Cari amici ed amiche.
Sul sito http://www.asianews.it/ è comparsa una notizia che potrebbe confermare quanto da me detto sulla Turchia. Essa parla proprio del caso dell'uccisione del Vicario Apostolico di Anatolia, Monsignor Luigi Padovese. Questa notizia riporta alcune testimonianze di persone che hanno sentito tutto mentre il prelato veniva ucciso da Murat.
Alcuni testimoni l'hanno sentito il presule che gridava aiuto. In seguito hanno sentito le urla del suo carnefice che gridava: "Ho ammazzato il grande Satana! Allah Akbar!".
Il corpo del prelato è stato in seguito sgozzato e quasi decapitato. La testa era attaccata al resto del corpo solo dalla pelle della parte posteriore del collo.
Ciò smentisce la tesi dell'infermità mentale e conferma quella dell'OMICIDIO A SFONDO RELIGIOSO.
A questo punto, inizia ad emergere un aspetto inquietante.
In Turchia il fondamentalismo islamico è diventato visibile e si è rafforzato.
Lo testimonia questa barbara uccisione. Lo testimonia il martirio di don Andrea Santoro, avvenuto a Trebisonda nel 2006, e lo testimonia anche la questione cipriota che non si riesce a risolvere.
Questa questione fu toccata anche dalla visita del Papa a Cipro, di cui ho parlato nell'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/21978/2010-06-08.html.
Proprio a Cipro si vede uno spaccato dell'attuale situazione in Turchia.
Nella parte nord del'isola (occupata dall'esercito turco dal 1974) vi sono grossi problemi.
Lì le chiese vengono distrutte, trasformate in moschee o riconvertite in altri usi.
Anche le chiese trasformate in moschee (come la cattedrale di Famagosta, nella foto) non sono in belle condizioni.
Perfino il monastero di San Barnaba (che si trova a Salamina) è oggi un museo, come anche l'Abbazia di Bellapais (nella foto) che in parte è in rovina.
E' chiaro che se la Turchia fosse un Paese realmente laico, la questione cipriota si sarebbe risolta e, ad esempio, si sarebbe permesso ai greco-ciprioti di ritornare nella parte nord del'isola e si sarebbero restituite le chiese.
Invece, non c'è la volontà di risolvere la cosa, da parte dei turchi.
Inoltre, in Turchia sono presenti anche degli italiani, i famosi Levantini, discendenti di quei nostri connazionali che secoli fa si stabilirono in Medio Oriente.
Ad Istanbul vi è una comunità di Levantini.
Dovremo cominciare a preoccuparci anche per loro
E' chiaro che il dialogo diventi difficile (se non impossibile), dato che chi sta dall'altra parte non prende nettamente le distanze dai fondamentalisti e non crea le condizioni favorevoli.
Un dialogo serio si fa in due.
Io credo che chi vuole l'ingresso della Turchia in Europa debba un attimino riflettere.
Potrebbe essere un azzardo.
Cordiali saluti.
Vi lodo per questo post eccellente!
RispondiEliminaHo imparato le cose ancora peggiori sulla Turchia da te...molte grazie
Mi hanno legato a te sul mio blog (hyper linked to this post!)
Erdogan is a tyrant and a scumbag of the worse order.
Ti prego di scusare il mio cattivo italiano, salut
Che Dio ci aiuti se la Turchia entrerà in Europa.
RispondiEliminaGrazie Carlos!
RispondiEliminaChe Dio ci aiuti davvero!
RispondiEliminaSe la Turchia dovesse entrare in Europa, vi saranno molti problemi.
Il primo è rappresentato dalla possibilità di circolare liberamente in Europa non solo dei Turchi ma anche di quei cittadini azeri e turkmeni con passaporto turco.
L'ecatomobe sarà assicurata!