Leggete queste parole del Beato Pio XII:
"Oggi non solo l'Urbe e l'Italia, ma il mondo intero è minacciato.
Oh, non chiedeteCi qual è il « nemico », nè quali vesti indossi. Esso si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e subdolo. In questi ultimi secoli ha tentato di operare la disgregazione intellettuale, morale, sociale dell'unità nell'organismo misterioso di Cristo. Ha voluto la natura senza la grazia; la ragione se
nza la fede; la libertà senza l'autorità; talvolta l'autorità senza la libertà. È un « nemico » divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza che lascia ancora attoniti: Cristo sì, Chiesa no. Poi: Dio sì, Cristo no. Finalmente il grido empio : Dio è morto; anzi : Dio non è mai stato. Ed ecco il tentativo di edificare la struttura del mondo sopra fondamenti che Noi non esitiamo ad additare come principali responsabili della minaccia che incombe sulla umanità: un'economia senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio. Il « nemico » si è adoperato e si adopera perchè Cristo sia un estraneo nelle Università, nella scuola, nella famiglia, nell'amministrazione della giustizia, nell'attività legislativa, nel consesso delle nazioni, là ove si determina la pace o la guerra.
Esso sta corrompendo il mondo con una stampa e con spettacoli, che uccidono il pudore nei giovani e nelle fanciulle e distruggono l'amore fra gli sposi; inculca un nazionalismo che conduce alla guerra. (Pio XII)".
Queste parole non sono mai state così attuali, come lo sono in questo momento.
Il discorso del "Dio sì, Cristo no" è oggi di attualità ma non è l'atto finale di un processo degenerativo della società.
Infatti, non vi è solo la negazione (o comunque il rigetto di Cristo) ma il rifiuto della stessa natura di Dio, un Dio personale e provvido e, nel contempo, sempre pronto alla giustizia e misericordioso, come quello della tradizione giudaica e cristiana.
Il dio che si vuole propinare oggi agli uomini è un dio astratto oppure si punta ad ergere sé stessi a propri dei.
Quindi, il discorso del "Dio sì, Cristo no" è un modo per iniziare a distruggere una società.
Quando l'uomo inizia ad ergersi a dio di sé stesso, inizia il disastro.
Del resto, questa società è degenerata.
Esempi sono certe opere teatrali e cinematografiche.
Guardate questi video che mostrano due opere veramente blasfeme, l'opera teatrale di Romeo Castellucci ed il film "Dagon-la mutazione del male", un film disgustoso (a forte contenuto esoterico) che ho contestato e che censurerei.
Oggi ci si permette di insultare il Cristianesimo e la Chiesa, come ci si permette di insultare la tradizione vetero-testamentaria e quindi l'Ebraismo.
Chi (come me) contesta queste posizioni viene visto come "radicale" e "nemico della libertà religiosa" dai soliti buonisti.
Per delle questioni religiose, io ho già perso delle amicizie.
Però, quando c'è un gruppo religioso tendente al fanatismo e, in modo arbitrario, esso ritiene che un'opera offenda la loro sensibilità, ecco che questi buonisti condannano l'opera stessa.
Quanto accaduto a Bengasi, città della Libia in cui vi è stato un grave episodio di violenza (che è costato la vita all'ambasciatore americano) perché, secondo i fondamentalisti islamici, un regista avrebbe fatto un film che è stato ritenuto blasfemo, rientra nel quadro di quello che ho detto.
I buonisti che stanno qui in Occidente hanno condannato il film e non l'episodio di violenza.
Questo è vergognosamente grottesco.
Tra questi buonisti ci sono anche dei pessimi pastori della Chiesa che non sono capaci di fare il proprio mestiere.
Guardate il filmato qui sotto che mostra il parroco di Rovagnate (Lecco), don Giorgio De Capitani, che parla dell'opera di Castellucci.
Agli occhi di questo "signore" (che mi rifiuto di definire uomo di Dio), io sarei un "becero fondamentalista cattolico".
Detto da lui, questa espressione non mi offende!
Se io sono un becero fondamentalista, lui è un eretico.
Attacca il Papa ed il suo vescovo. e dice cose che, a mio giudizio, rasentano l'eresia.
Anzi, la sua eresia sarebbe particolarmente grave, visto che è un sacerdote!
Per questo, la nostra società è in pericolo.
Cordiali saluti.
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