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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 18 giugno 2010

DA ALESSANDRO NOBILE A FEDERICO MARCHETTI, DUE STORIE DA RACCONTARE!

Cari amici ed amiche.

Voglio raccontarvi due storie che devono fare riflettere. Una di queste èp citata in un blog che ho visto nella Community di Libero, su cui ho un account (fucio02).
Il link è http://blog.libero.it/alessandronobile/view.php?nocache=1276851310.
Questo blog parla di Alessandro Nobile, un giovane di origine pugliese (ma residente ad Ancona) che nel 2007 morì a soli diciotto anni a causa di un incidente stradale.
L'altra storia, l'ho sentita ieri.
Riguarda il portiere del Cagliari e della Nazionale Federico Marchetti. Nel marzo di cinque anni fa, il portiere veneto ebbe un gravissimo incidente in cui rischiò la vita.
Queste due vicende (che mi hanno colpito molto) devono farci riflettere.
Se pur finite in modo diverso, esse hanno molti punti in comune.
Innanzitutto, la dignità di come i familiari di Nobile e Marchetti portano all'attenzione questa vicenda.
Questo mi ha molto colpito.
Sia i cari di quel povero ragazzo e sia Marchetti hanno avuto una grande dignità e, soprattutto, una grande fede.
Tra l'altro, il portiere si è fatto tatuare l'Ave Maria sul braccio.
Mi fa ricordare una battuta del film "Il ritorno di don Camillo", durante la scena in cui Peppone (interpretato da Gino Cervi) porta dei ceri a don Camillo (interpretato da Fernandel) ma non volle farli mettere davanti al crocifisso, con cui il prelato aveva l'abitudine di conversare, ma davanti alla Madonna.
Andato via Peppone, don Camillo inizia a dialogare con il crocifisso.
Alla fine, questi dice delle parole che più o meno suonano così:" Nessuno è più povero di un uomo che di fronte alla disperazione perde la fede".
Loro, i cari di Nobile e Marchetti, hanno quindi una ricchezza enorme.
Queste due vicende sono due grandi lezioni di umanità per tutti.
Forse, sono anche due lezioni per il sottoscritto.
Ciò deve essere anche un appello per tutte le persone perché siano prudenti quando vanno sulla strada.
La strada è simbolo di libertà ma va saputa gestire e bisogna guidare con prudenza. Infatti, chi guida un veicolo ha responsabilità sia verso sé stesso che verso gli altri.
Inoltre, è anche un appello perché chi di dovere, oltre a fare campagne (che sono certamente utili) per l'educazione stradale, migliori le nostre strade che troppo spesso hanno dimostrato di essere inadeguate ed insicure.
Gli incidenti dipendono sia dalle condizioni di chi guida che da quelle del veicolo e della strada.
Cordiali saluti.

2 commenti:

  1. Signor Gabriele,
    La ringrazio per la sensibilità dimostrata e per le belle parole scritte.
    Mario

    RispondiElimina
  2. Prego!
    Sono due storie che mi hanno colpito e ho quasi sentito il dovere di scrivere due parole a riguardo.
    Cordiali saluti.

    RispondiElimina

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.