Cari amici ed amiche.
Leggete questo testo scritto da John R.R, Tolkien che ho trovato su Facebook:
"Nella nostra cultura occidentale la tradizione cavalleresca è
ancora forte, benché, come prodotto della cristianità (e tuttavia tutta
un’altra cosa dall’ etica cristiana) i tempi le siano ostili.
Idealizza l’amore – e può essere una cosa positiva, perché comprende
molto più che il piacere fisico e prescrive se non proprio la purezza,
almeno la fedeltà, e quindi la negazione di sé, il «servizio», la
cortesia, l’onore e il coraggio. Il suo punto debole è, naturalmente, la sua origine di divertimento artificiale praticato nelle corti, un modo di godere dell’amore in sé stesso, senza nessun riferimento (anzi negandone la validità) al matrimonio. Il suo centro non era Dio, ma divinità artificiose, l’Amore e la Dama. Tende tuttora a fare della Dama una specie di faro-guida o di divinità: un assioma ormai passato di moda.[...] Anche la donna è un essere umano caduto
e anche la sua anima è in pericolo. [Questa tradizione] penso che
presenti dei pericoli. Non è completamente vera e non è perfettamente
«teocentrica ». Distoglie, e ha distolto in passato, gli occhi del
giovane dalle donne così come sono veramente, compagne nelle avversità della vita e non stelle-guida. Fa dimenticare i desideri, i bisogni, le tentazioni delle donne. Inculca
la tesi esagerata dell’ «amore vero» come di un fuoco che viene dal di
fuori, un’esaltazione permanente, che non prende in considerazione gli
anni che passano, i figli che arrivano, la vita di tutti i giorni ed è
svincolata dalla volontà e dagli obiettivi. ( Uno dei risultati è quello di far cercare ai giovani un «amore» che li tenga sempre al caldo, riparati da un mondo freddo, senza che debbano sforzarsi in nessun modo;
e gli inguaribilmente romantici vanno avanti a cercare questo amore a
costo di affrontare lo squallore delle cause di divorzio ).
[...]
E’ un mondo corrotto, il nostro, e non c’è armonia tra i nostri corpi,
la nostra mente e l’anima. Tuttavia, la caratteristica di un mondo
corrotto è che il meglio non si può ottenere attraverso il puro godimento,
o quella che è chiamata la realizzazione di sé (che di solito è un
modo elegante per definire l’autoindulgenza, nemica della realizzazione
degli altri); ma attraverso la rinuncia, la sofferenza. La fede nel matrimonio cristiano implica questo: grande mortificazione. Per un cristiano non c’è alternativa.
Il matrimonio può aiutarlo a santificare e a dirigere verso un giusto
obiettivo i suoi impulsi sessuali; la sua grazia può aiutarlo nella
battaglia; ma la battaglia resta. Il matrimonio non lo potrà soddisfare
– come un affamato può essere soddisfatto da pasti regolari.[...]
Queste cose non vengono quasi mai dette – nemmeno a quelle persone
cresciute nella fede della Chiesa. Quelle che vivono al di fuori sembra
che non ne abbiano mai sentito parlare. Quando l’innamoramento
è passato o quando si è un po’ spento, pensano di aver fatto un errore
e di dover ancora trovare la vera anima gemella. Per vera anima gemella troppo spesso si scambia la prima persona sessualmente attraente che
si incontra. Qualcuno che forse davvero avrebbero fatto meglio a
sposare, se solo… Da qui il divorzio, per risolvere quel «se solo». E
naturalmente di solito hanno ragione: avevano fatto un errore. Solo
un uomo molto saggio, arrivato al termine della sua vita, potrebbe
esprimere un equo giudizio su quale persona, fra tutte, avrebbe fatto
meglio a sposare! Quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono
errori: nel senso che quasi certamente (in un mondo migliore, o anche
in questo, pur se imperfetto, ma con un po’ più di attenzione) entrambi
i partner avrebbero potuto trovare compagni molto più adatti.
Ma la vera anima gemella è quella che hai sposato. Di solito tu scegli
ben poco: lo fanno la vita e le circostanze (benché, se c’è un Dio,
queste non siano che i Suoi strumenti o la Sua manifestazione).[...]
Ma anche nei paesi dove la tradizione romantica ha tanto influenzato le consuetudini sociali da far credere alla gente che la scelta di un compagno riguardi esclusivamente il giovane, solo
un raro colpo di fortuna fa sì che si incontrino un uomo e una donna
«destinati» l’uno all’altra e in grado di interessare un grande e
splendido amore. Questa possibilità ci incanta, ci prende alla gola: moltissime poesie e moltissimi racconti sono stati
stati scritti su questo argomento, probabilmente più numerosi che le storie d’amore reali (e tuttavia le migliori di queste storie non parlano del matrimonio felice di questi grandi amanti, ma della loro tragica separazione;
come se persino nella dimensione del racconto la grandezza e lo
splendore, in questo mondo corrotto, si raggiungano attraverso il
fallimento e la sofferenza). In questi grandi amori, spesso amori a
prima vista, cogliamo la visione, suppongo, di quello che sarebbe stato
il matrimonio in un mondo incorrotto. In questo mondo corrotto abbiamo
come unica guida la prudenza e la saggezza (rare nella gioventù e inutili nella maturità), un cuore puro e forza di volontà.
[...] La mia stessa storia è così fuori dal comune, così sbagliata e
imprudente che mi riesce difficile consigliarti di essere cauto.
Tuttavia, le eccezioni possono giustificare la norma [...].
Al
di là di questa mia vita oscura, tanto frustrata, io ti propongo
l’unica grande cosa da amare sulla terra: i Santi Sacramenti. [...] Qui
tu troverai avventura, gloria, onore, fedeltà e la vera strada per
tutto il tuo amore su questa terra, e più di questo: la morte. Per il divino paradosso che solo il presagio della morte, che fa terminare la vita e pretende da tutti la resa, può conservare e donare realtà ed eterna durata alle relazioni su questa terra che tu cerchi (amore, fedeltà, gioia), e che ogni uomo nel suo cuore desidera.
Da una lettera di John R. R. Tolkien al figlio Michael (6-8 marzo 1941)
Tratto da: John R. R. Tolkien, La realtà in trasparenza, Bompiani 2001.".
Io penso che oggi ci si sposi con molta superficialità.
Oggi manca completamente la cultura del matrimonio.
Molto spesso, si è più affascinati dal rito o dall'abito bianco oppure dal buffet e non si comprende il significato stesso del matrimonio.
Il matrimonio è un donarsi continuo.
Lo sposo si dona alla sposa e viceversa.
Donarsi vuole dire anche condividere le gioie ed i dolori.
Oggi, invece, si pensa più alla gioia.
Però, quando ci sono i dolori sorgono i problemi.
La crisi di oggi ha accelerato la disgregazione di molte famiglie.
Questa, infatti, non è solo una crisi economica ma anche morale e spirituale.
Questa crisi e la superficialità dei rapporti sono le due cause della crisi della famiglia.
Forse, oggi si dovrebbe recuperare il senso della famiglia e quello della condivisione di gioie e dolori.
Solo così su potrà salvare una società.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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