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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 27 aprile 2019

Grido di Guerra, la recensione

Ho finito di leggere il libro intitolato "Grido di Guerra", un libro scritto da Wilbur Smith (con David Churchill) e pubblicato dalla casa editrice "Longanesi".
Il libro è ambientato nell'Europa dell'autunno del 1938 ed inizia con la morte del conte bavarese Otto von Meerbach, il quale era anche un imprenditore nel campo dei motori.
Il nobile morì in Africa, in uno schianto aereo.
Il notaio di famiglia, l'ebreo Viktor Solomon comunicò il fatto alla moglie, la contessa Athala, la quale, tuttavia, non si mostrò addolorata.
Infatti, tra i due coniugi non c'era amore.
Il marito aveva un'amante di nome Eva.
Ella sopravvisse misteriosamente e si sposò con un magnate inglese di nome Leon Courteney, con il quale andò a vivere in Kenya, allora colonia britannica.
I due ebbero una figlia: Saffron.
Saffron crebbe ma la sua vita fu funestata dalla morte della madre.
Intanto, crebbero anche i figli di von Meerbach:  Konrad e Gerhard.
Il primo entrò nel Partito Nazista ed aderì alle idee di Hitler, mettendosi al seguito di Reinhard Heydrich.
Il secondo fu un anti-nazista convinto e divenne un architetto ma fu costretto ad aderire al partito perché fu minacciato.
La storia di queste famiglie si intrecciò.
Saffron crebbe ed andò a studiare ad Oxford. Il padre di lei si risposò con Harriet Halfpenny, una docente della figlia.
Nell'università, Saffron conobbe una ragazza tedesca: Francesca von Schöndorf, detta Chessy.
Tra le due nacque un'amicizia.
Tuttavia, i fatti che avvennero in seguito cambiarono la storia.
Saffron venne a sapere che sua madre fu coinvolta nella morte del conte Otto von Meerbach.
Intanto, Chessy fu promessa in sposa a Gerhard.
Tutto sembrò filare liscio...fino ad una vacanza in Svizzera, in cui Saffron, che era con Chessy,  e Gerhard si incontrarono.
Tra i due nacque l'amore.
Tuttavia, gli eventi precipitarono.
Konrad, che voleva eliminare il fratello, seppe di questa relazione attraverso Chessy, che ruppe l'amicizia con Saffron.
Così, egli andò a Zurigo, ove trovò Isidore Solomon, figlio del notaio Viktor, lo intimidì per fargli scrivere due lettere con cui fare separare il fratello da Saffron.
Egli volle fare accusare Gerhard di tradimento.
Le lettere furono inviate ai rispettivi destinatari. Saffron credette che Gerhard fosse morto e viceversa.
Così, scoppiò la guerra e Saffron e suo padre rimasero coinvolti in essa.
Anche Gerhard fu coinvolto, anche se dal fronte opposto.
Saffron e suo padre si comportarono da eroi e vinsero lo scontro in Grecia.
Tuttavia, Leon rimase ferito.
Anche Gerhard si trovò in Grecia e combatté dal fronte opposto.
Così, i due amanti si videro di nuovo ma non poterono stare insieme.
Leon fu ferito ad una gamba ma si salvò.
Intanto, Saffron seppe di suo zio Francis, il fratello del padre.
Francis fu filo-nazista.
Saffron andò da lui e lo affrontò.
Ci fu una colluttazione.
Lo zio cercò di colpire Saffron con una lampada ma la ragazza prese la pistola che aveva nella borsa e gli sparò un colpo che lo uccise.
Perché si difese, Saffron non fu arrestata e non andò in carcere.
Il libro finisce con queste parole di Saffron:

"Si. Ho saputo che io e il mio amore siamo fatti l'uno per l'altra. So che siamo destinati a stare insieme. So che il suo destino può realizzarsi solo se lo aiuto. E lo farò, Manyoro, te lo giuro...lo farò".

Dunque, da questo finale si nota la volontà di Saffron di stare con l'amato Gerhard.
Tuttavia, resta l'incognita.
Infatti, il lettore non saprà mai se in futuro Saffron e Gerhard saranno ancora insieme.
Questo libro è interessante.
Esso parla di una morte con un giallo e di un amore contrastato tra due ragazzi di due Paesi tra loro nemici.
Inoltre, si notano molti colpi di scena che lasciano il lettore senza fiato.
Anche l'alternarsi tra le vicende delle due famiglie, la famiglia tedesca dei von Meerbach e quella inglese dei Courteney, in qualche modo, sembra quasi riflettere il clima di guerra in cui l'amore può essere interpretato come tradimento.
Questo libro merita un bel 9.



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