The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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giovedì 13 ottobre 2011
ITALIANI NEL MONDO, COMMENTO ALLE PAROLE DI ELIO CAROZZA SU "ITALIA CHIAMA ITALIA"
Cari amici ed amiche.
Su "Italia chiama Italia" è comparso questo articolo intitolato "Italiani nel mondo, Carozza (Cgie): Momento complicato".
Il Segretario del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE) ha parlato di un momento di grande confusione per i nostri connazionali che risiedono all'estero.
Che ci sia della confusione è, purtroppo, cosa vera e ciò dovuto alla crisi economica (che costringe i governi a fare tagli) e alla situazione interna al nostro Paese, una situazione che vede un clima politico incandescente in cui la fanno da padroni i vari gossip, le inchieste giudiziarie e le varie manifestazioni e in cui le due parti politiche, maggioranza ed opposizione, non dialogano.
Anzi, l'opposizione tende a delegittimare il Governo attualmente in carica (che è pienamente legittimo perché eletto democraticamente e in Parlamento ha una maggioranza) e la maggioranza, con i vari "incidenti parlamentari" (come l'ultimo sulla votazione del rendiconto), dà adito a ciò.
Tutto ciò distrae la politica dai veri obiettivi, ossia il risanamento del Paese, le riforme ed anche una maggiore attenzione per gli italiani all'estero e i loro problemi.
Purtroppo, qui in Italia non si è ancora capita la vera necessità degli italiani all'estero.
Ad esempio, c'è chi dice che sarebbe bene togliere il diritto di voto agli italiani all'estero.
Se si dovesse fare così, a questo punto, si dovrebbe togliere ai nostri connazionali emigrati la cittadinanza tout court e dire a loro: "Non siete più italiani!".
E' logico che ciò sarebbe ignominoso, sia da un punto di vista etico e sia da quello economico.
Infatti, le imprese italiane all'estero producono ricchezza anche a da noi e gli italiani all'estero pagano le tasse anche qui in Italia.
Pensiamo, ad esempio, a quegli studenti italiani che studiano nelle università estere, come quelle americane o israeliane. Loro arricchiscono il nostro tesoro culturale. Pensiamo agli studi sulle fonti di energia rinnovabile e sulle tecniche agricole che si fanno nelle università israeliane.
Un giorno, potremmo beneficiarne anche noi che stiamo qui in Italia.
Pensiamo anche a quei nostri connazionali emigrati che hanno case ed altri immobili qui in Italia e che quindi sono costretti a pagare l'ICI, l'Imposta Comunale sugli Immobili.
Serve una maggiore attenzione verso i nostri connazionali emigrati all'estero.
In primo luogo, va riformato il meccanismo di voto all'estero che è molto farraginoso. Il voto tramite posta, infatti, ha creato i problemi che a tutti sono noti.
In secondo luogo, vanno ridistribuite le strutture di riferimento dei nostri connazionali emigrati all'estero, come le ambasciate, i consolati e le varie strutture di rappresentanza . In certe aree ve ne sono troppe e in altre non ve ne sono o sono carenti.
Bisogna, quindi, avvicinare le strutture di riferimento alle comunità italiane sparse per il mondo.
In terzo luogo, si deve favorire la conservazione della cultura e della lingua italiana nelle comunità dei nostri emigrati e dei loro discendenti, potenziando la rete (internet) o favorendo accordi con le università e vari enti dei Paesi che li ospitano.
Bisogna riavvicinare i nostri connazionali emigrati all'estero (ed i loro discendenti) al nostro Paese.
Se non lo facciamo, la perdita sarebbe grande.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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