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sabato 20 aprile 2019

E Gesù irruppe negli Inferi

Su "La Nuova Bussola Quotidiana", vi è un articolo intitolato "Gesù irrompe negli Inferi. E per i giusti è vita nuova".
Riporto questo stralcio dell'articolo, scritto da Margherita del Castillo:

"“Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione” (1 Pt 3, 18-19).

Il Sabato Santo, com’è noto, è un giorno aliturgico (non si celebra la Messa)durante il quale la Chiesa si associa al riposo di Cristo nella tomba e ricorda la sua discesa agli Inferi*, luogo da non confondersi con l’Inferno ma da identificare come il posto in cui, secondo l’Antico Testamento, riposano coloro che sono morti prima dell’avvento del Redentore. In ebraico è detto Sheol, in greco Hádes.

Il viaggio di Cristo nell’oltretomba, predetto dal profeta Davide e supportato da alcune affermazioni degli Apostoli, soprattutto Pietro, non compare nei Vangeli canonici: lo raccontano, invece, l’apocrifo vangelo di Nicodemo e alcuni testi della tradizione patristica. È la Legenda Aurea redatta dal domenicano Jacopo da Varagine nel XIII secolo, però, il riferimento per la fortuna iconografica di questo soggetto così carico di mistero.

Un testo probabilmente noto a Jacopo Robusti, detto il Tintoretto, che, negli anni Sessanta del XVI secolo, dipinse tre tele per la cappella maggiore della chiesa di San Cassiano, in quel di Venezia, sua città natale. Commissionati, allora, dalla Scuola del Santissimo Sacramento e conservati ancora in loco, i dipinti offrono un ottimo spunto di riflessione durante il Triduo pasquale: alla morte di Cristo crocefisso, che rimanda alla salvezza dell’umanità, segue la Sua discesa al limbo per liberare Padri e Progenitori, in cui il Redentore riporta la decisiva vittoria su Satana. Su entrambe le scene domina, in posizione centrale, il trionfo della Resurrezione"
.

Per certi versi, nella ricorrenza del Sabato Santo vi è ancora la traccia della vigilia del Pesach ebraico.
Infatti, in questo giorno vi è la vittoria di Gesù Cristo sul peccato.
Cristo discese agli inferi per sconfiggere il peccato.
Questo fu il preludio della Sua Resurrezione.
Come Mosè, nell'Antica Alleanza, liberò il popolo ebraico dalla schiavitù dell'Egitto, così Cristo, nella Nuova Alleanza da Lui siglata, liberò l'umanità intera dalla schiavitù del peccato e della morte.
Questo è il fil rouge che lega il Cristianesimo all'Ebraismo.
Gesù Cristo completò ciò che fu iniziato prima.
Egli lo fece morendo appeso ad una croce ed apparentemente sconfitto ma poi vinse la morte ed il peccato scendendo agli Inferi e risorgendo.
Ancora oggi, questo fatto contrasta con la logica umana della "vittoria di chi sconfigge il nemico con la forza" ma il pensiero di Dio non è quello umano. 


3 commenti:

  1. La discesa di Gesù negli inferi non è una novità da un punto di vista ebraico, perchè secondo gli ebrei anche Enoch nei testi apocrifi è sceso negli inferi.

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    Risposte
    1. Il discorso è chiaro. Gesù Cristo vinse il peccato i questo modo. Buona Pasqua.

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    2. Faccio notare che i testi apocrifi di cui parlo forse San Pietro li conosceva bene.

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