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sabato 31 agosto 2019

Dovremo fare come gli anglo-cattolici?

Avrei voluto scrivere codesto articolo su "La Civetta" ma per quella rivista (con cui ho il piacere di collaborare) farò degli altri articoli.

Nel XVII secolo, dopo la Guerra Civile (1645-1651), l'uccisione di re Carlo I Stuart (30 gennaio 1649) e la dittatura di Oliver Cromwell (1649-1658), nacquero due schieramenti:i Whigs (progressisti) ed i Tories (conservatori).
Anche la Chiesa anglicana si divise tra la Chiesa bassa, di tendenza protestante, e la Chiesa alta, di tendenza cattolicizzante.
Nel 1688, dopo la deposizione di re cattolico Giacomo II Stuart (14 ottobre 1633-16 settembre 1701) e la salita al trono del protestante  Guglielmo III d'Orange (14 novembre 1650-8 marzo 1702) ci fu la vittoria del protestantesimo.
Nel secolo successivo, però, dentro la Chiesa anglicana ci fu una forte critica verso l'apparato e la dottrina di estrazione evangelica.
Nacque così nel XIX secolo il Movimento di Oxford, il quale riprese e rivalutò molti aspetti del cattolicesimo nella dottrina, pur non riconoscendo il primato del Papa.
Tuttavia, importanti esponenti di quel movimento, come John Henry Newman (21 febbraio 1801-11 agosto 1890), approdarono alla Chiesa cattolica.
Newman divenne cardinale ed oggi è venerato come beato.
Nacque così l'anglo-cattolicesimo.
Furono recuperati la devozione a Maria e ai santi, la transustaziazione, il valore della presenza reale di Cristo nell'Eucaristia ed i sette sacramenti.
La liturgia anglo-cattolica riprese ad essere chiamata messa e non "servizio".
Il Movimento di Oxford nacque come critica nei confronti di una Chiesa anglicana che perse la sua spiritualità e che si ridusse ad essere un apparato statale.
Oggi, un problema analogo affligge larghi strati della Chiesa cattolica, sebbene quest'ultima faccia riferimento al Papa.
Noi ci troviamo con una Chiesa che parla di migranti (anche clandestini) da accogliere senza tenere conto delle conseguenze, che non accetta il fatto che Israele abbia Gerusalemme come sua capitale, che è troppo irenica verso il marxismo, che è troppo debole verso l'islamismo, che parla di ambientalismo in modo semplicistico (senza trattare il tema nelle sue sfaccettature) e che non parla più di Cristo.
Questo è molto grave.
Dove sono finiti Gesù Cristo, la Vergine Maria ed i santi?
Questi ultimi sono modelli di fede da imitare.
Io ho sentito di messe nelle cui omelie non si è fatto altro che parlare di "accoglienza di migranti", anche quando molti di questi non sono profughi che fuggono da guerre, e in cui si è omesso di parlare dei cristiani perseguitati.
Gesù Cristo non è solo nel migrante ma (per esempio) è anche nel cittadino dell'Italia centrale colpito dal sisma, nell'imprenditore che chiude per le troppe tasse, nella famiglia italiana che non arriva a fine mese o nel giovane italiano che dopo il suo percorso di studi non trova un lavoro ad esso adeguato.
Forse, noi dovremmo imparare dagli anglo-cattolici del XIX secolo, creando un movimento di protesta dentro la Chiesa che faccia capire alle sue alte sfere che la direzione che si sta prendendo rischia di fare diventare la nave di San Pietro un nuovo Titanic.
Da cattolico, mi fa male vedere una Chiesa ridotta così.
Mi dispiace dovere criticare Papa Francesco ma dico che egli abbia sbagliato a paragonare i sovranisti ad Hitler.
Forse, avrà ignorato il fatto che nella Chiesa cattolica sia stata riconosciuta l'idea degli Stati sovrani, tanto che la Chiesa nazionale di ciascuno Stato differisce dalle altre, per esempio, riguardo le feste di precetto, pur essendo in comunione visibile con Roma.
Forse, avrà ignorato anche che egli è capo di uno Stato sovrano, con tanto di reato di clandestinità-
Qualche sacerdote, che forse era un po' troppo preso da certe idee, mi ha detto che "non faccio un buon servizio alla Chiesa, esprimendomi in questo modo.
Io non voglio fare male alla Chiesa ma voglio solo fare notare che il dissenso verso l'attuale linea è presente ed è sempre più evidente.
Questo rischia di spaccare la Chiesa.
Se ciò accadesse, sarebbe una sconfitta per tutti.






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