Comu su la tela mittìu...
mastru Petrus di la Francisca...
cum passio vera ca dipincìu...
Christus accussì flaggillatu...
quannu Maumettu vinni...
ca 'n Nova Roma la casa di Diu...
cum sangu sciaminatu...pigghiau...
et Sodoma facta fu...ca finìu.
Italiano:
Come sulla tela mise...
mastro Piero della Francesca...
con passione vera che dipinse...
Cristo così flagellato...
quando Maometto venne...
che in Nuova Roma la casa di Dio...
con sangue versato...pigliò...
e Sodoma fatta fu...che finì.
Questa mia poesia (in maccheronico-siciliano e in italiano) è in tema con il periodo che affronteremo la settimana prossima, la settimana che culminerà con la Pasqua.
Però, prima della Pasqua vi sono la Passione e la Morte di Cristo.
Un dipinto di Piero della Francesca (12 settembre 1416 o 1417-12 ottobre 1492) spiega ancora oggi il tema della Passione.
Esso è intitolato "La flagellazione di Cristo".
Nel lato destro di esso (alla sinistra di chi guarda) si vede Gesù Cristo flagellato di fronte a Ponzio Pilato da due uomini con un terzo con il turbante.
Alla sinistra si vedono tre uomini che discutono.
Secondo un'interpretazione storica, la scene ritratte rappresenterebbero la caduta di Costantinopoli, avvenuta il 29 maggio 1453.
L'uomo con il turbante rappresenterebbe il sultano ottomano Mehmet II (Maometto II, 29 marzo 1432-3 maggio 1481).
I flagellatori sarebbero i giannizzeri ottomani.
Ponzio Pilato rappresenterebbe l'imperatore bizantino Giovanni VIII Paleologo (18 dicembre 1392-31 ottobre 1448).
Il fatto che i calzari siano di color porpora può essere un indizio di ciò.
Gli imperatori bizantini indossavano calzari color porpora.
Sulla destra, vi sono i tre uomini.
Partendo da quello più a sinistra, essi rappresenterebbero rispettivamente questi personaggi: il cardinale Giovanni Bessarione (2 gennaio 1403-18 novembre 1472), che fu il delegato bizantino al Concilio di Ferrara e di Firenze (1417-1431), Tommaso Paleologo (1409-12 maggio 1475) ed il signore di Ferrara Niccolò d'Este (9 novembre 1383-26 dicembre 1441), che fu il signore di Ferrara, dunque il padrone di casa.
Ora, non vi è conferma di ciò.
In primo luogo, quando Costantinopoli cadde, l'ultimo imperatore bizantino fu Costantino XI Paleologo (8 febbraio 1405-29 maggio 1453).
Questi fu il fratello minore di Giovanni VIII, che morì senza lasciare figli.
Costantino applicò quanto decretato dal Concilio di Ferrara Firenze, proclamando la riunificazione tra la Chiesa ortodossa e quella cattolico-romana.
Purtroppo, i Turchi lo sconfissero e, con la caduta di Costantinopoli, il sultano Mehmet II nominò come Patriarca di Costantinopoli Gennadio Scolario (1405-1473) che fu ostile al cattolicesimo.
Certo, il travaglio dell'Impero Romano d'Oriente risalì a prima del regno dell'ultimo imperatore bizantino.
Già con il suo predecessore (e fratello) Giovanni VIII, i Turchi minacciarono Costantinopoli.
Nel 1444, essi sconfissero a Varna (oggi in Bulgaria) un esercito cristiano.
L'imperatore era al Concilio e fu costretto a rientrare in patria, per firmare una pace con i Turchi, pagando un pesante tributo.
Invece, sembra storicamente incongrua la scena sulla destra.
Dopo la caduta di Costantinopoli, Bessarione consigliò Papa Pio II (18 ottobre 1405-14 agosto 1464) di indire una crociata contro i Turchi.
Il pontificato di questo Papa cominciò nel 1458.
Vent'anni dopo il Concilio di Ferrara-Firenze, il Papa indisse un altro Concilio qui a Mantova.
Era il 1459.
Il pretendente al trono bizantino fu Tommaso Paleologo, fratello di Giovanni VIII e Costantino XI che si convertì al cattolicesimo.
Nel ritratto, esso sarebbe rappresentato dall'uomo senza i calzari (che erano indossati dagli imperatori bizantin) che sta tra gli altri due che discutono.
Dunque, questo dipinto può dirci ancora oggi di quegli anni di travaglio che caratterizzarono il XV secolo.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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