Mi è capitato di vedere la trasmissione "Pane Quotidiano", la trasmissione condotta da Concita De Gregorio che va in onda su "RAI 3".
Ospite di quella puntata era uno studioso che ha parlato della corruzione del nostro Paese.
Egli ha detto che le cause di questa corruzione dilagante sono tre e sono rintracciabili nella nostra storia.
A detta questa persona, esse sono:
- Il fatto di essere stati a lungo dominati da stranieri.
- Il fatto di avere avuto delle dittature.
- La cattiva educazione religiosa che, a dire di quel personaggio, avrebbe fatto sì che gli Italiani accettassero la corruzione.
Sulle altre due cause, si debbono fare delle considerazioni.
Per tredici secoli, l'Italia non esistette.
Incomincio con questa citazione:
"Ab intactae ferro barbae longitudine [...] ita postmodum appellatos. Nam iuxta illorum linguam "lang" longam, "bart" barbam significat".
Questa citazione è di Paolo Diacono, uno storico vissuto tra il 720 AD ed il 799 AD che fu di origini longobarde.
Proprio con la discesa dei Longobardi (568 AD) l'Italia si divise tra domini longobardi e bizantini.
Da lì fino al 1861, l'Italia fu divisa.
Facciamo un paragone con un altro Paese: l'Inghilterra.
Dal 43 AD al 410 AD, la Britannia fu una provincia dell'Impero Romano.
Poi, con l'arrivo dei barbari, i Romani furono costretti ad abbandonare la Britannia.
Nel periodo compreso tra la fine del dominio romano e l'arrivo di Sant'Agostino a Canterbury (597), Britannia fu invasa dagli Angli e dai Sassoni e, a causa delle pestilenze, fu sempre più spopolata e meno romanizzata.
Durante il Medio Evo inglese ci fu l'eptarchia.
La Britannia fu divisa in sette regni (Northumbria, Wessesx, Essex, Sussex, Mercia, Anglia Orientale e Kent) e alla fine dell'VIII secolo arrivarono i Vichinghi.
Lo spartiacque fu la conquista normanna (1066) che determinò la nascita dell'Inghilterra.
Nel 1215, ci fu un fatto importante, la creazione della prima Costituzione, la Magna Charta Libertatum, in cui ci furono il diritto romano, il diritto canonico e, cosa unica nel Medio Evo, la nozione di legge del Paese, secondo cui un uomo poteva essere imprigionato secondo il parere di quest'ultima.
Mentre dal 597 al 1215, l'Inghilterra si unì, nello stesso arco di tempo l'Italia si divise.
Ci furono i feudi, i regni ed i comuni.
Eppure, all'estero gli italiani erano noti come italiani e non come lombardi o siciliani.
Però, l'Italia era divisa.
Tornando al paragone, l'Inghilterra divenne un regno sempre più forte ed il suo ceto politico si formò come una vera e propria aristocrazia.
L'unico trauma (grosso) fu quello che accadde nei secoli XVI e XVII.
Nel 1534, re Enrico VIII ruppe con la Chiesa di Roma ed assunse il controllo diretto sulla Chiesa inglese.
Questo cozzò con il principio di libertà della Chiesa che fu sancito con la Magna Charta Libertatum e rafforzò il potere della monarchia che puntò a scavalcare il Parlamento.
Le conseguenze furono le tensioni e la guerra civile del secolo successivo, una guerra civile che portò alla decapitazione di re Carlo I Stuart (1600-1649) e alla dittatura puritana di Cromwell (1649-1658).
Questa dittatura, però, fu così legata a Cromwell che alla sua morte tornò la monarchia.
Con la deposizione di re Giacomo II Stuart (1688) l'Inghilterra divenne la monarchia parlamentare che è ora.
Certo, questi scossoni portarono a situazioni negative.
La prima fu l'estromissione dei cattolici dalla vita politica del Paese.
La seconda fu l'arrivo della corruzione, corruzione che fu particolarmente forte negli ambienti del partito dei Whigs, i progressisti legati a Cromwell.
Questo ci deve fare riflettere sul fatto che la corruzione sia tanto forte in quegli ambienti politici provenienti dal basso.
Lo stesso spettacolo si verificherà nella Francia rivoluzionaria (a partire dal 1789) in cui emergeranno figure come l'affarista corrotto Paul Barras.
In tutto questo arco di tempo, l'Italia fu divisa e (proprio perché divisa) venne presa da gli stranieri, come Francesi, Spagnoli ed Austriaci.
Questa situazione rimase fino al 1861.
L'unificazione italiana avvenne con un processo forzoso e dettato da esigenze di un singolo Stato italiano, il Regno di Sardegna.
Il regno era indebitato con delle banche inglesi.
Il Primo Ministro di allora, Camillo Benso Conte di Cavour decise di fare una serie di operazioni militari con cui annettersi i territori italiani.
Tra il 1858 ed il 1866, si prese i territori della Toscana, dell'Emilia, della Romagna e le Marche, oltre il Lombardo-Veneto, che era un dominio austriaco.
La gente non capì il senso di questa guerra.
Per esempio, qui nel Mantovano, durante la II Guerra di indipendenza, le azioni furono condotte da piemontesi e toscani mentre il popolo mantovano non combatté.
Sempre nel 1860, Cavour mandò Garibaldi (su cui ci sono dubbi sulla sua eroicità) in Sicilia e ad istigare le fazioni anti-borboniche presenti nell'isola.
Con questo pretesto, i Piemontesi ebbero il pretesto per prendersi il Regno delle Due Sicilie, con una guerra.
Non contento, nel 1870, il Regno di Sardegna (divenuto Regno d'Italia) si prese anche il Lazio e Roma, creando uno Stato contro la Chiesa, cosa che in Europa non era mai successa.
Stati come Spagna, Francia ed Inghilterra si formarono attorno alle loro Chiese locali, che erano in comunione con Roma.
In pratica, a condurre l'unificazione italiana non fu la maggioranza degli italiani ma delle minoranze che agirono anche contro il sentire comune del popolo italiano.
Infatti, fino ai Patti Lateranensi del 1929, la Chiesa fu ostile allo Stato e gli italiani (da popolo prevalentemente cattolico quali essi erano) erano divisi tra il dovere essere cattolici ed il dovere essere italiani e sudditi di un re che fu scomunicato dal Papa.
In secondo luogo, l'azione di Garibaldi in Sicilia favorì la mafia.
La mafia, infatti, fu sotto controllo durante il periodo borbonico.
Con l'arrivo dei Mille di Garibaldi, essa esplose.
Ricordo che tra i mafiosi ci furono anche dei garibaldini, come un tale Gaspare Mosca, che si unì alla cosca di Pepe Rizzotto.
Inoltre, l'unità del Paese avvenne in contemporanea con l'arrivo in Europa del socialismo.
Per i socialisti, lo Stato italiano era uno Stato borghese e lo Stato borghese era visto come un nemico.
Da tutto ciò nacque lo scarso senso civico che è purtroppo diffuso qui in Italia.
Che l'Italia si sarebbe dovuta unire fu (ed è) cosa nota.
Un'Italia divisa era un'Italia debole politicamente.
Pensate a quello che sarebbe potuto succedere se di fronte alla Germania nazista ci fosse stata l'Italia divisa.
Hitler ne avrebbe fatto un boccone da molto tempo prima del II Guerra Mondiale.
Tuttavia, fu sbagliato il processo di unificazione che fu contro la Chiesa e contro la maggioranza degli Italiani (il fatto che si parli spesso di Nord contro Sud è una dimostrazione) e per fini poco nobili.
Infatti, come ho già scritto, il Regno di Sardegna era indebitato con le banche inglesi e, per risolvere questi suoi debiti, si annetté il resto del Paese, facendo una vera e propria spoliazione.
Questa situazione favorì anche il fascismo.
Ora, l'unico modo per cambiare le cose è dare una prospettiva diversa della nostra storia.
Serve un cambiamento culturale.
Bisogna fare capire ai nostri giovani che il passato non può essere cambiato ma che si può cambiare il futuro, cercando di fare capire che fare parte di un Paese non significa solo abitarci ma anche essere legati alla sua storia, alla sua cultura e ai suoi valori, per esempio, facendo studiare e conoscere la storia senza censure politiche.
Se si iniziasse a fare ciò, saremmo già sulla buona strada.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento