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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 20 giugno 2010

ESISTERA' ANCORA IL BELGIO?


Cari amici ed amiche.
E' una domanda che viene spontanea.
Esisterà ancora il Belgio?
Alle elezioni del 13 giugno 2010 vi è stato un successo dei separatisti fiamminghi del partito "Nuova Alleanza Fiamminga".
In questo Paese vi è la storica divisione etnica tra Fiamminghi, popolazione di lingua olandese che si trova nelle Fiandre, e Valloni, popolazione di lingua francese che si trova in Vallonia. Accanto a questi due gruppi etnici, vi è anche una minoranza tedesca nella zona di Liegi. La capitale Bruxelles/Brussel è bilingue.
Oggi questa divisione si sta facendo sentire.
Perché questo?
Un motivo sta nella storia di questo Paese che nacque con la Rivoluzione belga del 1830. Esso venne riconosciuto nel 1839.
Questa rivoluzione, che portò il Belgio a staccarsi dai Paesi Bassi, venne iniziata dalla minoranza francofona, liberale e cattolica, che rifiutò l'amministrazione dei Paesi Bassi, di lingua olandese e protestante.
Il primo re del Belgio fu Leopoldo I di Sassonia-Coburgo-Gotha, legato alla Gran Bretagna, anche per legami familiari.
Infatti, il 02 maggio 1816, egli sposò Carlotta Augusta del Galles, figlia del re di Gran Bretagna Giorgio IV di Hannover. Fu anche zio e consigliere della regina Vittoria, della quale anche il marito fu della stessa casata.
Quindi, per tutto il XIX secolo, il gruppo francofono riuscì ad avere una posizione privilegiata. Dal 1830 al 1898, il francese fu la sola lingua ufficiale.
La lingua francese si diffuse anche nelle sue colonie, come il Congo (oggi Repubblica democratica del Congo) ed il Rwanda.
La situazione si rovesciò nel XX secolo, in cui vi fu il dramma della neutralità del Paese che fu violata dalla Germania che lo invase, sia durante la I Guerra Mondiale che durante la seconda.
Qui, infatti la popolazione fiamminga crebbe sia nel numero che a livelo economico e l'industria estrattiva del carbone (che fu il punto di forza delle regioni francofone) andò in crisi.
Le Fiandre (di lingua fiamminga) crebbero e diventarono un punto di forza del Paese. Città come Brugge, Gent o Antwerpen (i cui nomi francesi sono Bruges, Gand e Anvers, meglio da noi conosciuta come Anversa) sono centri vitali dell'economia del Paese.
Oggi, questo situazione sta lasciando strascichi ed è accentuata dalla crisi.
La popolazione di lingua fiamminga sente come una "zavorra" la situazione della Vallonia francofona.
Quindi, è chiaro che oggi il Belgio rischia di dividersi.
Però, anche qui sorgono dei problemi e delle incognite.
Il primo riguarda la capitale, Bruxelles. Essa è capitale sia dei Fiamminghi (che la chiamano Brussel) che dei Valloni.
Se dovesse esserci la sventurata ipotesi di divisione del Belgio, Bruxelles di quale Stato sarebbe capitale?
Solo Dio sa come andranno a finire le cose.
Di certo, il "caso belga" deve fare riflettere anche noi che stiamo qui in Italia.
Noi, abbiamo una storia diversa del Belgio. A differenza del Paese de "La Brabantina", noi non abbiamo una questione etnica.
Abbiamo, però, la questione di un Paese che per tredici secoli fu diviso e le cui aree ebbero storie diverse e si svilupparono in modo diverso. Esso fu unito con un processo sbagliato ed innaturale fu sviluppato su altrettanto innaturale sistema centralista che venne rafforzato durante il periodo fascista.
Oggi, noi portiamo un pesante fardello di tutto ciò.
Infatti, vi sono aree del nostro Paese che hanno problemi e l'equilibrio complessivo potrebbe spezzarsi, con rischi molto gravi.
In questo senso, il federalismo è la soluzione perché responsabilizzerebbe le classi politiche locali di quelle aree che oggi sono in difficoltà, anche a causa di certi malgoverni.
Queste aree saranno indotte a produrre rimettendo a posto l'equilibrio.
Io credo che il Sud Italia abbia le risorse per fare bene.
Basta responsabilizzare le sue classi politiche, ponendo fine a certe misure assistenzialistiche che negli anni precedenti portarono a questa situazione.
Per il principio di sussidiarietà, ci sono regioni (come Lombardia e Veneto) che producono ma che devono versare tanta parte dei loro soldi al Governo centrale mentre ce ne sono altre che non sono in grado di produrre la stessa ricchezza e che versano meno soldi al Governo centrale.
Ora è chiaro che vi è uno squilibrio, aggravato dal fatto che le cinque regioni a statuto speciale (Val d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia) possano tenersi più soldi e che alcune regioni mal governate abbiano fatto tanti sprechi di soldi provenienti da quelle ricche, proprio per la sussidiaretà.
E' chiaro che l'equilbrio potrebbe spezzarsi, con conseguenze gravi e con il vero pericolo di una pericolosa disaffezione di una parte dei cittadini verso l'Italia.
La Lega Nord, in questo senso, ha capito la situazione.
Serve il federalismo, che stimolando le regioni del Sud a produrre, rimetterebbe tutto in equilibrio e creerebbe le condizioni per una vera sussidiarietà.
Io dico che si deve fare qualcosa, altrimenti il rischio è che noi diventiamo un altro Belgio.
Cordiali saluti.

2 commenti:

  1. E vero che oggi la ricchezza si trova nelle Fiandre, ma dal 1830 al 1960 la zavorra erano solo le stesse Fiandre specialmente quando il Belgio era la quarta potenza industriale a livello mondiale.
    Una facile verifica : basta aprire gli elenchi telefonici delle città Valloni per leggervi quanti nomi fiamminghi vi si trovino.
    Bruxelles capitale è composta per 80 % di francofoni.
    NATALI Claudio

    RispondiElimina
  2. So quello che dici.
    Purtroppo, oggi c'è una situazione che vede un Paese in stallo e che rischia di spaccarsi.
    Quella di Bruxelles è una questione complessa dato che i Fiamminghi oggi hanno potere economico e vedono la città come la loro capitale.
    Cordialità.

    RispondiElimina

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.