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mercoledì 27 maggio 2020

Il totalitarismo e l'irrilevanza politica dei cattolici



Sul blog di Aldo Maria Valli, vi è un'intervista all'avvocato Gianfranco Amato fatta da Samuele Cecotti.
Il sito da cui l'intervista è stata tratta è quello dell'Osservatorio "Cardinale Van Thuan". 
Riporto queste parole dell'avvocato Amato:

"Non vi è il minimo dubbio che si sia integrata una palese e gravissima violazione del Concordato. A sostenerlo sono state, tra le tante, anche le voci autorevolissime di due presidenti emeriti della Corte costituzionale: Cesare Mirabelli e Annibale Marini. Siamo giunti anche al punto surreale in cui lo Stato si è arrogato il diritto di decidere quali celebrazioni si potessero tenere e quali no. Un’aberrazione dal punto di vista giuridico. L’art. 7 della Costituzione è chiarissimo: «Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani». Il punto, semmai, è un altro. Occorre capire se la Chiesa cattolica intende rivendicare la propria indipendenza e sovranità, oppure se intende far cessare gli effetti del Concordato per desuetudine. Certo non aiutano alcuni atteggiamenti ondivaghi. Non è stato uno spettacolo edificante, per esempio, quello dei vescovi della Sardegna che si sono ricordati di rivendicare la propria competenza in materia spirituale quando hanno contestato il presidente di quella Regione, Christian Solinas, per aver autorizzato con una propria ordinanza la celebrazione delle Messe, mentre sono stati totalmente silenti quando il governo ha deciso di sospendere ogni attività di culto. Un simile atteggiamento da parte dei presuli sardi non può che indurre nei fedeli confusione, disorientamento e sconcerto.

Mi ha colpito l’ottimo intervento in aula del senatore Lucio Malan, cristiano evangelico, a proposito di un ulteriore atteggiamento illegittimo da parte del governo in tema di libertà religiosa. Malan ha evidenziato, infatti, che gli illegittimi dpcm hanno, in realtà, violato anche l’art. 20 della Costituzione, il quale stabilisce espressamente che «Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d’una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative». I summenzionati decreti, infatti, hanno stabilito, per esempio, che quindici persone possano stare nei quaranta metri quadrati di un autobus, una persona sola possa, invece, stare nei quaranta metri di un negozio solo se è di un certo tipo (altrimenti neppure una persona), mentre è previsto un massimo di quindici persone, e solo per un funerale, in una chiesa di 100, 200, 300 metri quadri o di 11 mila metri quadri come il Duomo di Milano. Questo modo di procedere non è solamente irragionevole e sproporzionato, ma integra un’evidente discriminazione tra l’attività religiosa e di culto, rispetto ad altre attività. Il senatore Malan ha aggiunto un altro paragone che rende il quadro ancora più assurdo: cinque, dieci o quindici persone in un parco, con i prescritti accorgimenti relativi alle distanze, possono fare ginnastica, ma non possono pregare insieme. Un clima da Repubblica popolare cinese, ha denunciato sempre il senatore Lucio Malan, il quale ha ricordato che la Costituzione dedica almeno cinque articoli alla libertà religiosa, ovvero l’art. 3, l’art. 18, l’art. 19, l’art. 20, l’art. 7 e l’art. 8. Ora, che sia proprio un evangelico a ricordare che esiste l’art.7 della Costituzione sul Concordato tra Chiesa cattolica e Stato, e che proprio un evangelico ne chieda una corretta e piena applicazione, la dice assai lunga sullo stato comatoso di certo cattolicesimo e di una certa parte delle gerarchie ecclesiastiche".

Senza intenzione di fare polemiche, faccio notare che questa è una risposta a chi ha contestato un mio precedente articolo.
L'atteggiamento di questo Governo nei confronti della Chiesa è assurdo.
Oggi, noi possiamo andare a messa ma ci sono state imposte delle regole che sono quantomeno discutibili.
Il senatore di Forza Italia Lucio Malan ha centrato perfettamente la questione.
Il Governo ha messo le mani dove non avrebbe dovuto metterle.
Dire che questo Governo abbia fatto bene equivale  ad una rivalutazione di ciò che fece re d'Inghilterra Enrico VIII Tudor, il quale prese il controllo il controllo della Chiesa d'Inghilterra nel 1534 e mise a morte persone innocenti, come San Tommaso Moro.
Ergo, se questo Governo ha fatto bene ciò che ha fatto vuole dire che a suo tempo fece bene re Enrico VIII a rompere con Roma, a prendere il controllo della Chiesa d'Inghilterra e a mettere a morte coloro che si opponevano. 
L'equazione ci sta tutta. 
Il Governo non aveva nessun diritto di dire ai preti come celebrare l'Eucaristia.
Non era una sua competenza.
Questo deve essere detto e ribadito.
L'articolo 7 della Costituzione recita:

"Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale".

Ora, non risulta a nessuno che i Patti Lateranensi siano stati messi da parte.
Stato e Chiesa sono indipendenti ciascuno nel proprio ordine.
Oltretutto, c'è chi parla di sacrilegio, riguardo alla questione dei guanti.
Infatti, a differenza degli evangelici, noi cattolici riteniamo che Cristo sia realmente presente nelle specie eucaristiche del pane e del vino consacrati.
Quindi, se dovessero restare attaccate al guanto parti di particola eucaristica ci sarebbe un grosso problema.
Infatti, il guanto è monouso e deve essere buttato.
Ora, se (durante la messa) buttassi l'ostia consacrata, anziché metterla in bocca, giustamente, io sarei scomunicato "Ipso facto".
Dunque, il problema c'è e ci sono preti che lo fanno notare.
Certamente, è inquietante l'irrilevanza politica dei miei correligionari cattolici che contano.
Noi stiamo vedendo una Chiesa remissiva di fronte alle pretese di uno Stato che vuole essere totalitario.
Come ha affermato (correttamente) l'avvocato Amato noi stiamo vedendo una "Chiesa che non riesce più a rivendicare in maniera ferma e autorevole le prerogative ed i diritti derivanti dal suo particolarissimo status e che non sa più opporre a Cesare la Libertas Ecclesiae è una Chiesa caratterizzata da un altissimo tasso di secolarismo. Ha fatto oggettivamente impressione il cedimento immediato della Chiesa italiana alle disposizioni impartite dal governo, soprattutto nella prima fase dell’epidemia, quando cioè molti esercizi pubblici come bar, pizzerie, pub e ristoranti erano aperti".
Questo è inquietante.
In altri tempi, la Chiesa si opponeva a certe pretese degli Stati.
Oltretutto, come poteva (e tuttora può) infettare in chiesa, il Coronavirus poteva (e tuttora può) infettare al bar e nella pizzeria.
Noi siamo in mano ad un Governo di dilettanti che hanno fatto danni economici, culturali e sociali al nostro Paese.
Forse, non ci si è accorti di ciò e temo che quando ci accorgerà di ciò sarà troppo tardi.







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