Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 16 ottobre 2011

SE C' E' QUALCUNO CHE DOVREBBE INDIGNARSI...


Cari amici ed amiche.


Se c'è qualcuno che dovrebbe indignarsi...quel qualcuno sarebbe chi come me ha dovuto vedere quello schifo che si è visto sabato a Roma.
Oltre ad avere distrutto le vetrine dei negozi, bruciato le automobili e seminato il terrore per la città, quei delinquenti, i "Black bloc", si sono dati anche al sacrilegio.
Infatti, quei delinquenti hanno profanato la chiesa dei Santi Pietro e Marcellino a Roma, rimuovendo il crocifisso e buttando a terra una statua della Vergine Maria.
Da cattolico sono indignato.
Sono indignato come cattolico e lo sono anche come militante politico del Popolo della Libertà.
Sono stufo (ma veramente stufo) di continuare a leggere e a sentire certi commenti che dicono che io sarei "prezzolato" (pagato da qualcuno) per scrivere certe cose su questo blog o sui vari giornali (come "Italia chiama Italia").
Io non prendo nemmeno un soldo per dire (o per scrivere) determinate cose.
E' vero, tramite questo blog, prendo dei soldi.
Infatti, io prendo i soldi attraverso i banner pubblicitari. Ad ogni "click" con il mouse, guadagno dei soldi.
Quindi, io non rubo quei soldi a nessuno perché nessuno deve pagare quando fa il "click" con il mouse.
In compenso li guadagno.
Sono disoccupato e...mi arrangio.
Invece, c'è chi sostiene che quelli che la pensano come me siano "pagati" per dire o per scrivere certe cose.
Potrei dire la stessa cosa di molti di coloro che scrivono commenti su questo blog o sui vari forum, spesso insultando.
Per colpa di certe persone, siamo arrivati a questo clima da guerra civile.
Quanto successo a Roma non può (e non deve) essere sottovalutato.
Poteva scapparci il morto!
Forse, quello che sto per scrivere potrebbe essere forte ma finché non ci scappa il morto, nessuno capirà che qui ci sono dei gruppi che vogliono destabilizzare il nostro Paese e creare scompiglio.
Nessuno capisce che quanto successo l'altro ieri a Roma è stato molto grave!
Un conto è manifestare ed ognuno ha il diritto di farlo.
Un altro è fare atti di violenza!
Una manifestazione giusta è una manifestazione in cui la gente mostra il proprio disagio ma a tempo stesso cerca sempre di essere sempre propositiva.
Un esempio, è questa proposta di legge che mi è stata inviata dall'amico Marco Stella, un italiano che risiede in Brasile.
Questo è il testo della proposta:

"L'inconcludente rumoreggiar di piazza non porta a nulla, la partecipazione è altro. Segue il testo integrale dell'appena ultimata legge d'iniziativa popolare. E' stato solo il primo passo. Il prossimo sarà inoltrare il testo alla Cancelleria della Corte di Cassazione affinché venga analizzata (devono determinarne la costituzionalità) per dare poi il via ufficiale alla raccolta delle 50.000 firme necessarie. Il primo passo è comunque fatto.

PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE CONCERNENTE :

CERTIFICAZIONE ETICA DEL PRODOTTO PER LA TUTELA DEL LAVORATORE ED IMPRENDITORE ITALIANO ED ETICIZZAZIONE DEL MERCATO INTERNAZIONALE

Articolo I – Delle finalità

1. La presente legge denominata “Legge sulla Certificazione Etica del Prodotto per la Tutela del Lavoratore ed Imprenditore Italiano ed Eticizzazione del Mercato Internazionale”, semplificata con nome “Legge per la Certificazione Etica del Prodotto”, si pone come obiettivo quello di evitare che merce proveniente da paesi che non garantiscono la dignità del lavoratore sia commercializzata in Italia.

2. Con questa manovra si interpreta la volontà popolare di tutelare il lavoratore e l’impresa italiana come di evitare la proliferazione su scala globale di atteggiamenti economici immorali.

Articolo II - Dei principi

1. Come ricordato dall’Art.1 della Costituzione Italiana il lavoro va tutelato e garantito - in primis il lavoro degli italiani - ragion per cui vanno attuati tutti i necessari meccanismi di difesa del lavoro al fine di garantire tale fondamentale diritto.

2. Il lavoratore italiano, sia esso dipendente o imprenditore, deve esser tutelato dallo Stato che ha l’onere di difenderlo dai meccanismi perversi del degenerato sistema economico attualmente imperante.

3. Il sistema economico odierno incentiva moderne forme di schiavitù, in contrasto con i principi etici sulla quale è stata fondata la nostra società. Far parte di questo sistema, anche solo passivamente, significa condividerne l’attuazione e di conseguenza rinnegare i principi stessi della nostra civiltà.

4. Il progresso spirituale della stirpe, percorribile solamente col mantenimento di una linea etica morale, è più importante del momentaneo ed illusorio tornaconto economico generato dalla sottomissione al sistema economico in vigore.

Articolo III – Dell’enunciato

È fatto divieto importare e commerciare i prodotti stranieri non certificati dall’ Ufficio per la Certificazione Etica del Prodotto cui all’art.IV

Articolo IV – Dell’Ufficio per la Certificazione Etica del Prodotto

Il Ministero degli Affari Esteri istituirà gli Uffici per la Certificazione Etica del Prodotto presso le sedi dell’Istituto di Commercio Estero di ogni paese che mantiene relazioni commerciali con l’Italia sottoponendo tali Uffici all’ICE (Istituto per il Commercio Estero).

Articolo V - Della certificazione

1.Sarà compito dell’Ufficio per la Certificazione Etica del Prodotto certificare le imprese straniere che pretendono esportare i loro prodotti verso l’Italia. L’Ufficio per la Certificazione Etica del Prodotto rilascerà dunque un Certificato di Esportabilità e la conseguente autorizzazione ad apporre ai propri prodotti il marchio che comprova la Certificazione Etica del Prodotto senza la quale il prodotto non potrà esser esportato verso l’Italia.

2.La certificazione richiesta corrisponde come parametri alla QSA+E che è composta dalla certificazione che regolamenta la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro (BS OHSAS 18001), da quella che definisce la qualità (UNI EN ISO 9001), da quella sull’ambiente (14001) e dalla SA8000, che deriva direttamente dalle convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.

3.L’impresa straniera interessata ad esportare verso l’Italia inoltrerà all’Ufficio per la Certificazione Etica del Prodotto più vicino al luogo di produzione una Richiesta di Ispezione per Certificazione o Orientamento (R.I.C.O.) accompagnata dal comprovante dell’avvenuto pagamento della Tassa pro R.I.C.O (TpR.I.C.O) (*)

4.L’Ufficio per la Certificazione Etica del Prodotto girerà copie della R.I.C.O al Ministero del Lavoro e al Ministero degli Esteri (*) dopo di che, procederà con l’ispezione degli stabilimenti al fine di verificarne la certificabilità.

5.Nel caso in cui l’impresa richiedente sia stata considerata idonea ad esportare verso l’Italia il responsabile dell’Ufficio per la Certificazione convocherà, il responsabile per la stessa al fine di rilasciargli personalmente il Certificato di Esportabilità munito dei contrassegni dell’Ufficio stesso, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero del Lavoro e del marchio cui all’Art.VI.

6.Nel caso in cui l’impresa richiedente non sia stata considerata idonea ad esportare verso l’Italia il responsabile dell’Ufficio per la Certificazione convocherà il responsabile per la stessa al fine di rilasciargli personalmente il resoconto dell’ispezione con i consigli da seguirsi nel caso in cui voglia richiedere nuova ispezione dopo aver adeguato la propria impresa alle necessità previste.

Articolo VI - Del marchio

1.Il marchio che comprova l’avvenuta certificazione, e di conseguenza l’esportabilità verso il mercato italiano, è un’emblema circolare così composto: una ruota del lavoro di color nero con al centro una E stampata maiuscola di colore azzurro in campo tripartito dei colori verde, bianco e rosso.

2.La concessione di apporre il marchio è rilasciata dall’Ufficio per la Certificazione Etica del Prodotto previa prassi cui all’Art.V

Articolo VII - Della responsabilità degli organi di fiscalizzazione in territorio italiano

1.Sarà compito delle autorità doganali proibire l’entrata in territorio italiano di merce di origine straniera non certificata dall’Ufficio per la Certificazione Etica del Prodotto (fa fede l’apposizione del marchio e relativa bolla di accompagnamento rilasciata dall’Ufficio per la Certificazione Etica del Prodotto)

2.Per quanto riguarda i prodotti che entrano in Europa da altre dogane di paesi membri sarà compito della Guardia di Finanza fiscalizzare sulla non commercializzazione dei prodotti non certificati.

Articolo VIII – Della responsabilità degli organi di fiscalizzazione in territorio straniero

1.Sarà responsabilità diretta degli uffici locali dell’ ICE (istituto di commercio estero) fiscalizzare l’attività dell’Ufficio per la Certificazione Etica del Prodotto e comunicare i rusultati al Minstero degli Affari Esteri e Ministero del Lavoro al fine di iscrivere le imprese certificate in un apposito albo secondo quanto definito nell’art.IX.

2.Sarà responsabilità del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero del Lavoro effettuare fiscalizzazioni in regime disgiunto e senza preavviso presso le sedi delle imprese certificate.

Articolo IX – Dell’Albo delle Imprese Importatrici Certificate

1.Sarà compito del Ministero degli Affari Esteri redigere l’Albo delle Imprese Importatrici Certificate con l’iscrizione a tale albo delle imprese certificate dagli Uffici per la Certificazione Etica del Prodotto.

2.Sarà compito del Ministero degli Affari Esteri trasmettere copia periodicamente aggiornata dell’Albo al Ministero del Lavoro, che lo confronterà a quanto ricevuto dagli Uffici per la Certificazione Etica del Prodotto.

3.Sarà richiesta una tassa annua di 5000 euro denominata Tassa Pro Albo alle imprese certificate per mantenersi iscritte all’Albo

Articolo IX – Della disposizione finanziaria

1.La presente legge impone alle imprese esportatrici l’onere dei costi di certificazione col pagamento della Tassa pro R.I.C.O. cui all’art.V.3 e del mantenimento all’iscrizione all’ Albo con la Tassa pro Albo cui all’art. IX.3.È pertanto con gli introiti di queste tasse che si pagano le spese di ispezione, certificazione, formazione e aggiornamento, senza ulteriori sforzi economici da parte dei cittadini italiani.

2.La presente legge dispone che l’ufficio di Certificazione Etica del Prodotto sia inserito nelle attività degli Istituti per il Commercio Estero già presenti negli stati che esportano verso l’Italia senza spesa aggiuntiva alcuna a carico dell’amministrazione e dei contribuenti italiani.

3.Le due tasse generate da questa legge: la pro RICO e la pro Albo saranno destinate ad una commissione biministeriale composta da membri del Ministero del Lavoro e del Ministero degli Affari Esteri che dovranno amministrare la somma secondo le seguenti linee: il 50% sarà distribuito agli ICE affinché strutturino gli Uffici per la Certificazione Etica, formino funzionari certificatori di nazionalità italiana residenti in loco e svolgano le certificazioni richieste, tale ammontare sarà distribuito proporzionalmente al numero di richieste di certificazione per area di giurisdizione; un 10% sarà destinato al Ministero degli Affari Esteri per le fiscalizzazioni a sorpresa; altro 10 % sarà destinato al Ministero del Lavoro per le fiscalizzazioni a sorpresa; il 30% sarà destinato al Ministero del Lavoro per articolare su tutto il territorio italiano corsi di formazione destinati al reinserimento di lavoratori ed imprenditori italiani, draticamente penalizzati da questi ultimi decenni di deregolamentazione, nel ciclo produttivo.

Articolo X – Dell’ abrogazione

1.Sono abrogate tutte le disposizioni incompatibili con la presente legge.

Articolo XI – Della revisione degli accordi bilaterali

1.Sarà necessario rivedere gli accordi bilaterali di tipo economico con quei paesi dove tendenzialmente non si rispettano i parametri definiti nell’Art.V.2 al fine di apporre agli accordi stessi le necessarie modifiche adeguandoli alle nuove esigenze di etica previste dalla presente legge.

Marco Stella

VOX.POPULI.CIVITATIS.VOX.".

Si può condividere o meno ma ritengo che tale proposta sia un segno di civiltà, di seria discussione e di propositività.
Quanto accaduto sabato a Roma andava nella direzione opposta.
Io penso che sia arrivato il momento di dire basta con il buonismo verso certi gruppi.Ne va della dignità del nostro Paese.
Cordiali saluti.

2 commenti:

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.