Impariamo da Israele

Questa è la nota di Giulio Meotti che ho trovato su Facebook:

"Israele, l'oasi anti-virus. Quel pezzetto di Occidente che ha saputo contenere il contagio". Una mia pagina oggi su Il Foglio su come il dna dello stato ebraico lo abbia reso più pronto a fronteggiare una simile catastrofe. "Israele è l’unica nazione sulla terra la cui esistenza è continuamente minacciata di morte. La vita non è mai stata una realtà, ma un prezioso miracolo contro ogni previsione. Ci rendiamo conto che nulla viene gratis e tutto deve essere conquistato. Soltanto se c’è un sentimento di identità nazionale, un paese può organizzarsi efficacemente contro un ‘nemico invisibile’. C’è uno spirito di amore per il paese più profondo che in altri paesi occidentali e che si riflette anche nel numero di bambini che nascono. Se l’Occidente non segue l’esempio di Israele, collasserà lentamente".

Meotti ha centrato il punto.

Israele ha saputo difendersi dal Coronavirus grazie alla ricerca scientifica e al sentimento di identità nazionale.

Questo avviene perché il Governo israeliano è nato da un processo democratico e quindi il popolo israeliano sente il Governo come "suo".

Questo permette di organizzarsi meglio a fronte delle emergenze. 

In Israele, c'è senso di appartenenza alla comunità perché c'è una democrazia sana e compiuta.

Inoltre, pur in un clima di totale laicità, il popolo israeliano mantiene ben salde le sue radici.

Inoltre, gli Israeliani hanno in coscienza l'idea dell'essere minacciati.

Basti vedere i Paesi vicini ad Israele che lo vogliono eliminare dalle cartine geografiche.

Questo è un ottimo collante per un popolo.

Noi dobbiamo imparare da Israele.