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domenica 2 ottobre 2011

IL "CONVENTINO"? SPERIAMO CHE NON CHIUDA!



Cari amici ed amiche.

Questa mattina, sono passato per Susano, una frazione del Comune di Castel D'Ario, in provincia di Mantova.
Mi ero fermato presso il ristorante il "Coventino" .
C'era il proprietario che mi ha detto che oggi l'esercizio era chiuso.
La crisi si è fatta sentire anche lì.
Mi è dispiaciuto e perciò, voglio aiutare in qualche questo ristorante che, in un certo senso, ebbe a che fare con la mia storia.
Infatti, qui, nel 2000, per la prima volta assistetti dal vivo a un dibattito politico.
Infatti, fui invitato ad una cena del circolo di Alleanza Nazionale di Roncoferraro, Mantova.
Mi ricordo ancora l'ottimo "Risotto alla pilota", piatto tipico di Castel d'Ario, di Roncoferraro (il mio Comune), di Villimpenta e di tutti i Comuni della sinistra-Mincio, che mangiai.
Mi è dispiaciuto vedere questo ristorante chiuso. Di norma, la domenica è un giorno favorevole a chi fa ristorazione.
Un ristorante che non apre di domenica non è un buon segno per sé stesso e per la realtà circostante.
Inoltre, questo ristorante avrebbe tutte le carte in regola per avere successo.
Infatti, esso si trova in un ex-convento domenicano con annessa chiesa, oggi sconsacrata e trasformata in un auditorium e in ecomuseo.
Inoltre, questo ristorante si trova sulla ex Strada Statale "Padana Inferiore" , la strda principale.
Ora, voglio fare un po' il "Gordon Ramsay" della situazione. Com'è noto, Gordon Ramsay conduce una trasmissione chiamata "Kitchen Nightmares", in cui visita dei ristoranti in cattive acque e fa delle proposte ai loro proprietari per migliorarli e salvarli.
Intendiamoci, non oso paragonarmi a Gordon Ramsay né sono un critico.
Con il grande chef di Glasgow ho in comune solo il fatto di essere convintamente antivegetariano.
Bisogna mangiare tutto, carne compresa.
Io non mangio carne solo durante i periodi di Quaresima. Per il resto dell'anno , dico: "Viva il buon salame mantovano o il buon crastu (montone castrato) siciliano.".
Sono solo un uomo che ha girato e ha visto varie situazioni e che ha tanta passione per la cultura.
Io credo che il "Conventino" debba cambiare.
Ad esempio, l'edificio in cui si trova il ristorante risale al XVII secolo ed è un ex convento domenicano.
Ora, so che questo edificio è ricchissimo di storia.
Esso ebbe a che fare con famiglie importanti, come i Gonzaga, i vescovi principi di Trento, i Cybo d'Este e persino la famiglia di banchieri dei Rotschild.
La storia dell'edificio potrebbe essere un punto di forza.
Ad esempio, l'edificio era un convento.
La chiesa, che è sconsacrata, è oggi un auditorium.
Essa è un'opera Antonio Maria Viani.
Se fossi il proprietario, io parlerei con il Comune di Castel d'Ario, la Parrocchia e varie associazioni per ospitare degli eventi culturali che includano la cucina.
Gli eventi si potrebbero fare nella ex-chiesa e si potrebbe fare un menù a tema.
Ad esempio, il ristorante si trova in un ex-convento.
Si potrebbe fare un evento dedicato al monachesimo (con tanto di conferenza nell'auditorium) ed organizzare un pranzo con un menù che si rifaccia alla cucina monastica.
Un altro esempio, potrebbe riguardare i Rotschild.
Com'è noto questa famiglia è di origine ebraica.
Si potrebbe fare un evento culturale dedicato all'Ebraismo e fare un pranzo con un menù che abbia portate tipiche della tradizione ebraica, a cominciare dai cibi kosher.
Un altro esempio ancora, potrebbe essere la dominazione austriaca.
Il territorio mantovano fece parte dell'Impero Austro-Ungarico.
Si potrebbe fare una giornata dedicata alla cultura mitteleuropea, con un menù a tema.
Io penso che il ristorante debba essere legato alla storia del luogo.
Con questo, non voglio dire che il "Risotto alla Pilota" , i "Tortelli di zucca" o lo "Stracotto d'asino" debbano essere aboliti.
Anzi, vanno valorizzati. Tra l'altro, il "Risotto alla pilota" e lo "Stracotto d'asino" (che mangiai) sono veramente ottimi!
Bisogna dare al ristorante anche una connotazione culturale.
In pratica, il ristorante non servirebbe solo a riempire lo stomaco ma anche la mente.
Infatti, proprio come insegna il grande Gordon Ramsay, il cibo è cultura.
Forse, questa crisi potrebbe essere "salutare". Paradossalmente, potrebbe aiutare molti imprenditori a rinnovarsi.
Cordiali saluti.

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