Le letture delle Sante Messe di questa sera e di domani sono:
- Dal libro del profeta Isaia, capitolo 35, versetti 4-7a.
- Dal Salmo 145.
- Dalla lettera di San Giacomo apostolo, capitolo 2, versetti 1-5.
- Dal Vangelo secondo Marco, capitolo 7, versetti 31-37.
" In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».".
Gli altri brani possono essere trovati nel sito " La Chiesa, liturgia del giorno".
Gesù ridiede udito e parola ad un sordomuto.
Questo miracolo, però, va letto anche in un altro modo.
Ridandogli la parola, Gesù ridiede a quest'uomo la possibilità di parlare, di ascoltare e di avere una propria idea e di esprimerla agli altri.
Ora, però, peggio dell'essere sordi e muti vi è una cosa:
L'ignoranza.
Per "ignoranza", non intendo dire il non sapere leggere, scrivere o fare di conto.
La vera ignoranza è la grettezza del cuore e dell'anima, il credersi superiori agli altri, il rifiuto del confronto con gli altri, il giudicare gli altri senza prima avere fatto autocritica, la spocchia e l'essere saccenti.
Forse, tutti noi (me compreso) siamo un po' ignoranti.
Una persona ignorante è peggio di un sordomuto.
Essa, infatti, sente e parla ma a tempo stesso rifiuta di sentire e di parlare, per via della sua chiusura mentale e del cuore.
Una persona sordomuta è una persona che vuole esprimersi e che ha "sete dell'altro e di Dio".
Non può esprimersi ma ciò non è una sua colpa.
Una persona ignorante, invece, rimane chiusa nella sua grettezza e, magari, si permette di giudicare il prossimo, quando può.
Ella, a differenza del sordomuto, è colpevole!
Come Gesù disse disse al sordomuto di aprirsi (con la parola "Effatà"), noi dovremmo dire ai nostri cuori e alle nostre menti la stessa cosa.
L'ignoranza uccide.
Cordiali saluti.
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