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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 24 ottobre 2013

No alla superbia!

La superbia, bassorilievo della cattedrale di Chartres (Francia).


Cari amici ed amiche.

Le letture delle sante messe di domani sera e di domenica mattina sono:
Dal libro del Siràcide, capitolo 35, versetti 15-17.20-22

Il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.
Non è parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dell’oppresso.
Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.

Parola di Dio


Salmo responsoriale-Salmo 33.

Il povero grida e il Signore lo ascolta.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.




Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo, capitolo 4, versetti 6-8.16-18.

Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Parola di Dio


+Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 18, versetti 9-14.

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
"Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato".

Parola del Signore
.

Ora, riporto le parole di Gesù: chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato.
L'anno scorso, avevo scritto degli articoli dedicati al farisaismo
Molti, infatti, fanno i puritani e si permettono di dare lezioni agli altri.
Però, guardando bene, io penso che nessuno abbia diritto da dare lezioni a nessuno.
Ogni uomo, infatti, ha buone qualità e pecche.
Il male di chi si crede migliore degli altri è la superbia, il peccato di Lucifero, l'angelo che, per arroganza, si ribellò a Dio e (giustamente) venne cacciato dal Paradiso.
Quel fariseo di cui Gesù parlò e che andò a pregare nel Tempio peccò di superbia.
Infatti, egli disse: " O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo.". 
Se tutti noi fossimo giusti, il mondo sarebbe sempre andato bene e la missione di Gesù Cristo non sarebbe servita.
Invece, la realtà è diversa.
Noi siamo più simili a quel pubblicano.

Dobbiamo riconoscere ciò.
La superbia, infatti, è il peccato che non fa vedere il male dentro sé stessi.
Se noi iniziassimo a vedere i nostri difetti, il, mondo sarebbe migliore. 
Cordiali saluti.



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