Questo è l'articolo n° 5000, del blog "Italia e Mondo-The Candelabra of Italy" e lo festeggio portando all'attenzione di tutti una notizia interessante.
Leggete questa notizia che mi è stata portata all'attenzione su Facebook dall'amico Eli (gestore del blog dei "Liberali per Israele") e che ha portato all'attenzione questo fatto importante:
"Archeologia: rinvenuto a Hierapolis il Cerbero a guardia della Porta dell’Inferno.
Restano ormai pochi dubbi sul fatto che la grotta scoperta dal team di archeologici italiani guidato da Francesco D’Adria a Hierapolis, l’antica città sacra della Frigia, oggi Pamukkale, nella Turchia nord-occidentale, sia la mitica ‘Porta degli Inferi‘, meta di pellegrinaggio, anche di Vip di allora come Cicerone o il grande geografo greco Strabone, nell’Antichità greco-romana.
Lo stesso D’Adria ha annunciato oggi il ritrovamento all’ingresso della grotta del ‘Ploutoniom’ di Hierapolis di una statua in marmo di Cerbero, il cane a tre teste che la mitologia greca aveva posto a guardia dell’ingresso dell’Ade, il Regno dei Morti. Accanto a quella di Cerbero – il mostro che solo Ercole era riuscito a sottomettere, facendogli mangiare una pagnotta con semi di papavero che lo aveva addormentato – è stata scoperta anche la statua in marmo di un enorme serpente, altro animale guardiano per gli antichi greci dell’Oltretomba.
L’annuncio durante un convegno in marzo a Istanbul sulle missioni archeologiche italiane in Turchia della scoperta della Porta degli Inferi aveva suscitato enorme interesse in tutto il mondo.
Il team di archeologi dell’Università del Salento guidato da D’Adria aveva individuato l’antica Porta dell’Ade grazie ai cadaveri di alcuni uccellini, ritrovati morti davanti a una sorta di grotta da dove uscivano fumi mefitici di anidride carbonica.
Nei racconti dei suoi viaggi in Asia Minore nel I secolo AC, Strabone aveva descritto la Porta degli Inferi come una apertura ”di dimensioni sufficienti” per fare passare un uomo ”riempita di un vapore fitto e scuro, così denso che il fondo difficilmente può essere individuato”.
Gli animali che entrano ”muoiono all’istante.
Anche i tori, quando sono portati al suo interno, cadono a terra, morti”. ”Noi stessi gettammo dentro dei passeri – racconta Strabone – che immediatamente caddero a terra senza vita”.
Gli scavi a Hierapolis procedono con meticolosa prudenza.
La grotta, larga non più di due metri, non è stata ancora investigata e potrebbe riservare altre sorprese.
D’Adria ha definito la scoperta della statua di Cerbero un ”unicum”, di straordinaria importanza storica e archeologica.
L’equipe archeologica italiana continua intanto il lavoro di restauro dell’eccezionale sito di Hierapolis.
Nella chiesa accanto alla tomba dell’apostolo San Filippo, scoperta due anni fa da D’Adria, sono state rimontate 8 grandi colonne di marmo, ed è quasi completato il lavoro di restauro del teatro, uno degli edifici più spettacolari dei siti greco-romani in Turchia.
Fonte: ANSAmed".".
Pamukkale è l'antica Hierapolis.
Il nome stesso indicava una "sacralità" di quella città.
Quella zona era (e tuttora è) caratterizzata da fenomeni vulcanici.
Ci sono sorgenti di acqua bollente e di fanghi termali.
Qui venivano (e tuttora vengono) molte persone a curarsi.
Ciò determina paesaggi quasi incantati con depositi di calcare che hanno forme spettacolari.
Il nome turco, Pamukkale, rievoca il cotone.
A livello letterario significa "castello di cotone".
Hierapolis, infatti, fu costruita su un cumulo (castello) di bianco calcare.
Ora, il fatto che ci fossero delle terme naturali, induceva gli antichi a dare una sacralità a quel posto.
A tempo stesso (specie in epoca cristiana) il fatto che ci fossero forze provenienti dalle viscere della Terra significava che lì vi era un contatto con gli Inferi.
E' lo stesso discorso dei Campi Flegrei, qui in Italia, vicino Napoli.
Nei Campi Flegrei vi è il Lago Averno, un lago vulcanico da cui fuoriesce anidride carbonica (CO2) che non permette la vita.
Il nome del lago deriva dal greco e significa "aornos", ossia "luogo in cui non volano uccelli".
L'Averno (o Ade) fu il luogo dell'Oltretomba in cui i Greci ritenevano che fosse il luogo in cui morti andavano.
Le sue acque scure davano l'idea che il lago fosse una porta degli Inferi.
Le emissioni di CO2 e di materiali vulcanici di Pamukkale vengono chiamate "Plutonium", ossia derivati da "plutone", una roccia ignea intrusiva all'interno della crosta terrestre.
Il nome di Plutone è anche quello del dio greco degli Inferi.
Il Cerbero fu il cane a tre teste posto a guardia di questa porta.
Ora, possiamo capire meglio come fosse l'Oltretomba greco e latino.
Esso fu un luogo di oblio.
Nella tradizione giudaica vi era un luogo analogo, lo Sheol.
Lo Sheol fu il luogo che oggi noi cristiani identifichiamo come l'Inferno, o una parte di esso.
Qui sotto vi è la foto presa dall'articolo del sito del National Geographic Channel che è intitolato "Hierapolis, trovata la Porta dell'Inferno".
Questo articolo parla proprio delle ricerche fatte dal professor Francesco D'Adria.
L'articolo parla dei vari tipi di Inferno in questo modo:
"In una delle prime forme di scrittura conosciute si narra della leggenda sumera, incisa in caratteri cuneiformi su tavolette d'argilla risalenti a quasi 4 mila anni fa, che descrive il viaggio nel regno dei morti della della dea Inanna, conosciuta anche come Ishtar. Per i Greci, i viaggi nell’aldilà scandivano le stagioni, tra gli Egizi regolavano i ritmi del giorno e della notte e per i Maya erano legati all’origine del mondo. Molte culture hanno le loro “porte dell'inferno”. Ecco alcuni esempi:
Grecia e Turchia. Altri Ploutonion sono stati scoperti in tutto il Mediterraneo orientale, molto spesso in luoghi da cui fuoriescono gas e vapori sotterranei, come Eleusi. L’Acheronte, nel nord ovest della Grecia, era il fiume attraverso il quale Caronte traghettava le anime dei morti nel regno di Ade.
Italia. In Sicilia, nei pressi di Enna, si trova la fossa attraverso la quale Ade avrebbe portato Persefone negli inferi e dove mangiò i sei semi di melograno, condannando la Terra a sei mesi di inverno ogni anno. L'eroe romano Enea si sarebbe invece addentrato nel modo dei morti vicino al Lago d'Averno, un lago vulcanico nel comune di Pozzuoli. Un’altra leggenda cita lo stesso luogo anche per la discesa agli inferi di Ulisse.
Israele. Nelle Grotte gemelle sulle colline della Giudea, poco fuori Gerusalemme, sono state trovate le prove di riti pagani. Forse erano considerate un punto d’accesso per il viaggio di Persefone agli inferi.
Mesoamerica. Il vulcano Masaya, in Nicaragua, fu soprannominato la “Bocca dell'Inferno” dagli spagnoli che lo scoprirono nel XVI secolo. (Ovviamente, in tutto il mondo si pensa che i vulcani abbiano un legame speciale con l'inferno). Le grotte calcaree dello Yucatan incantarono i Maya, che vi praticavano sacrifici umani e deposizioni rituali di oggetti preziosi in devozione alle divinità dell’aldilà. Il mito maya della creazione racconta la storia di una coppia eroica di gemelli che sconfisse il dio dei morti, Xibalba, e liberò le divinità minori che iniziarono così ad abitare nel mondo dei vivi. "
Anche a Torino esiste una "porta dell'Inferno" ed è Piazza Statuto.
In questa piazza, al tempo dei Romani, si facevano le esecuzioni.
Se oggi noi abbiamo una nozione dell'Inferno (un luogo di tormenti per i malvagi), di Limbo e di Oltretomba, lo dobbiamo (in primis) alla tradizione giudaica (da cui deriva la nostra amata tradizione cristiana) e alle storie di città come Pamukkale e degli altri luoghi descritti.
Cordiali saluti.
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