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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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domenica 30 settembre 2012

La Dea Ragione? Un ritorno al paganesimo!

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo del blog "Christus veritas" che è intitolato "La rivoluzione francese":


"Un uomo che fa a meno di Dio, uno Stato che diventa totalitario, un odio sfrenato verso la religione cattolica e la monarchia, l’annientamento del passato e il culto della dea ragione: questi i capisaldi dell’evento preso a simbolo della nascita del mondo moderno.

La Rivoluzione francese è il primo radicale tentativo di costruire una società ed una struttura statale nell’orizzonte di quella cultura che si definisce "moderna". Capisaldi di questa cultura sono: un uomo "senza Dio", assolutamente autonomo ed autosufficiente che non ha bisogno di nessun riferimento religioso per conoscere la sua identità, i principi fondamentali del suo comportamento, le regole fondamentali della vita sociale. Si definisce questo mondo culturale anche come laicismo. Padre Cornelio Fabro raccoglieva l’essenza del laicismo in questa formula: "Dio se c'è, non c'entra".

Il mondo moderno con la Rivoluzione francese ha dimostrato in modo gigantesco, negli sforzi e anche negli orrori, che era possibile creare una società e uno Stato secondo quella ragione illuministica, che è sostanzialmente una ragione scientifico-tecnologica. In particolare lo Stato costituisce l’obiettivo ultimo dello sforzo per razionalizzare la vita dell’uomo nella società. Lo Stato diviene dunque la realtà che raccoglie tutti i valori razionali, culturali ed etici: diviene dunque il vero fatto che dà valore totale alla persona ed alla società.

Si può anche dire che la Rivoluzione Francese sostituisce ad uno Stato che riconosce una dimensione religiosa della vita, uno Stato che si presenta come capace di totalizzare la società: uno stato "totalitario", appunto. È ovvio che quindi non si è trattato di una evoluzione di pezzi della società precedente, richiesta dall’apparire di nuove esigenze, di nuovi problemi, di nuove sfide. La società precedente aveva vissuto momenti di riforma parziale che l’avevano, in qualche modo, adeguata progressivamente alla evoluzione di tempi e problemi.

La Rivoluzione francese invece crea un mondo nuovo: in tanto il mondo nuovo si può costruire se si distrugge il mondo del passato. Il mondo del passato (l’Ancìen Regime) è considerato dai rivoluzionari francesi come l’insieme di tutti gli errori teorici e politici, di tutte le ingiustizie personali e sociali, di quella profonda alienazione da cui appunto ‘uomo doveva essere liberato per l’esercizio di quello che gli illuministi avevano chiamato "il lume della ragione". La Rivoluzione francese ha innegabilmente al cuore una forza eversiva del passato: il passato deve essere distrutto, addirittura nella sua consistenza materiale, nella realtà delle sue istituzioni e dei suoi costumi, nelle grandi espressioni culturali, artistiche e poetiche: perché tutto nel passato grida lacrime e sangue e l’uomo invece non deve più soffrire.La politica, la nuova religione, che pretenderà di imporre a tutti i francesi il culto della dea ragione, è la sola in grado di garantire "la felicità degli uomini sulla terra" (cfr. "Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino"). Ma la tradizione non era un passato, la tradizione era un presente: nella presenza della Chiesa come popolo di Dio presente nel mondo la tradizione segnava la vita della persona e della società, rivelava ancora una capacità di educazione della persona e di fondazione di rapporti culturali e sociali. Per questo motivo, dall'Assemblea degli Stati Generali (1789) fino al regicidio (1793), ed al Terrore giacobìno, la Rivoluzione francese assume un volto innegabilmente anti-ecclesiale ed anti-ecclesiastico. L’inizio di questa lotta contro la Chiesa francese è la Costituzione civile del clero (1790). La Chiesa francese, in quanto tende ad essere una struttura della vita sociale ed a proporre una cultura, una morale ed una immagine di società che nascono dalla fede, deve accettare di essere "formata dallo Stato". Mentre ufficialmente sì parla di "separazione della Chiesa dallo stato", in realtà la Chiesa viene strettamente legata alla struttura giuridica ed amministrativa dello Stato. Per essere Chiesa, la Chiesa francese deve accettare di avere un riconoscimento civile dallo Stato. Così le oltre trecento diocesi francesi vengono ridotte a meno dì cento e fatte coincidere con i dipartimenti, le parrocchie vengono forzosamente fatte coincidere con le province: vescovi e parroci vengono eletti dalle assemblee degli aventi diritto al voto (meno dello 0,5% di tutto il popolo francese). Viene spezzato il vincolo di comunione e di dipendenza dal Papa, a cui viene riconosciuto soltanto un primato di onore e non di giurisdizione.

Una infima minoranza del clero francese giura la Costituzione civile e formerà così la chiesa "giurata"; la quasi totalità del clero francese rifiuterà il giuramento (e formerà la cosiddetta "chiesa refrattaria"). Centinaia di migliaia di cattolici francesi scriveranno una delle pagine più fulgide del martirio della Chiesa nei tempi moderni. Giovanni Paolo II canonizzerà questa parte importante del popolo cattolico di Francia, martire, nella varietà delle sue vocazioni: vescovi, sacerdoti, religiose e religiosi, padri e madri di famiglia, anche fanciulli di pochi anni. Sono per noi il segno eloquente e commovente che la missione ecclesiale si svolge sempre nell’orizzonte del martirio. La Rivoluzione insieme alla Chiesa rifiuta la monarchia. Occorre intendersi bene. La monarchia non è anzitutto da considerarsi come una determinata procedura nell'esercizio del potere; la monarchia francese è la testimonianza, al di là della grandezza o povertà dei singoli monarchi, che la radice dello Stato e del potere è di carattere religioso.

Il re di Francia, incoronato nella cattedrale di Reims in una fastosa cerimonia sacramentale ed unto con il crisma delle ordinazioni episcopali, è innanzitutto il padre ed il custode della fede del popolo di Francia e della libertà della Chiesa: il suo potere effettivo di governo è certamente ampiamente condizionato da una struttura di partecipazione del clero e dei nobili e successivamente anche dei più alti esponenti della classe borghese. "Il re deve morire perché è il re": così tuonò Robespierre alla Convenzione, durante quel processo che gli storici più seri di oggi sono inclini a considerare più una farsa" che una cosa seria.

Così dalla convergenza di anti-ecclesialità e di rifiuto della monarchia, tende a nascere, in piena Europa e su suolo francese. Il primo esperimento di una struttura politica chiusa in se stessa, che non riconosce nessuna istanza, né a sé, né accanto a sé: quella struttura totalitaria, che a qualche anno dalla solenne Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino ha potuto condannare a morte decine di migliaia di francesi solo sulla base di semplici "sospetti ("la legge dei sospetti").

La giustizia è una giustizia "giacobina": è l’inizio di quelle giustizie aggettivate (fascista, nazista, comunista, popolare) che l’ultimo secolo ha tragicamente sperimentato sulla propria pelle e nella devastazione della propria coscienza. La Rivoluzione francese non deve essere, comunque, demonizzata: in certi settori della vita sociale ha segnato degli indubbi progressi nei confronti di situazioni che potrebbero essere definite "di stagnazione": ma è indubbio che nelle sue spinte propulsive e nel processo culturale, sociale e politico che ha iniziato, e che la storia ha rigorosamente condotto a compimento, la Rivoluzione francese ha determinato quel totalitarismo politico nel quale l’umanità europea, e non solo, ha rischiato di naufragare.

"La persecuzione religiosa subita dai francesi cattolici durante questo periodo ha Rivoluzione francese] non ha equivalenti nella storia se non le grandi persecuzioni del XX secolo. Di tutte la Rivoluzione francese è stata il modello. La persecuzione religiosa non fu solo persecuzione contro i religiosi, ma una rivolta contro il cristianesimo, con il preciso intento di decristianizzare la nazione. La maggioranza dei preti è stata assassinata od espulsa, tutte le chiese sono state chiuse per un anno e mezzo ed il loro patrimonio requisito ed incamerato, 250 mila vandeani sono stati massacrati perché volevano andare alla Messa e restare fedeli a Roma". (Pierre Chaunu, in Stefano M. Paci, "Quante idiozie su quegli anni bui" in 30GIORNI, n. 1, gen. 1987, p. 19).".

Senza dubbio, la Rivoluzione francese fu anticristiana.
Fatte salve le opinioni di alcuni "utili idioti", come l'Abbé Gregoire (1750-1831), che sostenevano che fosse il concretarsi del messaggio di Cristo, gli studi cattolici seri dell'epoca sostenevano (come sostengono quelli attuali)  che la Rivoluzione fosse stata anticristiana.
Dapprima, nei suoi primi mesi, la Rivoluzione tentò di avere l'acquiescenza della Chiesa cattolica in Francia.
Tuttavia, essa non nascose a lungo il suo tristo proposito.
Il 12 luglio 1790, i rivoluzionari approvarono la Constitution civile du clergé.
Questo provvedimento fu fatto per imbrigliare la Chiesa.
I parroci ed i vescovi divennero cariche elettive e furono pagati dallo Stato, al quale dovevano giurare fedeltà.
Molti monasteri furono chiusi e confiscati. 
In pratica, la Chiesa cattolica francese non avrebbe più dovuto essere un organismo indipendente e fedele a Roma ma un corpo dipendente dallo Stato.
Rescindendo il legame con Roma e rendendo preti e vescovi elettivi e stipendiati dallo Stato, la Chiesa non avrebbe più potuto nuocere alle mire dei rivoluzionari.
L'intento dei rivoluzionari non  riuscì.
Infatti, la maggioranza del clero non giurò fedeltà allo Stato.
Così, i rivoluzionari passarono al "piano b", ossia all'attacco diretto contro la Chiesa.
Però, per attaccare la Chiesa, i rivoluzionari avrebbero dovuto fare fuori il re.
Essi presero come pretesto la fuga di re Luigi XVI del 21 luglio 1791  e tutte le posizioni prese dallo stesso monarca, per farlo fuori.
Dopo un processo farsa (poiché aveva una sentenza già scritta) re Luigi XVI fu decapitato il 21 gennaio 1793.
Come dice anche l'articolo, il re era garante e difensore della Chiesa.
Egli fu incoronato nella cattedrale di Reims nel 1775 ed unto con l'olio dell'ampolla di San Remigio.
Questo tolse l'ultima difesa alla Chiesa cattolica francese.
Il pensiero rivoluzionario si formò entro le logge massoniche.
Queste logge facevano speculazione sulla cultura ebraica e sulle storie dei  Cavalieri dell'Ordine Templare, che venivano strumentalizzate in funzione anticattolica.
I vari riti, che subivano anche il fascino di certi culti orientali (come quello egizio) erano volti alla distruzione della Chiesa.
Il Dio cristiano, quel Dio che salvò il popolo di Israele dagli Egizi e che mandò suo Figlio Gesù per salvare l'umanità, venne rimpiazzato da un dio astratto, il Grande Architetto dell'Universo.
Ora,questo dio astratto avrebbe potuto essere chiunque, anche Lucifero, l'angelo che si ribellò a Dio.
Che nelle logge massoniche ci sia stato il culto satanico è cosa nota.
Durante il periodo di re Luigi XIV (1638-1715) ci fu il mistero della "Maschera di ferro".
Pare che in questo mistero sia coinvolto un principe o un nobiluomo.
Pare che questi sia stato coinvolto in circoli esoterici e che abbia sacrificato un maiale (un animale ritenuto impuro dagli ebrei e che è citato anche nel Nuovo Testamento, nella parte che parla di un branco di porci indemoniati che si buttarono nel Lago di Tiberiade) al diavolo.
Da qui nacque anche il culto della Dea Ragione.
Questa divinità neopagana era raffigurata in sembianze di una donna prosperosa e prorompente.
Per saperne di più, seguite il link  http://www.ritosimbolico.net/studi2/studi2_06.html.
In questo culto ci fu una certa sensualità carnale, contro l'amore dello Spirito. 
Dopo l'uccisione del re, ci fu l'attacco alla Chiesa.
Le chiese furono saccheggiate e chiuse al culto cristiano.
Alcune di esse divennero stalle, depositi o uffici mentre altre divennero edifici dedicati al nuovo culto.
Fu il caso della cattedrali di Reims, quella in cui venivano incoronati i re, fu trasformata nel Tempio della Dea Ragione.
I suoi arredi sacri furono distrutti, come l'Ampolla di San Remigio. 
Furono fatte mascherate anticristiane, come quella dell'asino mitrato, un asino sul cui capo veniva messa una mitra vescovile e che trainava un carro con sopra i fantocci raffiguranti il re, il Papa ed i nobili.
I cristiani venivano perseguitati.
I preti furono incarcerati ed espulsi o uccisi.
Anche i cittadini rimasti fedeli al Papa furono massacrati.
Lo Stato voleva dettare legge anche sulla religione.
La scuola divenne pubblica e di Stato e la sua lezione doveva sostituire la liturgia domenicale. Lo Stato voleva indottrinare i giovani.
Questa fu la Rivoluzione francese, la negazione di Dio.
Cordiali saluti.






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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.