Cari amici ed amiche.
Mettete insieme tanti soldi ed una mente eccentrica. A quest'ultima date carta bianca e vedrete cosa succederà. Accanto a risultati sorprendenti, tipiche del genio unito alla sregolatezza, vi sono anche clamorosi fallimenti ed opere fallaci.
Fu proprio il caso di William Beckford, possidente inglese vissuto tra il XVIII ed il XIX secolo.
All'età di dieci anni, Beckford ereditò un'importante ricchezza (ottenuta dalle piantagioni di canna da zucchero in Giamaica) e ricevette un 'educazione principesca.
Studiò musica con Mozart ed architettura con William Cozens, progettista della Somerset House di Londra.
All'età di ventuno anni scrisse Vathek, un libro romantico lodato dal poeta George Gordon Byron.
Lui affermò di averlo scritto in francese in una sola notte.
Viaggiò in lungo e in largo per l'Europa. Venne anche in Italia.
Certo, la sua mente fu davvero eccentrica.
Lo dimostrò, proprio con l'opera a cui dal 1794 iniziò a dedicarsi.
Si trattò di "Fonthill Abbey", un'abbazia neogotica che lui volle fare costruire nella sua tenuta di Fonthill, nel Wiltshire.
Fin dai preparativi di quest'opera iniziarono a vedersi le sue stranezze. Quando voleva passeggiare per la tenuta, faceva lavorare i contadini tutta la notte, perché tagliassero gli alberi sul sentiero che intendeva percorrere.
Intorno alla proprietà fece erigere un muro alto tre metri, per tenere lontani gli occhi indiscreti.
Quando iniziarono i lavori, egli costrinse i muratori a lavorare giorno e notte.
Non contento, prelevò altri quattrocento operai dal cantiere della Saint George's Chapel di Windsor (cappella ove sono sepolti i re Enrico VIII e Carlo I Stuart) e nessuno poté lavorare in pace.
Lui fu molto impaziente di vedere il "capolavoro" completato.
Somministrò così forti dosi di alcol agli operai, facendoli ubriacare.
Questa impazienza fu un male.
Non fece fare le fondamenta adeguate e fece costruire l'abbazia su quelle della preesistente casa di campagna.
Beckford giurò di consumare il pranzo di Natale nell'abbazia.
Riuscì a finirla in quel periodo. Era un edificio magnifico ed imponente, con torri altere, guglie, statue e pinnacoli.
Al centro aveva una grande torre ottagonale.
Riuscì a consumare il pranzo di Natale in quell'abbazia ma subito dopo la festa la sensazione che essa non avrebbe retto divenne reale.
I locali crollarono.
Nel 1800 crollò anche la torre ottagonale, che fu ricostruita.
Secondo la descrizione di un contemporaneo di Beckford, Fonthill Abbey fu "un deserto di magnificenza, uno scintillante spreco di ozio laborioso, una cattedrale trasformata in trastullo".
Ventidue anni dopo il crollo della torre, Beckford si ridusse sull'orlo del fallimento e perse due proprietà per un'azione legale.
Dovette vendere così il suo "capolavoro" ma forse ci guadagnò.
Appena il nuovo proprietario andò nell' "abbazia", la torre crollò nuovamente.
Oggi, di quest'opera resta poco.
A prescindere di questo risultato così poco lusinghiero, Beckford rispecchiò la "sete di Medioevo" di quegli anni, come se fosse stata una reazione all'Illuminismo.
Inoltre, egli fu un "apripista" del Romanticismo, che fu ricco di spiritualità e di voglia di riscoprire le epoche passate.
Nel Romanticismo si fecero edifici in stile neobizantino, neoromanico, neogotico e neo rinascimentale, quasi a volere rievocare le epoche e le civiltà precedenti.
Inoltre, in Europa si rivalutò molto anche la spiritualità cristiana, in contrapposizione al deismo e al razionalismo illuminista.
Forse, se oggi ci sono edifici come il Palazzo di Westminster (a Londra), la Cattedrale di La Plata (in Argentina), la Chiesa del Sacré Coeur a Moulins (Francia), il Palazzo episcopale di Astorga (in Spagna), la Cappella dell'Ospedale Militare nel quartiere Baggio (Milano), la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio a Roma, il Palazzo municipale di Cagliari, la Chiesa anglicana di Napoli, quella di Palermo e tanti altri edifici pregevoli il merito fu anche di Beckford.
Inoltre, anche Antoni Gaudì (che realizzò la "Sagrada Familia" a Barcellona), deve qualcosa anche a questo pazzerello possidente inglese che ebbe un sogno giusto ma che lo realizzò nel peggiore dei modi.
Cordiali saluti.
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