Cari amici ed amiche.
Su Facebook, il post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/06/marxismo-parte-ii.html ha creato molta discussione.
La discussione è incentrata sulla questione della "moderazione" e del "moderatismo".
I due termini non sono sinonimi e vorrei dimostrarlo, portando qualche riferimento storico come esempio.
Il 22 agosto 1533, il vescovo di Ginevra Pierre de La Baume, i preti cattolici, i monaci e le suore dovettero lasciare la città, in cui la Riforma protestante prese il sopravvento, per opera di Guillaume Farel. Jean Calvin (nella foto, colui che portò avanti la Riforma e ne dettò i principi) instaurò nella città uno Stato teocratico intollerante e fanatico. Mise delle direttive molto rigide.
Una di questa recita:"Nessuno balli se non alle nozze, né canti canzoni disoneste, né si travesta o mascheri e faccia scherzi sotto pena di sessanta soldi e d'esser messo in prigione per tre giorni a pane e acqua".
Cinquantatre anni dopo, da Annecy, venne in quella città un vescovo, un uomo santo di nome Francesco di Sales (nella foto).
Ordinato il 18 settembre 1593, Francesco andò nel Chiablese, una zona sul Lago Leman.
Andò presso il capoluogo di quella regione, Thonon-les Bains, ove all'epoca vi erano 2400 abitanti, dei quali la stragrande maggioranza fu protestante.
I cattolici erano qualche centinaio.
Francesco cercò subito il dialogo con le persone della città, cominciando dalla gente più umile.
Egli si distinse per la sua volontà di dialogo, una volontà che però non gli tolse la determinazione nel difendere le proprie idee e nel portarle avanti.
Anzi, lui volle avere ragione dei suoi avversari ( i protestanti) senza mai arrivare all'insulto o ricorrere a metodi estremi.
Al contrario, egli subì degli insulti e, a volte, tentativi di linciaggio dai protestanti.
Alla fine, egli seppe guadagnarsi il rispetto e riportò molti fedeli alla Chiesa cattolica.
Un'idea estrema (come quella di Calvin) trovò un degno avversario in una moderata, quella di Francesco.
La morale di questa storia, è il fatto che SI PUO' ESSERE MODERATI SENZA DOVERE ABIURARE IN TOTO O IN PARTE I PROPRI PRINCIPI.
Questa è la vera MODERAZIONE.
Un moderato non si pone al di sopra del suo interlocutore e né rivolge a questi insulti, minacce e quant'altro.
Francesco fece esattamente e questo e si guadagnò il rispetto della gente.
Se lui avesse usato gli stessi metodi dei protestanti di allora, non avrebbe avuto il rispetto della gente ma avrebbe portato ad una guerra.
Il "moderatismo" è invece negativo.
Il "moderatismo" è, di fatto, UN'ABIURA DEI PROPRI PRINCIPI O DI PARTE DI ESSI.
Un esempio di "moderatismo" è rappresentato dai cattolici di sinistra, quelli che oggi stanno nel Partito Democratico, gli ex-Margherita.
Figli di quel compromesso che negli anni '60 portò alla nascita del centro-sinistra, di fatto, questi hanno solo i sacramenti cattolici ma non sono più in grado di portare avanti le tesi del cattolicesimo.
Il succitato compromesso portò ad una perdita di identità di quei cattolici che oggi militano nel centro-sinistra.
Quindi questo atteggiamento non è "moderazione", come non è segno di "moderazione", ad esempio, il voto favorevole ad un programma di un sindaco da parte di un'opposizione in un Consiglio comunale.
E' un "calarsi le brache", altro che moderazione!
Quindi, bisogna stare attenti a come vengono poste le varie questioni che certamente devono essere affrontate con il dialogo, senza rinnegare le proprie idee.
Cordiali saluti.
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