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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 28 ottobre 2011

LA SCOMUNICA AI COMUNISTI? E' COSA BUONA E GIUSTA!

Cari amici ed amiche.

Leggete il testo qui sotto:

"Pio XII, tramite la Sacra Congregazione del Sant’Uffizio, emanò tre documenti sulla natura del comunismo e la sua inconciliabilità col cristianesimo.

1°) Un ‘Decreto generale’ (1° luglio del 1949), che dichiara:

a) non essere mai lecito iscriversi ai partiti comunisti o dar loro appoggio, poiché il comunismo è materialista e quindi anticristiano;

b) che è vietato diffondere libri o giornali, i quali sostengono la dottrina e prassi del comunismo materialista ed ateo;

c) che i fedeli, i quali compiono con piena consapevolezza gli atti su proibiti, non possono ricevere i Sacramenti;

d) inoltre che i battezzati, i quali professano, difendono o propagandano consapevolmente la dottrina o prassi comunista, incorrono ipso facto nella scomunica riservata in modo speciale alla S. Sede, in quanto apostati dalla Fede cattolica (l’apostasia è il passaggio dalla religione cristiana ad un’altra totalmente diversa - nel caso il materialismo ateo - e perciò più grave dell’eresia e scisma, quale sarebbe il passare dal cattolicesimo al protestantesimo o ‘ortodossismo’).

2°) Una ‘Dichiarazione sui matrimoni’ (11 agosto 1949), la quale insegna che gli iscritti a sette ateistiche ossia acattoliche, quali sono i comunisti militanti, incorrono nell’impedimento dirimente[1] di religione mista[2], in quanto atei, debbono sottoscrivere le cauzioni che sono richieste agli a-cristiani (battesimo, educazione cristiana dei figli e rimozione del pericolo di perversione del coniuge non comunista).

3°) un ‘Monito sull’educazione della gioventù’ (28 luglio 1950), contro i genitori che consentono ai loro figli di essere iscritti a società giovanili perverse (FCGI).

●Il Papa individuava nel materialismo e quindi nell’ateismo la causa della inconciliabilità assoluta tra cristianesimo e comunismo, materialista ed ateo. Ora vediamo cosa dice di essere il comunismo stesso per capire se la condanna sia stata giusta. Alla fine vedremo se tale condanna sia ancora attuale ai nostri tempi in cui il comunismo professa di essere cambiato

Cosa dice di essere il marxismo stesso

Il marxismo-leninismo è una concezione unitaria del mondo o un’unica filosofia pratica, che comprende materialismo dialettico e storico, formanti un tutto organico, il quale deve essere considerato nel suo insieme[3].

1°) Il ‘materialismo dialettico’, ritiene la materia come unica realtà ed esclude ogni altro elemento spirituale: non c’è Dio, anima, valori trascendenti[4]. Il pensiero e la coscienza dell’uomo derivano per evoluzione dalla materia[5]. Il ‘materialismo dialettico’, concepisce la materia non come oggetto stabile, ma come attività sensibile e prassi[6]. Marx aggiunge la dialettica o dinamica hegeliana al materialismo classico o statico[7]. Ciò che distingue l’uomo dagli animali bruti è lo stadio più perfetto, ma non ancora definitivo, della materia in evoluzione, la quale grazie al lavoro ha trasformato la scimmia in uomo, onde il pensiero e la parola nascono dal lavoro e col lavoro[8].

2°) Il ‘materialismo storico’ applica il materialismo dialettico alla storia dell’umanità[9]. La storia è letta alla luce dell’economia la quale è l’elemento fondamentale dell’evoluzione storica[10]. Perciò la storia umana è soprattutto storia di classi sociali ed economiche. Esse entrano necessariamente in lotta tra loro, la lotta di classe è un fenomeno assolutamente inevitabile[11]. Come si vede la concezione economica marxista è essenzialmente legata alla filosofia di Marx, onde non si può accettare l’analisi economica marxiana e rifiutare la filosofia materialistica dialettico-storica. Il marxismo, come materialismo, nega Dio e come economicismo nega la proprietà privata[12] tramite la lotta delle classi in contrapposizione dialettica; non si ferma neppure davanti alla famiglia, in cui immette la lotta dialettica tra uomo e donna, figli e genitori[13], per giungere all’abolizione del matrimonio e alla società del libero amore[14]. Onde le degenerazioni freudiane e pansessualiste della Scuola di Francoforte tra gli anni Venti-Sessanta (Theodor Adorno + 1969 e Herbert Marcuse + 1979) esplose nel 1968, erano già contenute virtualmente in Marx (+ 1883) ed Engels (+ 1895).

Marxismo e giustizia sociale

Molti pensano, per ignoranza e in buona fede, che il comunismo sia anelito alla giustizia sociale, all’eliminazione della povertà, della miseria e dello sfruttamento dei poveri. Nulla di meno marxista. Lo scopo del comunismo è la rivoluzione o dialettica materialistica costante e permanente, tendente al “paradiso socialista in terra” o società senza Stato, classi sociali, religione e famiglia. Il comunismo per cogliere il suo fine (rivoluzione continua) ha bisogno della povertà, delle contraddizioni e ingiustizie che si incontrano nella società umana, per opporle - hegelianamente - come antitesi alla ricchezza (tesi), onde giungere alla sintesi: “paradiso in terra”. Senza miseria e sfruttamento non sarebbe possibile la rivolta del proletariato. Quindi ben vengano i soprusi, perché essi sono l’occasione per scatenare l’odio di classe e la rivoluzione del proletariato[15]. La rivoluzione è intesa marxianamente come un divenire continuo e in contraddizione permanente con la realtà e non come un semplice rivolgimento storico che ha un inizio e una fine[16].

Il marxismo in azione

All’obiezione “il comunismo odierno è cambiato”, il professor Jean Daujat risponde con ampie citazioni di autori marxisti: «[…]. Non è dunque per conversione, né per ipocrisia che i comunisti cambiano senza tregua, e dicono e fanno ogni giorno il contrario di ciò che hanno fatto e detto il giorno precedente; ciò è conforme alle più pure esigenze del marxismo ed essi non sarebbero marxisti se agissero diversamente; poiché il marxismo è un evoluzionismo integrale, essi devono - in quanto sono marxisti - evolversi e contraddirsi senza tregua. Bisogna, una volta per tutte, convincersi che ciò che essi dicono non esprime alcuna verità, ma unicamente le esigenze della loro azione, poiché per essi niente esiste all'infuori di questa azione. L'azione è una evoluzione perpetua in cui il sì diventa no a ogni momento. Riconoscere una verità, equivarrebbe a riconoscere qualche cosa che esiste, e con ciò rinunziare a trasformarla con la propria azione. Per Marx, conoscere è niente, condurre un'azione è tutto [17].[…]. È evidente che il marxismo, non ammettendo alcuna dipendenza né alcun oggetto, non ammetterà neppure un bene da amare o realizzare in misura maggiore di quanto ammette che vi sia una verità da conoscere. Un bene e un male la cui distinzione e opposizione si impongano a noi, sono altrettanto inaccettabili per il marxismo quanto un sì e un no, una verità e un errore. Per il marxismo non vi è bene da amare né da realizzare, non c'è che l'azione da condurre. Ammettere un bene che sia un fine, qualche cosa di buono che si debba amare perché è buono, significherebbe imporre una dipendenza all'azione umana. Il marxista che vive il suo marxismo non può amare nulla, poiché l'amore mette in dipendenza dell'oggetto amato; il marxismo è il rifiuto definitivo di ogni amore come di ogni verità [18]. Se un comunista ci presenta qualche ideale come un fine, per esempio l'ideale di giustizia sociale messo innanzi alle rivendicazioni operaie, oppure l'ideale patriottico, è unicamente perché la presenza di un ideale nei cervelli umani diventa in questi casi un mezzo efficace per trascinarli all'azione e alla lotta, un organo o uno strumento d'azione e di lotta delle forze materiali. Stiamo certi, però, che il comunista, il quale vive il suo marxismo, ha in vista solo l'azione rivoluzionaria e la lotta da condurre [19]; l'ideale che mette avanti è solo un mezzo per condurre meglio tale azione e tale lotta, e non ha, in se stesso, alcun valore ai suoi occhi: esiste solo in funzione di questa azione e di questa lotta e solo per tutto il tempo che è utile a essa. […] Così il marxismo resta solo un umanesimo esclusivo o integrale, che ammette solo l'azione umana. A questo umanesimo esclusivo il pensiero moderno, imperniato esclusivamente sull'uomo, doveva fatalmente pervenire [cfr. J. Maritain, L’umanesimo integrale, Parigi, 1936, nda]. Chiunque vuole riconoscere soltanto la crescita e l'indipendenza dell'individuo o della persona umana, [si pensi al ‘personalismo’ di Emmanuel Mounier + 1950 e Jacques Maritain + 1973, nda] o anche della collettività o della società umana, e rifiuta di sottomettere tale crescita e indipendenza a Dio e alla sua legge e di orientarle verso Dio, apre fatalmente la strada al marxismo, sebbene solo il marxismo giunga al termine di questa strada. Chiunque rifiuterà il primato della contemplazione, l'abbandono dell'intelligenza a una verità da conoscere e della volontà a un bene da amare per rifugiarsi nell'ebbrezza dell'azione pura e curarsi solo di agire, è sulla strada del marxismo. Il capitale o l'industriale del secolo scorso o di oggi, che fa del lavoro produttivo e dei suoi risultati materiali lo scopo e l'essenza della vita umana, pianta un albero di cui il marxismo sarà il frutto. Tutti coloro che annunciano che la civiltà futura sarà una "civiltà del lavoro", ossia una civiltà in cui il lavoro è il valore supremo della vita, sanno poi che l'unica civiltà totalmente e unicamente "del lavoro" è il marxismo? […] Per un comunista cosciente del proprio marxismo, il comunismo non è una verità (ed è per questo motivo che egli potrà senza tregua contraddirsi senza conversione e senza ipocrisia, ma in virtù del suo stesso comunismo e rimanendo perfettamente comunista), il comunismo è un'azione.[…]. Nel marxismo vi sono soltanto prese di posizione per l'azione - dunque mutevoli e contraddittorie - perché la sola realtà del marxismo è l'azione [20]. Ciò ha come conseguenza capitale che non avrebbe alcun senso dire che si collabora o ci si allea con l'azione dei marxisti pur rifiutandone la dottrina: poiché il marxismo si identifica con l'azione marxista, collaborare o allearsi con l'azione marxista significa collaborare o allearsi con il marxismo stesso. Dunque, la natura stessa del marxismo esige che completiamo il nostro studio, esponendo l'azione marxista e il suo sviluppo da Marx e da Lenin (+ 1924) ai giorni nostri» (Jean Daujat, Conoscere il comunismo, Milano, Il Falco, 1977, pp. 11-17).

L'azione marxista

«L'azione rivoluzionaria marxista, in seguito a ciò che abbiamo appena spiegato, è molto diversa dalla nozione corrente di rivoluzione. Per l'uomo comune, che si propone di realizzare un bene, una rivoluzione è un mezzo in vista di un fine, che è una società migliore e durevole. Tale non è evidentemente la concezione del marxista, per il quale non vi è un bene da realizzare, ma soltanto un'azione da condurre. L'azione rivoluzionaria non è per lui un mezzo: essa stessa è voluta come l'opera gigantesca nella quale l'uomo nuovo creerà se stesso, si tratta di trovare i mezzi di quella azione rivoluzionaria. Ora, all'epoca di Marx, si presentava un mezzo eccellente: l'estrema miseria e la totale insoddisfazione della classe proletaria. La felicità del proletariato non rappresenta un fine per il marxista, come si crede comunemente, ma la miseria del proletariato un mezzo per l'azione rivoluzionaria. Niente poteva essere più conforme ai bisogni del marxismo quanto la condizione del proletariato nel secolo XIX. Per sviluppare una volontà rivoluzionaria totale, che non voglia conservare niente, che non mantenga niente di conservatore, che voglia trasformare tutto, creare una società completamente nuova, ci volevano uomini che non avessero rigorosamente niente, che fossero strettamente spogli di tutto. Ciò non fu sempre il caso del povero o dell'operaio, ma nel secolo scorso fu esattamente il caso del proletario. […] un vagabondo in una instabilità totale. Ora, per il marxismo, tutto ciò che è stabilito o esistente, tutto ciò che ha stabilità o durata, è una abominazione, perché ostacola l'azione rivoluzionaria. Ciò di cui il marxismo ha bisogno è precisamente il proletariato [oggi sono gli studenti psicanalizzati, rockettati e drogati della Scuola di Francoforte, nda]. A causa del liberalismo, che ha soppresso ogni istituzione professionale per lasciare sussistere solo individui isolati completamente liberi, soltanto coloro che possiedono strumenti di lavoro avranno una certa sicurezza, un regime stabilito e durevole di vita e di lavoro. Gli altri hanno per vivere solo la forza delle loro braccia da affittare giorno per giorno a quelli che possiedono gli strumenti di lavoro, che li adoperano a loro piacimento, avendo tutta la libertà di sfruttarli; essi divengono proletari, che non hanno nessun diritto da far valere, nessuna certezza del domani, nessuna di vita e di lavoro; costoro non sono più legati da nulla a una società che li ignora, non riconosce loro alcun posto, non fa che utilizzarli. In breve, essi sono abbandonati a uno sfruttamento totale, non avendo alcun diritto sugli strumenti di lavoro né sui frutti del loro lavoro, interamente posseduti da altri.[…]. Ciò spiega perché la propaganda comunista non cerchi affatto di convincere di una verità, ma di trovare i mezzi più efficaci e gli slogan più adatti a far presa sui cervelli, poco importa se questi slogan siano veri o falsi: l'importante è che siano efficaci e, in ogni caso, li si cambierà secondo le circostanze [21]. L'espressione "imbottire i cervelli" trova qui il suo significato più letterale, che non ha niente di peggiorativo da un punto di vista marxista: la propaganda è l'introduzione materiale nei cervelli della massa di idee-forza [22] che li faranno agire per la lotta rivoluzionaria [23]. […] Marx, d'altra parte, ha analizzato con una lucidità mirabile come il desiderio sfrenato di guadagni sempre maggiori, desiderio scatenato dal liberalismo, trascina con sé fatalmente una concentrazione di capitali sempre maggiore e una proletarizzazione delle masse sempre in aumento, e come ciò a sua volta porti fatalmente alla rivoluzione proletaria e alla concentrazione totale nelle mani della collettività proletaria. Il marxismo deve, dunque, combattere particolarmente tutto ciò che potrebbe sostenere la piccola proprietà personale e il piccolo padronato. Allo stesso modo deve combattere ogni tentativo di restaurazione corporativa che restituirebbe al lavoratore un posto riconosciuto e uno stato di vita in una organizzazione professionale e lo toglierebbe dalla condizione proletaria, radicandolo in un ordine sociale esistente. […]» (J. Daujat, ivi, pp. 19-22).

Il comunismo odierno e la religione

«Più incompreso ancora è l’atteggiamento attuale del comunismo nei riguardi della religione, la tolleranza religiosa e la “mano tesa” dai comunisti ai cattolici. Questa incomprensione deriva dal fatto che si considera sempre il comunismo come un ateismo dottrinale invece di capire che esso è un ateismo pratico. Non si tratta affatto, per il comunismo, di opporre una verità atea a una verità religiosa. La propaganda dottrinale antireligiosa in sé stessa, se non è richiesta dalle esigenze dell’azione rivoluzionaria materialista, non interessa il marxismo, come tutto ciò che è dottrinale. Parlando dell’anticlericalismo massonico, Lenin definisce ciò “dilettantismo di intellettuali borghesi”, e si capirà facilmente ciò che questa espressione sulla sua bocca può avere di sovranamente sprezzante. Il marxismo farà propaganda antireligiosa soltanto se ciò è utile all’azione rivoluzionaria, cioè soltanto nella misura, continuamente mutevole da un’ora all’altra, in cui la religione apparirà come un ostacolo attuale all’azione rivoluzionaria. Ma la vera azione antireligiosa del marxismo non consiste affatto nel combattere la religione da fuori con una propaganda contraria: consiste nel sopprimere la religione da dentro, nello svuotare gli uomini di ogni vita religiosa e di ogni concezione religiosa, prendendoli e trascinandoli interamente nell’azione puramente materialista. Vi saranno dunque molti casi in cui, per trascinare i cristiani in questa azione puramente materialista e con ciò svuotarli dall’interno di tutto il loro cristianesimo, bisognerà “tendere loro la mano” e offrire loro la collaborazione [24]. Poco importa se con ciò si contraddice un atteggiamento che in precedenza era ostile: non si tratta né di conversione, né di ipocrisia: comandano soltanto le esigenze dell’azione. Se il successo dell’azione da condurre richiede la collaborazione dei cristiani, questo successo per un marxista deve evidentemente passare innanzi a tutto, e allora la verità marxista sarà “la mano tesa”» (J. daujat, ivi, pp. 23-27).

Conclusione

La condanna di Pio XII, che calava in pratica quanto già asserito da Pio IX (Qui pluribus 1846; Quanta cura/Sillabo 1864), Leone XIII (Quod apostolici muneris 1878; Rerum novarum 1891) e Pio XI (Quadragesimo anno 1931; Divini Redemptoris 1937), a partire da quanto il comunismo dice di sé, pertanto è non solo giusta, ma anche tuttora attuale, poiché il cambiamento è la natura del comunismo, come la serpe che cambia la pelle ma resta sempre se stessa [25]. ".



Con stima, ringrazio l'amica Stefania Ragaglia per il materiale che proviene dal sito di don Curzio Nitoglia.
La scomunica ai comunisti fu istituita il 01 luglio 1949 da Papa Pio XII. Questo provvedimento fu voluto dal Papa perché il comunismo è per sua natura un'ideologia inconciliabile con la dottrina cattolica ed il Santo Padre se ne accorse. Il comunismo, infatti, è un'ideologia che fece del materialismo il suo punto di forza. Quindi, non ha alcuna aspirazione al cielo ma alle cose terrene, se non a quelle infere. Inoltre, il comunismo è un'ideologia che nega quei valori fondanti di una società, come la famiglia. Rileggete il mio articolo intitolato "Karl Marx era ateo? No, era un satanista!". Friedrich Engels (collaboratore ed amico di Karl Marx) scrisse:

"La moderna famiglia singola è fondata sulla schiavitù domestica della donna, aperta o mascherata, e la società è una massa molecolare composta da più famiglie singole. Al giorno d'oggi l'uomo, nella maggioranza dei casi, deve essere colui che guadagna, alimenta la famiglia, per lo più nelle classi meno abbienti; il che gli dà una posizione di comando che non ha bisogno di alcun privilegio giuridico straordinario. Nella famiglia, egli è il borghese e la donna rappresenta il proletariato."

In pratica, la famiglia viene rinnegata dal comunismo e da esso definita "un forma di schiavitù".
Il messaggio implicito del comunismo è:

"Fa ciò che vuoi sempre e sarai libero!" .

Questa, però, non è libertà ma è una forma di schiavitù, la schiavitù di sé stessi.
Tra l'altro, lo stesso principio fu ribadito da un certo Aleister Crowley, il fondatore del satanismo moderno. Fondamentalmente, il comunismo punta a fare sì che l'uomo si sostituisca a Dio, quel Dio che si mostrò vicino all'uomo, nel Giudaismo prima e nel Cristianesimo poi. In pratica, per il comunismo, l'uomo è il dio di sé stesso. Quando l'uomo si sostituisce a Dio, il disastro è imminente. La storia ce lo insegna. Forse, quei cattolici che difendono l'ideologia comunista (e che con essa hanno fatto compromessi) dovrebbero riflettere un attimino. Come si può andare in Chiesa e prendere la Comunione e poi tacere di fronte a chi attacca la famiglia o la sacralità della vita o anche il diritto di proprietà che la dottrina Chiesa riconosce? Quella Comunione (di fatto) è priva di valore, per non definirla un atto di blasfemia.
Ai cattolici di sinistra, consiglierei di leggere i libri di Plinio Correa De Oliveira.
Il vero cristiano è per sua natura contro-rivoluzionario!
Ieri, quando il Santo Padre Benedetto XVI ha parlato degli atei che non trovano Dio, dando la colpa ai credenti, si riferiva anche a questi "cattolici adulti" che hanno sostituito Cristo con Che Guevara.
Chi è capace di intendere...intenda!
Cordiali saluti.

6 commenti:

  1. palle, il vero cristiano è rivoluzionario, poichè Cristo di per sè lo era (mai letto i vangeli?), e proprio per questo venne ucciso, perchè portava qualcosa di nuovo.... Cristo proclama la comunione di tutti i beni, se non sbaglio (una sorta di comunismo ancestrale (comunismo significa mettere in comune, proprio come voleva Gesù)). Per altro, i vostri cari e santissimi padri (come lei li sta definendo) per anni hanno ucciso e perseguitato tutti coloro che avevano ideologie differenti; Poichè un vero cristiano non potrebbe mai scomunicare una persona( poichè Cristo non ha MAI dato il permesso di scomunica, in quanto atto crudele verso il prossimo (ricorda i detti "porgi l'altra guancia" e "ama il prossimo tuo come te stesso"?)), quel decreto, e tutti quelli prima di questo non sono validi; pertanto ritengo opportuno riferirle che ogni singolo comunista può aspirare all'ascesa celeste.
    p.s. vorrei ricordarle che, nonostante ils uo rifuto sprezzante per tutto ciò che è materiale, Cristo stesso era materia (uomo viene definito nei vangeli) e che lei esiste poichè esiste la materia.
    p.p.s. io non sono nè comunista nè cristiano,desideravo solo farle notare le assurdità che stà dicendo.
    p.p.p.s. anche se questo commento verrà censurato (come è possibile), le mie idee resteranno libere grazie a coloro che tanto disprezza, ma che ci hanno liberato dal giogo fascista, i comunisti (grazie ai quli lei ha creato questo blog ----> libertà di pensiero ed espressione) ;)

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  2. Ho pubblicato questo commento per il solo fatto di dimostrare che nel mondo c'è poca conoscenza delle cose.
    In primo luogo, ai comunisti non devo proprio nulla!
    Il comunismo non è libertà.
    In secondo luogo, Gesù non parlò mai di rivoluzioni.
    Anzi, egli disse: "Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio".
    Ergo, un cristiano è tenuto ad essere fedele allo Stato.
    L'unica eccezione sta nel momento in cui lo Stato faccia dei provvedimenti ingiusti ed immorali come, ad esempio, le leggi razziali del fascismo o quelle che imponevano l'ateismo nei Paesi comunisti.

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  3. Leggendo un articolo de "Il Giornale" sulla malattia dell'ex Presidente Lula (tumore alla laringe) sono andato a sbirciare i commenti degli utenti e guarda cosa ho letto (riporto testuale):

    "Giumaz" il 30.10.11 alle ore 1:42 scrive:
    E' arrivato a segno uno dei tanti cancheri che gli sono stati augurati dopo il caso Battisti. A parte questo, visto il personaggio e le opere, quando sarà schiattato non si sarà perso nulla. Speriamo lo seguano a ruota il gorilla del Venezuela e quell'altro criminale che sta a Cuba.

    "Lallo 1045" il 29.10.11 alle ore 23:08 scrive:
    Parabens, Lula.

    "Giuseppe Galiano" il 29.10.11 alle ore 22:18 scrive:
    E' perfettamente inutile fare gli ipocriti. Costui è quel bel campione che ci ha fregati con Battisti. Che chieda pietà al Padreterno....

    "Gabriele" il 29.10.11 alle ore 21:00 scrive:
    Che crepi, quello schifoso.

    Io spero vivamente che quel Gabriele non sia tu... ma oggettivamente nn credo che tu sia capace di scrivere cose del genere perchè non sei cosi livoroso... però ho riportati questi commenti per farti capire come voi di destra (e chi legge "Il Giornale" non è certo uno di sinistra) scrivete cose assurde nei confronti di persone che hanno in qualche modo contrastato o sono andati contro un pensiero di Berlusconi (in questo caso il fatto Battisti)... quindi le tue accuse contro quelli di sinistra che definisci pieni di odio, pregiudizio, ecc ecc.... perfavore risparmiatele perchè come vedi a fare SCHIFOSI COMMENTI persino sulle malattie di una persona non siamo certo noi!! VERGOGNATEVI

    Pps: Per trasparenza riporto il link dell'articolo:

    http://www.ilgiornale.it/esteri/brasile_dramma_delex_presidente_lulai_medici_ha_tumore_laringe_ce_fara/inacio_lula-brasile-tumore/29-10-2011/articolo-id=554278-page=0-comments=1

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  4. Guarda che anche a me mandano i cancheri.
    Io ho ricevuto anche qualche commento minatorio.
    Come la mettiamo?
    E' questa la "correttezza" della tua parte politica?
    Comunque, comunismo e cattolicesimo non sono compatibili!

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  5. Nemmeno uno che scambia e usa il corpo della donna per favorire imprenditori amici è compatibile con il cattolicesimo... anche in questi casi ci vorrebbe la scomunica

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  6. Voi avete solo il moralismo!
    Per quelli come te valgono queste parole del Vangelo secondo Matteo:

    "In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello"."

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Ringrazio un caro amico di questa foto.