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giovedì 18 aprile 2019

L'Eucaristia istituita

Su "La Nuova Bussola Quotidiana", vi è un articolo di Fabio Piemonte che è intitolato "Gesù e il Giovedì Santo, non può morire chi mangia la Vita".
Ne riporto questo stralcio:

"“Li amò sino alla fine” (Gv 13, 1). Il Giovedì Santo, che apre il Triduo Pasquale, cuore dell’anno liturgico, è annuncio e memoriale del desiderio ardente del cuore di Cristo, un roveto che brucia senza consumarsi. Come scrive Sant’Agostino commentando il passo dell’evangelista Giovanni: “Questa frase del Vangelo può anche essere interpretata in senso umano, nel senso cioè che Cristo amò i suoi fino alla morte. Questa è un’opinione umana, non divina: non si può dire infatti che ci amò solo fino a questo punto colui che ci ama sempre e senza fine. Lungi da noi pensare che con la morte abbia finito di amarci colui che non è finito con la morte”. Perciò quest’espressione “va intesa nel senso che li amò tanto da morire per loro”, ossia “che fu proprio l’amore a condurlo alla morte”.

Così, alla vigilia della sua Passione, dopo aver reso partecipi i suoi della propria volontà di essere una sola cosa con loro, Gesù istituisce il sacramento dell’amore, la Santa Eucarestia, affinché lo Sposo possa restare sempre con la sua Sposa, la Chiesa. “Riconoscete nel pane quello stesso corpo che pendette sulla croce e nel calice quello stesso sangue che sgorgò dal suo fianco. Prendete dunque e mangiate il corpo di Cristo, ora che anche voi siete diventati membra di Cristo nel corpo di Cristo; prendete e abbeveratevi col sangue di Cristo. Per non distaccarvi, mangiate quel che vi unisce; per non considerarvi da poco, bevete il vostro prezzo. Come questo, quando ne mangiate e bevete, si trasforma in voi, così anche voi vi trasformate nel corpo di Cristo, se vivete obbedienti e devoti. Se dunque avrete in lui la vita, sarete con lui in una sola carne. Non è infatti che questo sacramento dia il corpo di Cristo per poi lasciarvene separati”. In queste parole del vescovo di Ippona è rivelato il mistero mirabile del “segno dell’amore supremo del Figlio” che, nel sacramento del suo Corpo e Sangue, prefigura e compie il dono della propria vita umana e divina"
.

Oggi, si apre il Triduo Pasquale.
Nella cena del Signore ci sono due concetti: un elemento di continuità con la cena del Pesach dell'Ebraismo e l'istituzione del sacramento dell'Eucaristia cristiana.
Da una parte, come egli disse e promise, Gesù Cristo non rinnegò la Legge dell'Ebraismo ma la portò a compimento e la completò, e dall'altra, egli istituì l'Eucaristia cristiana, nelle cui due specie (pane e vino) sono realmente presenti il suo corpo ed il suo sangue.
Il suo corpo fu martoriato ed il suo sangue fu sparso quando fu crocifisso, prima del suo passaggio a nuova vita.
Dunque, Gesù pagò con la vita, morendo e risorgendo, per salvare noi. 

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