A Montoro, in Irpinia, il Movimento 5 Stelle ha candidato Assiriya Nasri, una ventenne di fede musulmana, con il velo.
Ora, deve essere ricordato che nel 2016 ci fu la candidatura di una donna velata: Sumaya Abdel Qader, già responsabile cultura del discusso Caim (il coordinamento dei centri islamici di Milano) e aderente alla Federazione europea delle organizzazioni islamiche.
Ella fu candidata nelle file del Partito Democratico, a sostegno del candidato sindaco Giuseppe Sala.
Con lei, il Partito Democratico portò in Comune una valanga di critiche, a partire da quelle dell'allora rivale "laica" della Abdel Qader, la sufi Maryan Ismail, che scrivendo direttamente Matteo Renzi imputò al Partito Democratico, suo partito di allora, di aver scelto la parte "più oscurantista dell'islam".
Dunque, a Montoro, pare che il Movimento 5 Stelle abbia deciso di emulare il Partito Democratico.
La candidata sindaca grillina, Silvia Romano, ne ha tessuto le lodi, parlando della sua iscrizione all'università a soli 17 anni, della sua prossima laurea in matematica e della sua conoscenza di quattro lingue straniere.
Sui social-network è scoppiata una bufera.
Il vero problema è il fatto che l'Islam non discerna la politica dalla religione.
Per l'Islam, non esiste distinzione tra fede e materia secolare.
Il velo è di per sé un simbolo di ciò.
Infatti, il velo è simbolo di sottomissione della donna.
Del resto, il Movimento 5 Stelle non è nuovo a certe inclinazioni.
Basti pensare al suo fondatore Beppe Grillo, il quale parla contro Israele ed è sposato con un'iraniana.
Basti pensare anche all'incontro tra il capogruppo in Commissione Esteri alla Camera Gianluca Ferrara e l'imam Riyad al Bustanji, con la delegazione filo-palestinese.
Dunque, certe cose non debbono sorprenderci.
Antonio Gabriele Fucilone-Morris Sonnino
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