Cari amici ed amiche.
Vorrei proporvi un piccolo itinerario per l'estate.
E' un intinerario ricco di arte di storia e di leggende.
Esso parte dalla Romagna e finisce in Abruzzo.
Incominciamo subito il viaggio, partendo da Sarsina, in provincia di Forlì-Cesena.
In questo borgo nacque il commediografo latino Tito Maccio Plauto (l'autore dell'opera Menecmi).
Qui vi sono resti di catacombe romane (raccolte in un museo) e la Concattedrale in stile pre-romanico.
In questa chiesa dedicata a San Vicinio, si può ricevere una particolare benedizione.
Essa viene fatta con il "Collare di San Vicinio" e si dice che essa abbia fatto anche degli esorcismi.
Anch'io, che andai a Sarsina nel 1996, ricevetti questa benedizione.
Sulla Valle del Marecchia, in territorio sempre romagnolo (ma vicino al confine con le Marche), adagiato su un blocco di roccia, vi è il il borgo di San Leo, con il forte.
Costruito nel Medioevo, sui resti di un fortilizio romano, il forte di San Leo fu simbolo della signoria dei Montefeltro. Nel 1441, Federico da Montefeltro migliorò la rocca costruendo possenti mura e quattro torrioni, dei quali oggi ne restano due. Tali opere furono dell'architetto Francesco di Giorgio Martini, lo stesso che fece la cittadella di Torino.
Con il passaggio allo Stato Pontificio (XVII secolo) la rocca servì da prigione.
Qui vi fu imprigionato anche l'avventuriero settecentesco Cagliostro.
Altre cose da vedere a San Leo sono il duomo, la pieve ed il convento di Sant'Igne, tutti capolavori di arte romanica e gotica primitiva.
Da San Leo si può raggiungere Rimini con il suo famoso Tempio Malatestiano o cattedrale di Santa Colomba.
In origine fu una chiesa gotica dedicata a San Francesco e retta dai francescani che per volere di Sigismondo Malatesta venne modificata e resa simile ad un tempio romano nel 1447.
A fare ciò contribuì un fior d'architetto come Leon Battista Alberti, lo stesso che realizzò la basilica di Sant'Andrea a Mantova.
L'opera rimase incompiuta ma ha il suo fascino nelle sculture al suo interno.
In esso sono sepolti Sigismondo e sua moglie ed anche il filosofo bizantino Giorgio Gemisto Pletone.
Andando più a sud e andando nelle Marche, troviamo il Castello di Gradara.
Esso fu erettto tra il XIII ed il XIV secolo.
Fu dei Malatesta e fu teatro di una grande tragedia, quella di Paolo e Francesca.
La vicenda risalì alla fine del XIII secolo e fu la storia di un amore finito in tragedia.
Francesca, della signoria dei Da Polenta, dovette sposare Gianciotto Malatesta.
Questi, però, era deforme e brutto e allora mandò da lei suo fratello Paolo.
Ci fu il matrimonio che fu per procura ed il procuratore fu proprio Paolo.
Qui avvenne la tragedia. Francesca si innamorò di Paolo (che la ricambiò) e tradì Gianciotto.
Quest'ultimo scoprì il tradimento e fece uccidere i due amanti.
La leggenda vuole che durante le notti di plenilunio nel castello compaiano il fantasma di Paolo e Francesca.
La tragedia è citata anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri, Canto V dell'Inferno.
Da lì si può andare a Frasassi (in provincia di Ancona) e visitare le celebri grotte.
Andando più a sud troviamo Ancona, con la sua "Fontana dalle Tredici Cannelle" ed il duomo di San Ciriaco. Suggestivo è anche il promontorio del Conèro.
Da lì si può andare a Loreto ove vi è la celebre basilica mariana, con una Madonna nera e che ospita la Casa di Maria.
Pare che essa fosse stata portata proprio dalla Terra Santa dai Cavalieri Templari.
Le piccole croci rosse di stoffa che sono state trovate lì sembrano confermare ciò.
Dalle Marche andiamo in Abruzzo, nella Provincia di Teramo.
Non può mancare una visita al Santuario di San Gabriele dell'Addolorata.
Posto sulle pendici del Gran Sasso d'Italia, esso fu costruito su un precedente convento francescano a partire dal XIX secolo.
All'interno della Chiesa antica vi sono la Tomba di San Gabriele (ove avvennero molti miracoli) ed una cappella in stile gotico-vittoriano che ospitava l'urna con le spoglie del Santo, oggi ospitate nella cripta della Chiesa nuova, un costruzione in cemento armato del XX secolo. Non lontano dal santuario vi è il borgo di Castelli con le sue ceramiche che lo decorano.
Scusate se la carrellata è stata breve ma se avessi detto tutto non sarebbe bastato questo blog per spiegare.
E poi, è meglio vedere le cose di persona.
Cordiali saluti.
Fortunatamente la valle del Marecchia non é più marchigiana.Primo caso ed unico in tutta la storia della Repubblica Italiana sette comuni della Valmarecchia hanno lasciato le Marche per tornare dopo 200 anni circa in Romagna.Saluti.Sergio celli
RispondiEliminaC'è stato un referendum.
RispondiEliminaEffettivamente, da un punto di vista geografico la Valle del Marecchia è romagnola.
Basti pensare al fatto che una persona di Pennabilli o di San Leo doveva prendere l'autostrada a Rimini per andare a Pesaro.
Non era proprio comodo.
Grazie.
Cordiali saluti.