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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 17 ottobre 2013

Dell'Italia non resterà nulla?

Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo del giornale "Imola Oggi" che è intitolato "London School of Economics: dell’Italia non rimarrà nulla, in 10 anni si dissolverà".
Dell'articolo è interessante la parte che recita:

"Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampante terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà.
Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell’IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l’estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un’economia che ha perso circa l’8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo “ripresa” è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione.
Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori.
La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza , l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa.".

Noi abbiamo un problema di tasse alte, infrastrutture che mancano, una giustizia che non funziona, una burocrazia elefantiaca ed un costo dell'energia elettrica elevato.
Purtroppo, non si riesce a fare niente per cambiare la situazione.
Il governo del presidente Berlusconi ha provato a fare qualcosa.
Prendiamo, ad esempio, la questione dell'energia elettrica.
Il governo aveva aperto anche all' ipotesi del ritorno dell'energia nucleare.
Questo avrebbe fatto calare i costi dell'energia elettrica.
La sinistra e Beppe Grillo, con molta demagogia, avevano fatto una campagna di terrorismo mediatico e avevano fatto bocciare questo piano energetico con un referendum, nel 2011.
Riguardo alla burocrazia, si è tentato di ridurre gli uffici, con conseguente riduzione dei costi e delle tasse.
Questo (se fosse andato in porto) avrebbe comportato un taglio della spesa pubblica e delle tasse.
Purtroppo, appena si fa qualcosa, ecco che arrivano i sindacati che dicono che si vogliono lasciare a casa parecchie persone (gli impiegati) e fanno del terrorismo psicologico.
Queste ultime, in nome del loro egoismo di categoria, non vogliono mollare e vanno dietro ai sindacati.
Questo principio, per esempio, è quello di chi vuole imporre la scuola pubblica, a scapito di quella privata.
Ricordo che la scuola privata fa risparmiare allo Stato ben 6.000.000.000 di Euro all'anno. 
I sindacati, inoltre, hanno un approccio ottocentesco con le aziende.
Essi, infatti, si mettono contro i datori di lavoro, bollandoli come nemici.
Riguardo alle infrastrutture, appena il governo (di qualunque colore politico esso sia) fa qualcosa, arriva il comitato di paese che fa bloccare i lavori.
Riguardo all'immigrazione vanno dette delle cose.
Noi esportiamo cervelli, i nostri giovani laureati e diplomati, ed importiamo clandestini, gente che non può nemmeno essere collocata, sia perché viene in Italia clandestinamente e sia perché non c'è lavoro neppure per
noi italiani.
Riguardo alla giustizia, noi abbiamo seri problemi dovuti a magistrati politicizzati ed inefficienti.
Essa non è uguale per tutti ( il caso del presidente Berlusconi lo dimostra, vista la persecuzione da egli subita) e mentre alcuni processi vanno avanti spediti e finiscono con la condanna (come nel caso del presidente Berlusconi) altri si fermano e non portano a nulla.
In più, c'è il problema di un Parlamento che non approva celermente le leggi (per via del suo bicameralismo paritario) e del Presidente del Consiglio che non ha alcun potere.
Se non si cambiano seriamente forma di Governo, normative, apparati e, soprattutto, mentalità, l'Italia diventerà un Paese del Terzo Mondo.
Cordiali saluti.


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.