Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

giovedì 27 settembre 2012

Dal Blog di Costanza Miriano, che male c'è?

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo molto interessante del blog di Costanza Miriano che è intitolato "Che male c'è?":


"Quando sono arrivata a scuola di giornalismo il mio ideale di cronista era Erodoto, mentre l’ultimo evento politico di cui avevo avuto notizia era il crollo dell’impero romano. Il mondo dei giornali era per me del tutto nuovo, per cui quando mi hanno insegnato che i giornalisti raccontano la realtà me la sono bevuta.



Adesso, a diciotto anni dal passaggio da Tacito a Montanelli, le idee mi si sono un po’ chiarite: i giornali non raffigurano affatto la realtà. Se va bene raccontano le notizie, cioè quello che si discosta dalla norma (il famoso uomo che morde il cane, o nel mio caso, che so, una mattina che mi sveglio e trovo subito gli occhiali), ma il più delle volte cercano di plasmarla, la realtà.

Sui temi che mi stanno più a cuore – la vita, il suo fine e il suo inizio, la famiglia, l’identità maschile e femminile – circolano vagonate di bugie, e sono diffuse da talmente tante fonti, e con effetto più che stereo, dolby surround direi, che è quasi impossibile non venirne contaminati. E, per la famosa regola, una bugia a forza di ripeterla diventa vera.

Uno dei temi sui quali sembra si siano coalizzati quasi tutti i mezzi di comunicazione è quello dell’ideologia dell’identità di genere, che possiamo riassumere grosso modo così: maschio e femmina non sono identità naturali e donate dal Creatore, ma orientamenti fluidi che possono essere influenzati dalle nostre scelte, dalla cultura, dalle esperienze. Mi sfugge quale sia il disegno che rende così fissati i miei colleghi su questo tema, ma non c’è giorno in cui i giornali mainstreaming non buttino giù un pezzettino di muro, nel tentativo di distruggere qualche metro delle fondamenta naturali su cui si fonda la nostra civiltà. Non c’è giorno che non esca articolo per dire quanto siano dolci gli uomini che fanno cose da donne, allegre le famiglie allargate, magari con due sedicenti genitori dello stesso sesso, meritevoli le neomamme cinquantacinquenni, responsabili quelle che abortiscono se non è il momento, realizzate quelle che fanno carriera, simpatici gli omosessuali che fingono di andare contro i tabu (mentre l’ultimo tabu rimasto è al contrario dire che potrebbero essere persone che non hanno avuto uno sviluppo completamente armonioso della personalità – teoria ampiamente diffusa tra gli psichiatri – tanto che si voleva rendere addirittura un reato l’esprimere questa posizione).

Alla fine, insisti insisti, succede che ti trovi l’Internazionale con in copertina il titolo “Che male c’è se un bambino si veste da femmina”, e all’interno un articolo a mio avviso delirante tradotto dal New York Times, giornale non solo diffusissimo ma anche influente, letto dalla gente che conta e fa opinione. L’articolo racconta di genitori alle prese con bambini dall’identità sessuale incerta (come se non fosse normale che i bambini questa identità la vadano strutturando crescendo, e possano formarla solo rapportandosi a due genitori, maschio e femmina, che offrano modelli positivi dei due sessi), ed è talmente tendenzioso da rendere incredibile il fatto che la sua autrice insegni giornalismo alla Columbia University. Descrive i genitori che mandano i “figli rosa” (che nome orribile) in vacanza in campi per bambini di genere variante (che nome ridicolo), e li descrive come spaventati, assediati, criticati da noi orribili benpensanti che ancora pensiamo che un maschio sia un maschio e una femmina una femmina. Come se si trattasse degli unici illuminati in una società cattiva che, pensa, pretende addirittura di sostenere che ci sia una realtà, un bene oggettivo e assoluto, che ci sia qualcosa che non dipenda dalla nostra opinione. Solo a un certo punto, per sbaglio, sfugge all’autrice, Ruth Padawer, un barlume di verità: “quasi tutti i genitori che consentono ai figli di vivere nello “spazio intermedio” erano persone aperte (notare la tendenziosità) anche prima di avere un bambino rosa, pronti a difendere i diritti dei gay (parola che vuol dire contento, e dunque di nuovo tendenziosa) e l’uguaglianza (uguaglianza a che?) delle donne e a mettere in discussione il confine tradizionale (sei tu quella vecchia, cara Ruth) tra virilità e femminilità”. Questa per me è la chiave: sono i genitori a trasmettere l’identità sessuale, e se in loro questa non è armoniosa può succedere che anche il figlio non l’abbia chiara.

Il messaggio dell’articolo invece è “non li turbate, non li aiutate, lasciateli stare se sono incerti in un momento del loro sviluppo”. Io non so quanto funzionerà questo martellamento culturale, continuo, ossessivo. L’unica consolazione è che al momento, se guardo i miei figli e i loro amichetti, mi sembra che certi miei colleghi il mondo reale non lo vedano manco col cannocchiale.

A casa mia per esempio se una cosa è veramente brutta le bambine dicono: “ma che schifo, è da maschio!”, e i loro fratelli: “ma che schifo è da femmina!”, con espressione parimenti schifata. Anche noi in casa siamo per la parità.
".

Il male c'è ed ha un nome: egualitarismo!
L'egualitarismo è quell'idea stupida e pericolosa che vede ogni cosa come eguale.
Per chi sostiene questa idea, l'uomo e la donna sono la stessa cosa, come sono la stessa cosa un uomo ed un animale (come un maiale, un cane o una scimmia) o un uomo ed un vegetale.
In pratica, l'egualitario svilisce la natura umana e la riduce al solo aspetto animale.
Ad esempio, egli afferma che l'omosessualità sia naturale, citando quello che fanno gli altri animali.
Ora, l'uomo è qualcosa di più di un maiale o di una scimmia.
L'uomo è consapevole della nozione del Bene e del Male.
Il maiale, il cane, la vacca, o la scimmia non sono consapevoli del Bene e del Male.
Questo dà all'uomo una forte responsabilità.
Per l'uomo è fondamentale la differenza tra uomo e donna.
Intendiamoci, l'uomo non è superiore alla donna né il contrario.
Però, uomo e donna sono diversi tra loro.
Per questo motivo, essi sono complementari tra loro.
L'uomo ha bisogno della donna e la donna ha bisogno dell'uomo.
Solo così può andare avanti il genere umano.
L'egualitarismo è, quindi, una cultura della morte.
Esso nega l'autodeterminazione di ogni individuo.
Ad esempio, esso nega il fatto che ogni uomo abbia caratteristiche proprie e proprie capacità.
Quindi, nega la cultura del merito.
L'egualitarismo fomenta anche l'invidia sociale e l'odio tra ricchi e poveri.
Naturalmente, esso nega l'identità sessuale di ogni individuo.
Da qui nasce la rovina di una società.
Cordiali saluti. 





Nessun commento:

Posta un commento

Translate

Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.