Ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio di questo spunto del Patriarca Moran Mor Ignatius Aphrem II, che ha rilasciato questa testimonianza riguardo al Genocidio Assiro, il Sayfo:
"A Qamishli, quando ero bambino, la sera andavo spesso in chiesa un’ora prima della preghiera. Mi sedevo tra gli anziani e ascoltavo le loro storie. Molti di loro erano sopravvissuti al Sayfo. Parlavano di famiglie lacerate, di bambini strappati ai genitori e affidati ai musulmani. Vedevo che, per loro, parlare di quelle vicende tremende era anche un modo per liberarsi da quel male che pesava sui loro cuori. Ma per tanto tempo non è stato possibile parlare pubblicamente di questo. Negli ultimi anni, quando le Chiese hanno iniziato a commemorare pubblicamente quei tragici eventi, tante persone hanno potuto sentire storie che erano sepolte nella memoria familiare come un tabù, qualcosa che non si doveva neanche nominare. E per loro è stata una specie di liberazione. Come Chiese, quando parliamo del Sayfo, non abbiamo altro scopo che favorire questa riconciliazione interiore. E i nostri amici turchi dovranno prima o poi capirlo: far memoria di quei fatti non è per noi un pretesto per andare contro di loro, ma può aiutare anche loro a comprendere il loro passato e riconciliarsi con esso".
I Turchi ebbero (e tuttora hanno) certi "vizietti".
Uno di questi è quello dei genocidi negati.
Di recente, l'Italia ha riconosciuto il Genocidio Armeno ma si dovrebbe riconoscere anche quello degli Assiri e dei Greci del Ponto.
Prima del XX secolo, i cristiani erano il 20% della popolazione che risiedeva nel territorio che corrisponde all'attuale Turchia.
Oggi, i cristiani nello stesso territorio sono una sparuta minoranza.
In Turchia, vi fu (e tuttora vi è) il "vizietto" del genocidio, che poi viene negato quasi con una faccia invetriata.
I Turchi iniziarono questa cosa già a partire dal 1071, quando sconfissero i Bizantini a Manzikert e si presero l'Anatolia.
La turchizzazione dell'Anatolia incominciò allora.
Nel XX secolo, l'ondata di nazionalismo portò a termine ciò che iniziò nel 1071.
Forse, l'Unione Europea farebbe bene a stare attenta, prima di fare entrare la Turchia nei suoi confini.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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