europei, infatti, portarono con sé delle malattie che gli indigeni non conoscevano.
Questi ultimi non svilpparono le difese immunitarie contro di esse.
Quindi, anche il comune raffreddore, che è causato dal Rhinovirus, causava delle stragi di indigeni.
Inoltre, bisogna tenere conto di un'altra cosa.
I microrganismi, protisti, batteri e virus hanno un genoma.
Il genoma è un qualcosa che può ricombinarsi o mutare.
Faccio un esempio "a prova di stupido".
Parlo del virus dell'influenza.
Un virus infetta il mio corpo e causa l'influenza, da cui guarisco.
Durante la mia malattia, io contagio delle persone.
Ora, non è detto che il virus che infettato la persona contagiata da me sia lo stesso virus che ha infettato il sottoscritto.
Entrando nel mio corpo, il virus può ricombinarsi geneticamente ed uscire con caratteristiche diverse da quelle originali. Quindi può avere antigeni diversi ed il sistema immunitario della persona che infetterà potrebbe non avere le difese preparate ad affrontarlo.
Faccio un altro esempio, sempre "a prova di stupido".
La scarlattina è causata da uno strepetococco, un batterio di forma sferica, Gram+ e che con i suoi simili si dispone a catenelle.
Ora, questo strepetococco non farebbe nulla se non venisse infettato da un virus batteriofago che nel altera il genoma e che lo rende virulento.
Anche un uso sbagliato delle medicine da parte dell'uomo può essere pericoloso.
Prendiamo ad esempio la Shigella, un bacillo facente parte della famiglia delle Enterobatteriacee, Gram-, generalmente, catalasi positiva, ossidasi negativa, fermentante gli zuccheri con produzione di acidi e non di di gas e non fermentante il lattosio.
Ora, questo batterio causa delle dissenterie ma vi sono degli antibiotici che possono contrastarlo.
Purtroppo, nel 1952, furono isolati dei ceppi che si dimostrarono resistenti agli antibiotici.
Questo avvenne perché vi fu una mutazione del genoma.
Del resto, si stanno facendo degli studi, proprio sulle mutazioni dei batteri.
Ad esempio, suscitano molto interesse lo storie intorno alle mummie di Palermo.
Ne parlai nell'articolo intitolato "Mummie di Palermo, un patrimonio di scienza e di cultura", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/mummie-di-palermo-un-patrimonio-di.html.
Di ciò parlò l'antropologo Dario Piombino nella trasmissione "Mistero", trasmissione che va in onda su "Italia 1".
Potete vedere il video, seguendo il link http://www.video.mediaset.it/video/mistero/puntate/210194/il-mistero-delle-mummie.html.
Quindi, parlare di complotti allorché vi sia un'epidemia mi sembra fuori luogo e pericoloso.
Basti pensare a quello che successe nel XIV secolo, con la "Peste nera".
Scrissi di ciò nell'articolo intitolato "La peste nera, una tragedia che fece finire un'era", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/la-peste-nera-una-tragedia-che-fece.html.
Durante quel periodo, la gente perse ogni riferimento con la realtà e iniziò a cercare un capro espiatorio.
Gli ebrei furono il capro espiatorio ed iniziarono a comparire dei "predicatori" , i "flagellanti".
I "flagellanti", spesso e volentieri, sfuggivano anche al controllo della Chiesa e ad essa disobbedivano.
Con le loro predicazioni deliranti, i "flagellanti" aizzavano la gente disperata contro gli ebrei.
Tanti innocenti morirono!
Per questo, può essere pericoloso parlare di "complotti". Infatti, certe teorie possono spingere certe menti malate a cercare i capri espiatori (che possono essere individati negli gli ebrei, in un deteminato governo, in un determinato Paese, perfino in noi cristiani o in quant'altro) contro cui aizzare la gente.
Certo, oggi ci sono le biotecnologie e se queste dovessero finire in mani sbagliate potrebbero essere pericolose.
Però, parlare di "complotti" ad ogni epidemia influenzale è pura fantascienza ed è fuori dalla realtà e che, al massimo, può andare bene per scrivere un romanzo.
Bisogna credere alla scienza, che è un dono di Dio, e non alla fantascienza.
Cordiali saluti.

martedì 15 giugno 2010

SU MARTE C'ERA LA VITA?


Cari amici ed amiche.
Parliamo un po' del celeberrimo "Pianeta rosso", Marte.
Basta prendere un cannocchiale per vederlo.
Esso ha un'atmosfera rarefatta e composta per il 95, 32 % da CO2 (anidride carbonica) e sulla sue superficie ci sono tempeste di sabbia violentissime, con "diavoli di polvere" alti parecchi metri.
E' ovvio che in simili condizioni la vita è impossibile.
Eppure, secondo gli studi del ricercatore di Montorio al Vomano (quasi mio conterraneo) Gaetano D'Achille, circa 3,5 miliardi di anni fa, Marte non era così.
Secondo D'Achille, sull'emisfero boreale del pianeta vi era un vasto oceano e sulle terre emerse vi erano almeno 4000 fiumi.
Quindi, su Marte c'era l'acqua.
Se c'era l'acqua, voleva dire che c'èra anche un'atmosfera, magari simile alla nostra, costituita dal 78,08 % di azoto (N2), dal 20,95% di ossigeno, dallo 0,93% di argon (un gas nobile) ed il resto da altri gas.
Cosa può essere successo, allora?
Un'ipotesi, potrebbe essere un'alterazione del nucleo del pianeta che avrebbe fatto diminuire il campo magnetico che non sarebbe più stato in grado di trattenere i gas.
Questo avrebbe generato la perdita dell'atmosfera e dell'acqua.
A questo potrebbe essersi unita anche una deriva del pianeta che si sarebbe allontanato dal Sole e raffreddato.
Questo spiega la presenza di ghiaccio (ricoperto da "ghiaccio secco", CO2 solida) sui poli e le temperature di -140° C negli inverni polari e di 20°C nelle estati marziane.
A questo punto sorge spontanea una domanda.
Su Marte c'era la vita?
Il 16 agosto 1996 la rivista "Science" annunciò la presenza di tracce organiche sul meteorite ALH 84001.
E probabile che questo meteorite caduto sull'Antartide circa 15000000 di anni fa si fosse formato su Marte circa 3,6 miliardi di anni fa.
Inoltre, sulla rivista "International journal of Astrobiology", comparve una ricerca di Vincenzo Rizzo e Nicola Cantasano che ipotizzarono la presenza su Marte di sedimenti simili a stromatoliti, ossia resti di esseri viventi fotosintetici, come cianobatteri e piante.
Inoltre, anche la presenza del metano (CH4) può essere un segnale di un'antica presenza di vita.
Infatti, questo gas si forma per decomposizione delle materie organiche
A prescindere da ciò, gli studi su Marte devono essere utili a farci capire le dinamiche del nostro pianeta, la Terra, e di quello che potrebbe succedergli.
Cordiali saluti.

domenica 23 maggio 2010

L'AVVELENAMENTO DELLO ZAR IVAN IV




Cari amici ed amiche.
Al nome di un sovrano vennero spesso attribuiti aggettivi.
Ad esempio, a Papa Leone I venne attribuito l'aggettivo "Magno", come anche a Carlo, imperatore del Sacro Romano Impero.
A un sovrano però venne attribuito l'aggettivo "terribile".
Dapprima, questo aggettivo fu attribuito a Ivan III (1440-1505) di cui un ambasciatore austriaco disse che "aveva uno sguardo così penentrante da fare svenire le donne".
Questo aggettivo gli fu strappato (a pieno titolo) dal nipote, lo zar Ivan IV (1530-1584).
Durante i suoi quasi cinquantaquattro anni di vita, Ivan IV acquistò questa fama di ferocia e crudeltà.
E fu una fama meritata.
Rimasto orfano di padre nel 1533, nei primi anni del suo regno (che iniziò nel 1547) Ivan dimostrò grande intelligenza politica.
Con lui, Mosca divenne la "Terza Roma" ed egli assunse il titolo di Zar, Cesare in russo.
Egli fu discendente diretto della nipote di Costantino XI Paleologo, ultimo imperatore bizantino.
Con un editto intimò ai nobili di portare a Mosca le loro figlie da marito, perché potesse scegliersi la futura moglie.
La sua scelta cadde su Anastasia, figlia del nobile Nikita Romanovic Zacharyn-Juriev.
Da pochi anni Ivan iniziò a manifestare degli sbalzi d'umore che con Anastasia riusciva a controllare.
La sua cruideltà iniziò a manfestarsi veementemente.
Nel 1547, alcuni rappresentanti di un villaggio della Moscovia si lamentarono presso di lui del governatore.
Egli ordinò alle sue guardie di cospargere gli uomini di acquavite e di bruciarne la barbe.
Mentre i soldati stavano eseguendo gli ordini del monarca, i servi vennero ad avvisarli che Mosca era in fiamme.
La capitale fu semidistrutta e morirono 1700 persone.
Lo zar credette che l'incendio fosse stato una punizione divina e lui (che era religiosissimo, tanto da segnarsi ad ogni boccone di cibo che mangiava) si pentì pubblicamente.
Intanto, con lui i Russi conquistarono il Kahnato di Kazan (1552). Inoltre, la sua fu una politica di apertura verso l'Occidente. Favorì i commerci con Paesi come l'Inghilterra.
Nel 1553, lo zar fu colpito da una grave febbre e nominò il figlio Demetrio quale erede.
I nobili non giurarono fedeltà all'erede.
Ivan poi guarì e decise di andare in pellegrinaggio ma mentre era in viaggio dovette tornare a Mosca.
Il figlio Demetrio morì annegato nel fiume Sesna.
Nel 1556, la città di Kazan si ribellò.
Le follia di Ivan si fece strada e la dimostrazione fu durante l'assedio della città ribelle.
Qui Ivan fece chiudere tutte le chiese ed i conventi (perché non potessero dare asilo alla gente) e fece fare un massacro in piena regola.
Sazio di orrore, Ivan dette ai superstiti il suo perdono e chiese loro di pregare per lui.
Per celebrare la vittoria di Kazan, Ivan fece edificare la più importante chiesa di Mosca, la cattedrale di San Basilio.
Fece fare una chiesa con nove cupole (una al centro e otto nei lati) che doveva ricordare Gerusalemme.
Alla fine accecare gli architetti perché non potessero costruire un edificio (da lui ritenuto) più bello.
La sua follia si aggravò nel 1560, con la morte di Anastasia, pare assassinata dai boiardi.
Qui scelse di creare l'Opricnina, una sorta di polizia segreta.
Il suo quartier generale fu Aleksandrovsk, ove Ivan fece costruire una sorta di "monastero" in cui stette anch'egli
Questa polizia seminò il terrore e, secondo certe stime, 10000 uomini caddero a causa sua.
Vittime principali dell'Opricnina furono i boiardi, classe feudale odiata dallo zar.
Inoltre, causò anche una grave carestia, a causa delle razzie.
Nel 1581 ci fu la tragedia. Ivan picchiò sua nuora (rea di essersi vestita in modo appariscente) con una violenza così furibonda e ne causò l'aborto. In seguito litigò con il figlio (anch'egli chiamato Ivan) e lo colpì con il suo bastone, la cui punta fu acuminata e di ferro. Il colpo fu mortale.
Si raccontò in seguito che quel fatto in poi, lo zar andasse in giro per il Cremlino pronunciando il nome di suo figlio. Si fece anche una lista delle persone contro cui vendicarsi.
Fu una lista fatta quasi con scrupolo religioso.
Nel 1584 capì che la sua vita era al termine.
Oramai malato chiamò suo figlio Fedor e lo proclamò suo erede.
Morì il 18 marzo 1584 mentre giocava a scacchi.
Sulla sua follia si disse (e si dice ancora oggi) molto.
Secondo certe teorie, pare che essa sia figlia delle violenze che subì da piccolo per mano dei boiardi.
E' una teoria veritieria, visto anche il suo odio verso di loro.
Inoltre, a contribuire a ciò ci fu anche la morte dell'amata Anastasia che lo rese selvaggio e crudele.
C'è però un'altra teoria. Secondo un'analisi fatta negli anni Sessanta, nelle sue ossa fu trovata una grossa quantità di MERCURIO.
Egli fu malato e soffrì sia di sifilide che di reumatismi.
Pare che, tra i vari medicinali, i suoi archiatri gli avessero somministrato dosi massicce di prodotti contenenti mercurio.
Questo potrebbe spiegare l'aggravarsi delle sue turbe psichiche e forse anche la morte.
Il caso di Ivan IV "Il Terribile" può essere la dimostrazione di tutte le contraddizioni della società di allora, una società in cui vi furono violenza a religiosità ed in cui spesso fu la superstizione a dettare la scienza.
Cordiali saluti.

venerdì 21 maggio 2010

CELLULA ARTIFICIALE, DUE PAROLE




Cari amici ed amiche.
Ieri, un team di scienziati americani capeggiati da Craig Venter è riuscito a creare una cellula con un genoma artificiale. Il cardinale Angelo Bagnasco (nella foto) ha definito questa scoperta "frutto dell'intelligenza umana che è dono di Dio".
In realtà, questa non è tanto una scoperta.
Infatti, in precedenza si potevano sintetizzare i geni del DNA (acido desossiribonucleico, nella foto), tramite l'enzima della trascriptasi inversa.
Questo enzima è già presente in natura, nei retrovirus (virus ad RNA, tra i quali è menzionato l'HIV, agente eziologico dell'AIDS).
Tramite gli amminoacidi di una proteina si può trovare la sequenza dell' m-RNA (RNA messaggero, acido ribonucleico) che codifica per ottenerla, poi da lì si può trovare il gene del DNA.
Già si fa così per sintetizzare l'insulina.
Una volta sintetizzato il gene che codifica per ottenere questo ormone proteico lo si inserisce in un virus batteriofago temperato (che non fa il ciclo litico) che, a sua volta, lo inietta in un batterio coltivato, come l'Escherichia coli.
Questa batterio così ricombinato inizia a produrre insulina umana.
Nel caso della scoperta di Venter, vi è una cellula con il genoma sintetico.
Ora, la scoperta può anche essere positiva.
Infatti, da lì si possono trovare rimedi contro i tumori e si possono creare anche organi per i trapianti o si possono sintetizzare antibiotici più efficaci.
Per contro, devono risultare legittime alcune perplessità.
La prima, riguarda l'uso che si può fare di questa scoperta.
Infatti, un uso improprio o criminale di essa potrebbe avere conseguenze catastrofiche sull'umanità.
Ad esempio, se tutti i procedimenti per ottenere la celula artificiale dovessero cadere in mani sbagliate (come quelle dei terroristi) queste potrebbero creare anche armi di distruzione di massa, come quelle batteriologiche. Ad esempio, si potrebbe creare un batterio resistente ai farmacicapace di provocare una malattia che potrebbe sterminare interi popoli.
La seconda, riguarda la possibilità di aprire la strada all'eugenetica, con tutte le questioni etiche e scientifiche.
Scoperte come quelle di Venter non vanno demonizzate ma vanno sempre usate per il bene.
Cordiali saluti.











































domenica 16 maggio 2010

BIRRA, DA BEVANDA A RISORSA FUTURA








Cari amici ed amiche.


Vi parlo della birra. Questa bevanda è un prodotto della fermentazione alcolica di un mosto di malto d'orzo (Hordeum distichon), è oggi molto diffusa e ha origini molto antiche.
Era già nota presso i Sumeri, dal VI millennio BC. Secondo quanto raffigurato certe statue e raffigurazioni la birra fu molto presente anche presso gli Egizi. Tra il III ed il I secolo BC , durante l'epoca dei Tolomei (della cui famiglia fece parte la regina Cleopatra), la birra venne prodotta industrialmente.
In Grecia, parlano di essa i testi di Erodoto, Senofonte e Teofrastro (IV secolo BC). Essi danno notizie in particolare di una birra di miglio.
In Grecia, essa venne disprezzata, poiché i Greci ritenevano "poco virile" consumare vino d'orzo.Della birra si parlò anche a Roma. Plinio (I secolo AD) parlò una bevanda ricavata dalle fermentazioni delle biade.
Nel Sud America si diffuse una bevanda simile chiamata chicha. Essa è ancora oggi molto diffusa tra gli indigeni e la si ricava dal mais, da altrio cereali, dalla frutta e dalla manioca.
La birra per come la conosciamo noi (con l'uso del luppolo), però, risale all'VIII secolo AD e venne introdotta in Francia durante il regno di Pipino il Breve.
Nel XIII secolo essa si diffuse nel Brandeburgo e nella Baviera. La legislazione italiana dice che la birra è un prodotto ottenuto con fermentazione alcolica con ceppi selezionati di lievito Saccharomyces cerevisiae di mosti preparati con malti d'orzo torrefatto ed amaricati con luppolo. Il malto d'orzo può essere sostituito con quello di altri cereali (come frumento o riso) in misura percentuale massima del 25% calcolata sul peso complessivo del cereale impiegato.
La preparazione della birra parte dal malto.
Esso viene preparato facendo macerare l'orzo in acqua dai due agli otto giorni.
I chicchi sani si rigonfiano (per preparare la germinazione) e vanno in superficie mentre quelli guasti no.
Questi ultimi vengono scartati e dati al bestiame.
La germinazione dei chicchi sani avviene tra i 15 e 20 °C, per otto o quindici giorni. Si procede poi alla degerminazione che serve ad eliminare il germe che contiene degli olii che durante la fermentazione agiscono da antischiuma.
Si ottiene così il malto verde che viene essiccato in essiccatori a cassetti, o a cilindri, ad una temperatura compresa tra gli 80 ed i 95 °C.
Si ottiene così il malto chiaro per la "birra chiara". Se si essicca il malto verde ad una temperatura che varia dai 95 ai 105 °C si ottiene il malto scuro.
Per le birre molto scure si arrostice il malto verde in cilindri a fuoco diretto.
Il malto passa poi alla fase di ammostamento. Esso viene vagliato, macinato ed inviato in caldaie. Al malto vengono aggiunte acqua e farina di altri cereali crudi. Alla miscela viene aumentata la temperatura. L'ammostamento serve per mettere in soluzione acquosa le sostenze del malto. Ciò avviene per mezzo di enzimi come le diastasi presenti nel malto che idrolizzano i costituenti lineari, l'amilosio e ramificati, le amilopectine, degli amidi e le peptidasi che attaccano le proteine.
L'ammostamento si può fare per decozione e per infusione.
L'infusione può essere ascendente, ossia con malto impastato con acqua fredda e poi misclato con acqua ad 80°C per portarlo alla temperatura di 60° e mantenuta qualche ora per permettere la saccarificazione dell'amido, oppure discendente, con un impasto alla temperatura di 70°C che viene miscelato con acqua ad 80°C.
La temperatura viene mantenuta a 65°C.
Quest'ultimo metodo è in uso in Gran Bretagna, ove si produce birra a fermentazione alta, ossia con lievito che resta nella parte alta del fermentatore.
La decozione, invece, consiste nell'impastare la farina di malto con acqua calda fino ad avere una miscela ad una temperatura di 75 °C. L'ammostamento per decozione si può fare anche con tecnica delle "due o tre miscele". Le farine di altri cereali vengono preparate a parte per produrre la salda d'amido. In questo caso, i 75 °C vengono raggiunti riscaldando all'ebollizione le aliquote successive della miscela. La decozione è in uso in Austria, in Germania e qui in Italia, ove si produce birra a fermentazione bassa, ossia con lievito immerso nel liquido. Il mosto viene poi chiarificato in tini. La parte solida (trebbie) viene scartata ed usata per alimentare il bestiame.
Al mosto vengono poi aggiunti i fiori femminili del luppolo, le cui ghiandole contengono la luppolina che è un insieme di olii essenziali, come mircene e geraniolo e varie resine, come umuloni, lupuloni e coumuloni.
Questi composti stabilizzano la birra, fanno precipitare le proteine instabili del mosto (durante l'ebollizione) e ne danno il sapore caratteristico.
Il mosto viene cotto.
Successivamente viene raffreddato in vasche di ferro, mediante scambiatori di calore, e viene portato ad una temperatura compresa tra 5 e 6 °C.
In condizioni asettiche, a questo si aggiunge il lievito coltivato.
Inizia così la fermentazione . Durante questa fase NON DEVE ESSERCI L'AREANZIONE che farebbe ossidare la birra.
Durante questa fase avvengono i processi biochimici di trasformazione degli zuccheri in alcol e CO2, un abbassamento del pH che rende la birra più secca nel gusto e la diminuzione dele sostanze amare.
Dopo la fermentazione, la birra viene decantata e fatta passare in fase di stagionatura. Questa fase avviene in botti chiuse con valvole tarate. Qui la birra si satura di CO2.
Presa con la dovuta moderazione, la birra è un alimento sano.
Essa contiene zuccheri, proteine, sali e vitamine idrosolubili.
Inoltre, contiene acqua, quindi è diuretica.
I Paesi che ne consumano di più sono la Germania, La Gran Bretagna e gli USA.
Essa però, può dare molto di più.
Durante la I e la II Guerra Mondiale, in Germania si sfruttò la fermentazione della birra per fare CRESCERE IL LIEVITO.
In quanto formato da cellule, il lievito è ricco di proteine.
In quei periodi, esso venne usato come integratore alimentare.
Si scoprirono così le SCP (Single Ccell Proteins, Proteine unicellulari).
Si potrebbe riperecorrere la stessa strada, togliendo però gli inconvenenienti come la presenza degli acidi nucleici (DNA e RNA) che, in quanto ricchi di basi azotate puriniche, favoriscono l'insorgere della gotta.
Quindi, la birra rappresenta la storia e può essere una risorsa molto più importante di quanto si possa immaginare.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.