et beatu factu parrau...
cum Caritati vera et sancta...
luntanu si ancu 'nu cristianu...
ad un autru dari ca poti...
comu 'nu cor ad un autru...
et sempri è...comu amicitia...
accussì 'n amuri pì ogni iusta cosa...
cuntru lu mali et ogni nequitia.
Italiano:
Così Giovanni Enrico cardinale...
e beato fatto parlò...
con Carità vera e santa...
lontano anche un cristiano...
ad un altro dare che puote...
come un cuor ad un altro...
e sempre è...come in amicizia...
così in amore per giusta cosa...
contro il male ed ogni nequizia.
Questa mia poesia (scritta in maccheronico-siciliano e in italiano) mi è stata ispirata dagli ultimi avvenimenti.
L'incidente stradale e la vicinanza di amici e parenti mi hanno fatto riflettere molto.
Mi ha fatto riflettere molto anche l'amicizia dell'amica Silvia Morelli, la quale è lontana, è malata di morbo di Crohn e di fibromialgia ma che mi è sempre vicina.
Proprio quest'ultima amicizia mi ha fatto venire in mente il motto del Beato John Henry Newma (21 febbraio 1801-11 agosto 1890) che recita: "Cor ad cor loquitur", ossia: "Cuore parla a cuore".
Questo cardinale inglese mi ha sempre ispirato.
Nato anglicano ed evangelico, John Henry divenne parroco della Chiesa d'Inghilterra.
Poi, si avvicinò all'anglo-cattolicesimo.
L'anglo-cattolicesimo fu una corrente sorta dentro la Chiesa anglicana nel XIX secolo.
Esso criticava la deriva troppo evangelica e secolarizzata della Chiesa anglicana.
Nel 1845, Newman si fece cattolico.
Prima divenne prete e poi fu creato cardinale diacono da Papa Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci, 2 marzo 1810-20 luglio 1903).
La creazione a cardinale avvenne il 12 maggio 1879.
Newman si caratterizzò come un uomo che seppe ragionare.
Non ebbe mai in odio i suoi ex-correligionari anglicani.
Non rispose mai agli attacchi con l'odio.
Dovette subire anche la diffidenza dei cattolici di vecchia data, coloro i cui antenati furono perseguitati durante il periodo della Riforma.
Ebbe dei problemi anche con il cardinale Edward Manning (15 luglio 1808-14 gennaio 1892).
Quest'ultimo fece lo stesso percorso di Newman.
Era un sacerdote anglicano, poi divenuto anglo-cattolico e poi convertitosi al cattolicesimo.
Newman e Manning erano amici ma poi la loro amicizia si ruppe quando il secondo (che divenne arcivescovo di Westminster) sostenne apertamente il dogma le posizioni ultramontane ed il dogma dell'Infallibilità pontificia che il Beato Papa Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 13 maggio 1792-7 febbraio 1878) pronunciò al Concilio Vaticano I (1868-1870).
Newman fu più prudente.
Alla fine, però, i due si riconciliarono.
Manning celebrò il funerale di Newman e nell'omelia disse: "Abbiamo perso il nostro più grande testimone della fede, e tutti noi siamo più poveri e più piccoli per la perdita".
Con la sua mitezza, Newman fu apprezzato da tutti e fu considerato il "Padre assente" al Concilio Vaticano II.
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