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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 24 settembre 2012

Frate Lupetino, chi era?

Cari amici amici.

Vi voglio parlare della storia di un uomo, frate Baldo Lupetino.

Questi era un frate istriano nato ad Albona (l'attuale Labin) nel 1492.
Durante i suoi studi, Lupetino conobbe un certo Pietro Speziale (1478-1553), un "luterano ante-litteram" di Cittadella, in Provincia di Padova.
Entrò nell'ordine dei Frati Francescani e divenne noto per le sue predicazioni in italiano e in slavo.
Influenzò il nipote Mathias Vlacic, dicendogli di andare in Germania e sconsigliandogli la carriera ecclesiastica. Mathias divenne un noto protestante di nome Flacius Illyricus.
Il suo pensiero fu noto: iniziò a mettere in discussione il Purgatorio, le indulgenze ed il culto della Madonna ed espresse il favore verso i concetti luterani di "Sola fide et sola Scriptura" e del "Servo arbitrio".
Egli fu protetto dal vescovo di Pola Giovanni Battista Vergerio (che morì nel 1548), fratello del noto ex-vescovo e predicatore protestante Pier Paolo Vergerio.
Predicò nella cattedrale di Cherso.
Ben presto, però, il locale signore iniziò ad avere sospetti di eresia ed un suo confratello di nome Jacopo Curzula lo segnalò alle autorità e all'Inquisizione.
Della cronaca dell'arresto e della sua fine parla questo ottimo testo che ho preso dal sito "Eresie.it":

"L'arresto e la detenzione

L. fu denunciato da un monaco confratello, Iacopo Curzula, arrestato per ordine del nunzio papale, il 4 novembre 1542, e successivamente trasferito a Venezia per essere rinchiuso in una prigione vicino all'Arsenale.

Nell'estate 1543 Flacius si mosse da Wittenberg per venire in soccorso dello zio, munito di un appello alla clemenza (per Baldo Lupetino, uomo dotato di singolare pietà e dottrina), sollecitato da Baldassarre Altieri ed indirizzato al doge Pietro Lando (1539-1545), da parte del principe elettore di Sassonia, Giovanni Federico (1532-1547) e dei principi luterani della Lega Smalcaldica (alla quale alcuni senatori veneziani volevano che la Serenissima aderisse).

Inoltre la catena di solidarietà dalla Germania per L. si mosse dal punto di vista pratico: ricchi mercanti del Fondaco dei Tedeschi, come Wolf Herwart o Johann Baier, lo aiutarono economicamente e perfino Caspar von Schwenckfeld, pur rifiutando il suo impianto dottrinale, inviò del denaro. Tuttavia gli sforzi di Flacius per liberare lo zio furono inutili: nell'agosto 1543 L. fu multato di cinquecento ducati e condannato all'ergastolo.

Poco dopo, la situazione politica di Venezia cambiò, purtroppo in peggio, per i riformati con l'elezione del doge Francesco Donà (1545-1553), che permise l'insediamento a pieno regime dell'Inquisizione del nunzio apostolico Giovanni Della Casa (1503-1556), e con la diminuzione dell'influenza dei principati tedeschi sulla Repubblica di Venezia a causa della sconfitta della Lega Smalcaldica il 24 aprile 1547 a Mühlberg.

Ne fecero le spese l'avvocato di Cittadella Francesco Spiera, appena rinchiuso nella stessa cella di L. e obbligato ad abiurare per evitare le conseguenze alla famiglia, e lo stesso L., accusato, tra l'altro, di aver convertito due compagni di prigione durante la detenzione e di aver scritto e pubblicato un suo manoscritto, fatto uscire clandestinamente da prigione.

Il 27 ottobre 1547, alla fine del secondo processo, la Santa Inquisizione condannò L. alla decapitazione, ma la pena non venne eseguita, secondo alcuni autori, per pressioni esercitate dal vescovo di Capodistria Pier Paolo Vergerio, ma ciò sembra poco credibile, considerando che anche Vergerio, dal giugno 1546, era sotto inchiesta dell'Inquisizione veneziana. E' più probabile il doge volesse commutare la condanna, confermando l'ergastolo in corso.

La fine
Per diversi anni L. fu letteralmente dimenticato dalle autorità locali, ma non da parte di eminenti personaggi di fede protestante: nel 1552 un tentativo di intervento, da lui stesso sollecitato, di Renata d'Este gli costò il regime duro a pane e acqua per cinque mesi, ed il 9 settembre 1555 intercesse a suo favore il Duca Christoph del Württemberg (1550-1568) presso il doge Francesco Valier (1554-1556), ma quest'ultimo rispose che il governo di Venezia non poteva interferire con l'Inquisizione.

Il nuovo papa, l'intollerante Paolo IV (1555-1559), invece chiese, a gran voce, una condanna di L. al rogo, ma il governo della Serenissima decise infine, il 30 agosto 1556, di eliminare lo scomodo prigioniero, procedendo alla sentenza per annegamento nella laguna, senza rumore né strepito. Dopo quasi 14 anni di detenzione, il 17 settembre 1556, L. fu quindi ufficialmente degradato davanti all'Inquisitore e consegnato alla giustizia civile, che lo fece, come detto, annegare, il giorno stesso o in uno dei giorni successivi.".


Ora, la situazione della Chiesa nel XVI secolo era molto più ingarbugliata di quanto si potesse immaginare.
Infatti, il protestantesimo si diffuse anche perché vi erano uomini di Chiesa che avevano aspirazioni di indipendenza dal Papato e di cambiare la dottrina della Chiesa stessa.
Questo fece avvicinare molti uomini della Chiesa al protestantesimo.
Fu il caso del vescovo tedesco Georg von Polenz (1478-1550) che si convertì al luteranesimo fece convertire alla stessa il margravio Alberto di Brandeburgo.
Anche il caso del teologo e prete inglese Thomas Cranmer (1489-1556) fu molto noto.
Questi sposò in segreto una nipote del teologo luterano tedesco Andreas Osiander e nel 1532 divenne arcivescovo di Canterbury nell'Inghilterra di re Enrico VIII (1491-1547), del quale annullò il primo matrimonio con Caterina d'Aragona.
Quando re Enrico VIII morì e la corona passò al figlio Edoardo VI (1537-1553) egli attuò la Riforma in Inghilterra.
Questi furono tutti cripto-protestanti.
Ci furono cripto-protestanti anche nella Chiesa ortodossa.
Fu il caso del Patriarca di Costantinopoli Cirillo ILucaris (1572-1638), che in funzione anti-romana, decise di riformare la Chiesa ortodossa in senso protestante. Non ci riuscì.
Lo stesso discorso valse anche per Lupetino.
Nella Chiesa c'erano forze centrifughe e c'era il rischio di una disintegrazione della stessa.
Il Concilio di Trento (1545-1563) servì prima di tutto a formare gli ecclesiastici e a fare in modo che ogni forma di cripto-protestantesimo nella Chiesa non ci fosse.
Infatti, prima non c'erano i seminari e perciò i preti non erano formati.
Quindi, era facile per un prete assumere posizioni filo-protestanti.
Qualche prete di oggi dovrebbe ricordare ciò.
Cordiali saluti.







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AstraZeneca ha ritirato il suo vaccino anti-Covid

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".