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domenica 13 giugno 2010

VENEZIA, BASILICA DI SAN MARCO, UNA COPIA SENZA L'ORIGINALE








Cari amici ed amiche.
Tutti noi conosciamo la celeberrima Basilica di San Marco a Venezia.
In essa risposano le spoglie di San Marco.
Pochi di noi, però, la chiesa che fu presa come modello per la sua costruzione.
Questa chiesa, infatti, non esiste più, come non esiste più l'impero in cui si trovava.
Sto parlando della Chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli, capitale del glorioso Impero Bizantino.
Fondata dall'imperatore Costantino I (274-337), questa chiesa ebbe una pianta a croce greca. Essa divenne modello di altre chiese, come la Basilica degli Apostoli di Gerasa e la Basilica apostolorum fondata a Milano da Sant'Ambrogio Vescovo. In essa, ci furono stelai, lapidi e cenotafi (tombe vuote) che ricordavano gli Apostoli. Essa accolse anche i teschi di Sant'Andrea e dell'Evangelista Luca, oltre a quello di San Timoteo, i resti di San Giovanni Crisostomo e di altri Padri della Chiesa e martiri. Inoltre, vi era anche una colonna (detta "della flagellazione" ) che si crede sia quella a cui fu legato Gesù e che oggi si trova nella Basilica di Santa Prassede a Roma.
Nel 395 vi fu tumulata la salma dell'imperatore Teodosio I.
Nel VI, secolo, l'imperatore Giustiniano I (482-565) la fece ricostruire insieme alla Basilica di Hagia Sophia, all'indomani della rivolta di Nika (532) che fu sedata in un bagno di sangue.
Priobabilmente, la chiesa di epoca giustinianea fu presa come modello per la basilica veneziana.
Con la Quarta Crociata (1204-1204), la chiesa fu spogliata di tutte le reliquie e dei tesori artistici.
Molti di questi, oggi, si trovano proprio a Venezia, città che beneficò del vergognoso "Sacco di Costantinopoli".
Nel 1261, da Nicea, l'imperatore bizantino Michele VIII Paleologo (1223-1282) tornò a Costantinopoli.
Trovò la chiesa in pessimo stato ed eresse in essa una statua di San Michele, sia per ringraziare il santo e sia per commemorare sé stesso.
Nel trecento, l'imperatore Andronico II (1259-1332) fece restaurare la chiesa ma con il declino dell'impero essa andò in grave stato di abbandono.
Nel 1453, all'indomani della conquista turca di Costantinopoli e del martirio di San Costantino XI, il sultano Mehmet II Fatih (1432-1481) pretese di nominare il Patriarca di Costantinopoli.
Diede il bastone patriarcale all'anti-unionista Gennadio Scolario.
Con la Basilica di Hagia Sophia trasformata in moschea, egli trasferì la sede patriarcale della Chiesa greco-ortodossa proprio nella Chiesa dei Santi Apostoli.
Il quartiere, però, venne presto colonizzato dai musulmani che non tollerarono la presenza della chiesa, che tra l'altro andava in rovina.
Il Patriarca trasferì la sede patriarcale nella chiesa di Pammacharistos, nel quartiere Fanar.
Mehmet non trasformò la Chiesa dei Santi Apostoli in moschea ma la demolì e la sostituì con la Fathi Camii, moschea del Fatih, che fu una moschea-mausoleo in cui oggi riposano le spoglie del sultano.
Nel link sottostante vi è una possibile ricostruzione della Chiesa dei Santi Apostoli.
Un'immagine della chiesa si trova anche nella miniatura del Codice Vaticano del 1162 (a destra).
Quindi, la Basilica di San Marco a Venezia non è solo un importantissimo luogo di culto ma anche una reminescenza di un mondo che oggi non c'è più.
E' una copia senza l'originale.
Cordiali saluti.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".