La foto qui sopra mostra Papa Francesco che benedice il dittatore venezuelano Nicolas Maduro.
Qui sotto, riporto la foto che mostra Papa Giovanni Paolo II, il quale fu fotografato con il dittatore cileno Augusto Pinochet, durante il viaggio in Cile nel 1987.
In realtà, come riporta un articolo de "La Stampa", quella foto fu un inganno.
Questo è uno stralcio dell'articolo:
"Durante le prime ore del mattino furono trasportate sulla piazza antistante il palazzo presidenziale quasi 7-8 mila persone, sostenitori del governo («Voglio vedere il Papa», si diceva ai giornalisti). Poi, i 20-25 minuti che doveva durare tutta la visita diventarono oltre 45 grazie a ritardi e sorprese ideate per far crescere le migliaia di voci che arrivavano dalla piazza («Juan Pablo Segundo te quiere todo el mundo»...). A un certo punto, frutto di «mossa studiata», alla fine del colloquio con i dittatoreil Papa venne fatto uscire da una porta non prevista negli accordi con il chiaro proposito di metterlo davanti a una grande tenda nera momento nel quale Pinochet si rivolse al Papa così: «Santità, fuori la gente lo vuole salutare e vedere. Attende una sua benedizione»".
Al contrario, la foto di Papa Francesco con Maduro è eloquente.
Essa mostra Papa Francesco nell'atto di benedire Maduro, mentre questi si trovava in Vaticano.
Qui sta la differenza.
Eppure, per certi benpensanti, Papa Giovanni Paolo II fu connivente con Pinochet mentre Papa Francesco diede la benedizione ad un brav'uomo.
Sappiamo tutti che la realtà è ben diversa.
Papa Giovanni Paolo II era in Cile e Pinochet aveva sfruttato la visita del Papa per farsi bello agli occhi della gente.
Al contrario, Maduro era andato in Vaticano e Papa Francesco gli aveva impartito una benedizione.
Ora, deve essere ricordato che Maduro è un dittatore e non è meno feroce di quanto lo fu Pinochet in Cile.
Il Venezuela è ridotto alla fame.
Il Paese vive nel terrore.
Forse, invece di benedirlo, Papa Francesco non avrebbe manco dovuto riceverlo.
Dunque, i benpensanti farebbero bene a riflettere, prima di dire sciocchezze.
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