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mercoledì 30 ottobre 2013

Cipro Nord, va avanti l'islamizzazione

Cari amici ed amiche.

L'amico e collaboratore Angelo Fazio ha portato alla mia attenzione questo articolo di NAT da Polis:
"Dall'invasione del 1974, i 200mila greco-ciprioti costretti a lasciare la zona sono stati rimpiazzati da 300mila coloni dell'Anatolia, di basso livello culturale, ma convinti musulmani. E anche gli originari turco-ciprioti sono vittime di una certa discriminazione da parte degli occupanti turchi e dei loro coloni.

Istanbul (AsiaNews) - La notizia dello scambio di visite, dopo 18 mesi tra il metropolita Christoforos di Karpasia e il Gran mufti di Cipro ha suscitato positive reazioni nel mondo.

Ma indipendentemente dai buoni propositi, la buona volontà e le buone intenzioni di singole persone o determinati gruppi, e da gesti piccoli, ma significativi nel piccolo mondo dei greco e turco ciprioti, permane il dato di fatto della divisone di Cipro, avvenuta 40 anni fa (1974) ad opera della Turchia. La perdurante occupazione da parte di 40mila militari turchi della parte Nord dell'isola, pari al 37% del territorio, ha avuto anche come grave conseguenza la forzata islamizzazione della parte nord dell' isola.

In seguito all'invasione da parte dell'esercito kemalista turco - sempre definito garante della laicità - c'è stato lo spostamento di 200mila greco-ciprioti verso la parte sud dell'isola e l'arrivo, nel nord, di 300mila coloni dell'Anatolia, di basso livello culturale, ma convinti musulmani.

Questa forzata islamizzazione ha avuto come conseguenza la distruzione o la trasformazione in moschee di decine di monumenti, chiese e monasteri che testimoniavano la millenaria continuità della presenza della civiltà greco-ellenistica-romana, che abbracciarono il messaggio di Cristo, fondando le prime chiese dopo quelle in Palestina e facendo da ponte verso l'Occidente.

Un altro fatto assai grave, come testimonia il diplomatico e storico inglese William Mallinson, profondo conoscitore del piccolo pianeta cipriota, è che il tutto è avvenuto con il tacito consenso verso Ankara da parte dell'allora segretario di Stato USA Henry Kissinger e del governo britannico. Rimane famosa la frase di Kissinger, che con la invasione turca del 1974 e la spartizione dell'isola, la questione cipriota è stata risolta.

La classica, cinica dichiarazione di chi crede e sostiene gli interessi geostrategici e geopolitici dei soliti cosiddetti potenti occidentali . E Cipro è sempre rientrata nei loro appetiti, a causa della sua posizione geografica. Nel totale disinteresse per le sue tradizioni culturali e le sue radici cristiane.

Così, intanto, i neo-ottomani del partito di Erdogan, l'AKP, coadiuvati dai capitali sauditi portano avanti, con meticolosa perizia, la politica, di forzata islamizzazione della parte nord dell'isola. D'altronde l'ideologo del dogma neo-ottomano in politica estera, il ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu, considera Cipro una pedina fondamentale per i giuochi geopolitici della Turchia "anche se sull'isola non ci fosse alcun musulmano", figuriamoci adesso.

Non va, poi, trascurato un altro fatto, che anche gli originari turco-ciprioti sono vittime di una certa discriminazione da parte degli occupanti turchi e dei loro coloni. Oltre al fatto di essere diventati di nuovo minoranza (sono 150mila a fronte di 350mila coloni dell'Anatolia) hanno disparità culturale sia con i coloni che con i militari.

Dal loro insediamento sull'isola nel 1572, la lunga convivenza con l'elemento cristiano, malgrado periodici contrasti (nel periodo ottomano le popolazioni cristiane servivano alle casse dell'impero, perché gli unici tassati erano i non musulmani) ha creato in loro una mentalità più aperta e un profondo rispetto verso la religiosità degli altri. E se qualcosa di cristiano sopravvive nel nord di Cipro è merito anche loro, oltre che dei 500 greco-ciprioti rimasti bloccati nella regione. Qualcuno li definisce cripto-cristiani.

Quanto accade a Cipro, insomma, dimostra che, in barba a chi pensava e pensa ancora alle radici greco-romane e cristiane della nostra civiltà, ciò che conta è la strategia geopolitica dei potenti della Terra. E Cipro è a due passi dallo scacchiere mediorientale
."


A Cipro Nord si sta consumando una tragedia. 
Cipro Nord è legata al Cristianesimo.
Qui nacque e morì San Barnaba apostolo, il compagno di viaggio di San Paolo.
Ora, dal 1974 Cipro è divisa in due, Cipro Nord e Cipro.
Cipro Nord è in mano alla Turchia.
I greco-ciprioti sono costretti a scappare da Cipro Nord.
Città come Famagosta hanno interi quartieri fantasma.
Il quartiere di Maras (che si trova a Famagosta) è oggi un quartiere fantasma.
Ci sono case e negozi vuoti ed il degrado regna, come mostra il video qui sotto.
Dopo quanto accadde nel 1571, quando Cipro fu tolta ai Veneziani dai Turchi Ottomani, in cui la Chiesa cattolica latina fu soppressa e molte chiese gotiche, come la cattedrale di San Nicola e la chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Famagosta o la cattedrale di Santa Sofia e la chiesa di Santa Caterina a Nicosia furono trasformate in moschee, i Turchi tornarono a Cipro nel 1974 ed occuparono la parte nord dell'isola, ove costituirono la Repubblica di Cipro Nord, contrapposta alla Repubblica di Cipro, che è la parte centrale e meridionale dell'isola stessa.
I greco-ciprioti furono costretti a scappare.
Le chiese ortodosse e cattoliche (per lo più maronite) furono chiuse. 
Alcune di esse divennero moschee, altre furono trasformate in depositi ed altre ancora in stalle ed i monasteri divennero musei o alberghi.
Ancora oggi, i simboli della cristianità vengono distrutti a Cipro Nord.
Le poche chiese sono in condizioni pessime.
A Kormakiti vi è una delle poche comunità cristiano-maronite.
I cristiani possono dire messa ma hanno forti limitazioni. 
Per esempio, non possono usare le campane. 
I cimiteri cristiani vengono saccheggiati e distrutti.
L'islamizzazione avanza e nessuno in Europa fa niente.
Ora, il rischio che la cosa si estenda sull'intera isola c'è.
Sulla strada tra Limassol e Larnaca (Repubblica di Cipro) c'è una moschea, la Hala Sultan Tekke, una delle moschee più importanti del mondo islamico, ove, vi è il presunto sarcofago della zia di Maometto.
A questo punto, è lecito temere che i turco-ciprioti del nord e la Turchia possano avere rivendicazioni proprio perché vi è quella moschea nella Repubblica di Cipro.
Questo sarebbe pericoloso.
L'Europa non stia a guardare ed intervenga.
Non abbia timori di porre serie condizioni alla Turchia.
Cordiali saluti. 
 
 

 
 
 
 


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.