Le persecuzioni patite dai cristiani oggi in varie aree del mondo assumono di solito la fattispecie di attacchi terroristici o il più delle volte sono comunque coerenti con le attuali complessità geopolitiche.
Sia quando il carnefice è un governo tirannico, sia quando si tratta di un'organizzazione slegata da istituzioni statali.
Dunque non si capisce bene a cosa mirino coloro i quali vogliono "fermare la cristianofobia" promuovendo una petizione.
Chissà che paura che gli faranno le firme ai terroristi!
La realtà è molto più complicata e variegata.
E, viste le peculiarità dei soggetti oppressori implicati, semmai bisognerebbe investigare maggiormente.
Del resto, come la letteratura scientifica dimostra, la maggior parte delle informazioni strategiche inerenti alle criticità geopolitiche non si ricava dal lavoro di 007 infiltrati alla James Bond, bensì si ottiene tramite le Fonti Aperte, ovvero quelle che la dottrina anglosassone definisce "Open Source Intelligence", con l'acronimo OSINT.
Dicasi "OSINT” quelle fonti informative di pubblico dominio, tipo giornali, radio, TV, rapporti di ONG o di missionari sul campo.
In questi ultimi anni, coerentemente con lo sviluppo delle tecnologie informatiche, è diventato fondamentale in tal senso il ruolo delle comunicazioni sui Social Network.
Del resto, il lavoro dei servizi d'intelligence di oggi si basa almeno per un 80% abbondante su dati ricavati da OSINT e non su quelli raccolti da agenti sul campo, che la dottrina di settore definisce Fonti Umane (Humint). Ciò vale anche per le intelligence più potenti come quelle russa, americana e israeliana.
Lo sviluppo delle OSINT, comunque non è recente.
Per esempio, le due aggressioni che gli Stati Uniti d'America hanno subito sul loro territorio nella loro storia (l'attacco di Pearl Harbour e l'11 settembre) sono ambedue riconducibili a "failures" dell’intelligence statunitense legate alla scarsa valorizzazione delle Fonti Aperte.
Durante la II Guerra Mondiale, il Generale William J. Donovan si diceva sicure che la maggior parte delle informazioni utili all'America per vincere il conflitto, si trovavano nella Biblioteca del Congresso di Washington DC.
In seguito, due figure importanti della storia dei Servizi Americani come Sherman Kent e Allen Dulles rimarcarono che l'80% dei dati utili ad indirizzare le scelte strategiche della politica estera USA in epoca di Guerra Fredda si trovava in Fonti di pubblico dominio.
Si pensi, ad esempio, che già dal 1939, il governo britannico aveva istituito il BBC Monitoring Service e che la ferocissima ed efficientissima STASI (polizia politica della Germania Est, la DDR) poteva contare su un dipartimento OSINT molto sviluppato.
E va da sé che lo sviluppo delle moderne tecnologie della comunicazione ha fatto sì che oggi molti più soggetti possano assolvere una funzione investigativa, fra cui anche comuni cittadini, che sono nei tempi odierni di norma sia produttori che fruitori d'intelligence.
Come conferma il più grande studioso della materia: l'americano Robert David Steele, un informatico che in passato è stato vicino al Corpo dei Marines.
Tanti sono gli esempi della nostra epoca rilevantissimi in tal senso.
Il collettivo di citizen journalists chiamato "Bellingcat", facente capo al britannico Eliot Higgins, ha scoperto particolari molto importanti su diversi degli attuali fronti di crisi.
Un gruppo di cittadini-detective americani chiamato "Islamism Map" ha investigato e mappato circa 390 organizzazioni islamiste che operano in numerosi paesi sotto tranquillizzanti e fuorvianti insegne.
Se andiamo a visitare banalmente il profilo Facebook dell'intellettuale italo-marocchina Souad Sbai (che sta a capo del Centro Studi Averroè), noteremo che lei svolge una lodevole azione d'indagine riguardo ai Fratelli Musulmani, che sono la casa-madre di tutto il fondamentalismo islamico".
Sintetizzo le parole di Angelo (che ringrazio) in questo modo: forse, in una parte dell'Occidente manca la volontà di combattere il terrorismo islamico.
Basti pensare a quanto è accaduto a Roger Scruton, che è stato licenziato dal Governo britannico perché ha apertamente criticato l'Islam.
Questo misto di ignoranza e pavidità di certe élite di una certa parte di Occidente sta rendendo difficile la lotta al terrorismo islamico.
Se tutto l'Occidente fosse schierato in modo chiaro contro il terrorismo, la lotta a questo cancro sarebbe efficace.
Invece, ci sono parti di esso che sono (di fatto) conniventi con i terroristi.
Inoltre, vi è omertà.
Infatti, una certa élite di sinistra vuole fare passare l'idea secondo cui tra Islam e terrorismo non vi sia alcun legame.
Invece, tra terrorismo ed Islam vi è un legame.
Basti leggere il Corano, per il quale non vi è esegesi.
Purtroppo, anche quei musulmani perbene, quelli che vogliono riformare l'Islam, cercando di renderlo più dialogante con una vera esegesi del Corano, rischiano la vita e sono lasciati soli, come sono lasciati soli i cristiani.
Questo complica le cose.
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