"Per me è l’immagine simbolo di una delle più terribili stragi di cristiani nella storia recente, quella che oggi in Sri Lanka ha fatto oltre 200 morti. Una statua di Gesù coperta di schizzi di sangue. “Era un fiume di sangue", ha detto N. A. Sumanapala, un negoziante che lavora vicino alla chiesa di San Sebastiano. Sunday Bloody Sunday. La nostra coscienza si attiva, si eccita, si mobilita soltanto quando c’è da accusare l’Occidente".
Sono d'accordo con questa nota di Meotti.
Per noi cristiani, la Pasqua è giorno di speranza e di amore.
In questo giorno, si festeggia la resurrezione di Cristo.
Purtroppo, quanto accaduto in Sri Lanka stona con la gioia che dovrebbe esserci in questo giorno.
Anzi, esso è come un colpo di pistola al cuore.
Un fanatico islamico è entrato in una chiesa, durante la liturgia di Pasqua, e si è fatto esplodere.
Questa persona non ha avuto rispetto per sé stessa né lo ha avuto per gli altri.
Anzi, questa persona ha avuto solo un disprezzo nei confronti della vita.
Eppure, dall'Occidente (e in particolare dall'Europa) non si è levata una voce forte e robusta di condanna.
Inoltre, qui in Occidente (e in particolare qui in Europa) non vi è nessuna critica nei confronti dell'Islam, al quale il terrorismo è legato.
Smettiamola con la retorica.
In nome di ciò che qui è definito "accoglienza", noi abbiamo rinnegato le nostre tradizioni e la nostra cultura.
In nome del pauperismo, noi stiamo disprezzando noi stessi.
Così, altri stanno approfittando di ciò.
Quel Cristo insanguinato rappresenta a pieno titolo quella che è la situazione di noi cristiani e temo che presto anche da noi ci saranno tanti "Cristi insanguinati".
Nessuno ha nemmeno parlato di terrorismo islamico, tanto meno Bergoglio
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