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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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mercoledì 19 ottobre 2011

DEMOCRISTIANESIMO? UN ERRORE DELLA STORIA


Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo scritto su "Papalepapale.com" che è intitolato "Del perché non possiamo dirci democristiani". L'articolo è stato scritto da Filippo Giorgianni, un bravissimo ragazzo che stimo (sono onorato di averlo tra i miei interlocutori su Facebook) e che ritengo debba essere valorizzato. La riflessione di Giorgianni e culturale. Io la butto più sul piano politico.
Chiariamo subito una cosa. Non tutte le persone di formazione democristiana sono da vedere come negative.
Anche nell'ex-Democrazia Cristiana sono emerse figure di grande caratura politica e morale, come il presidente delle Regione Lombardia, Roberto Formigoni, o l'onorevole Maurizio Lupi.
E' vero, però, che la Democrazia Cristiana altro non fu che il "cavallo di Troia" della sinistra.
In primo luogo, dopo la caduta del fascismo, la Democrazia Cristiana non ricucì il nostro Paese ma fece un grande compromesso con un parte politica con cui non si devono mai fare dei compromessi, il Partito Comunista Italiano.
Questo compromesso fu un danno per la Democrazia Cristiana stessa e per il Paese.
In pratica, nacque quel consociativismo che ideologizzò ogni cosa.
Ci fu una vera e propria spartizione tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista.
Pensiamo ai sindacati.
Ci furono la CGIL, vicina al Partito Comunista, e la CISL, di ispirazione democristiana, che manifestavano insieme.
Questo consociativismo si estese anche all'economia, alla scuola e al mondo del lavoro.
Ad esempio, una persona era molto svantaggiata se non aderiva a un sindacato e l'istruzione era spesso condizionata da ciò. Pensiamo anche alle varie cooperative.
Pensiamo anche all'insegnamento della storia nelle scuole, che spesso tendeva (e tuttora tende) a dipingere positivamente una certa ideologia politica.
In questo compromesso, la Democrazia Cristiana è succube della sinistra, della tradizione marxista.
Una larga parte dei cattolici democratici, ad esempio, ha perso i concetti di sussidiarietà e di senso della fede.
Ad esempio, come dice anche l'articolo, vi è una parte che dice:

"Persino un esponente del progressismo cattolico come Pietro Scoppola ha preso atto, nel suo La «nuova cristianità» perduta, che le aperture del centro alle sinistre sia stato secolarizzante: «In definitiva, il centro-sinistra non solo non pone le premesse per frenarle, ma anzi accentua le spinte verso il processo di secolarizzazione della società». L’idea stessa di un centro che possa potenzialmente allearsi (e che quindi di fatto si allei) con la sinistra, come mostra la storia, ha prodotto solo secolarismo. Alla fine, l’unico giudizio pienamente cattolico sulla DC è quello del già citato Del Noce – che pure era suo teorico e suo parlamentare indipendente – nel suo carteggio con la filosofa Maria Adelaide Raschini (in Filosofia oggi n. 132/2010): «Abbiamo pensato che il partito democristiano intendesse infondere alla democrazia uno spirito cristiano, e che soltanto fosse incoerente, o che non disponesse di uomini a ciò adatti. Invece, dobbiamo riconoscere che è perfettamente coerente, rispetto a un reale programma che deve però essere formulato in altro senso; partito democristiano è il partito che vuole convertire i cristiani alla democrazia come morale. Quanto a dire alla morale che era già stata perfettamente definita dai sofisti: quel che piace ai più, quello è vero e giusto, è bello, è buono; e siccome l’opinione dei più può essere manipolata, e chi sa manipolare è il furbo, allora l’élite sarà dei furbi soltanto dei furbi. Si capisce così perché i democristiani non parlino mai di religione e di morale, ma sempre di sociologia, psicologia ecc.», concludendo altrove (Soffocare tra le verità impazzite, in Il Sabato, 19-09-1987) laconicamente che: «É quel che è accaduto in Italia nel quarantennio democristiano. Una secolarizzazione così piena non era riuscita né ai giacobini, né ai massoni, né ai comunisti e la ragione deve esserci».".

In pratica, tanta parte dei democristiani ha smesso di parlare di religione e di concetti cristiani.
Magari, questi "cattolici democratici" esaltano i dogmi della Chiesa e si irritano di fronte ai peccati altrui ma sono come "sepolcri imbiancati" perché essi hanno fatto (e fanno tuttora) compromessi con chi sostiene il divorzio, l'aborto, l'eutanasia o i matrimoni gay.
Fecero e fanno tutto ciò per avere il potere.
Sembra quasi un patto con il diavolo.
Questa situazione divise (e tuttora divide) noi cattolici.
Questa fu la vittoria della sinistra comunista.
Vale il detto latino che recita: "Divide et impera".
Con l'acquiescenza di una parte del mondo cattolico, la sinistra seppe creare un sistema politico-economico che oggi è difficile da scardinare.
Tanti problemi attuali sono dovuti a questo scellerato patto con il diavolo.
Chi è capace di intendere...intenda!
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.